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A Palermo presentazione ufficiale del libro “Addio per sempre Serie D” di Benvenuto Caminiti (Titani Editori)

L’evento, causa covid, sarà riservato a circa trenta e più invitati, quanti ne consentono gli interspazi voluti dalla pandemia. E, soprattutto, risulterà evidente la “specialità” del prodotto: “Addio per sempre serie D” è l’unico libro – e tale rimarrà nei secoli – che racconta l’unico campionato tra i dilettanti dei centoventuno anni di gloriosa storia del Palermo.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Sport , at 16/11/2021

dalla Redazione Sportiva del Quotidiano l’Italiano

PALERMO – Avrà luogo domani a Palermo, la presentazione del volume scritto da Benvenuto Caminiti, ed edito dalla Titani EditoriADDIO PER SEMPRE SERIE D“, con la partecipazione di Massimiliano Radicini, prefazione di Dario Mirri, postfazione di Marta Genova e presentazione del nostro direttore Riccardo Colao).

E visto il particolare momento che stanno vivendo i Rosanero, potrebbe anche essere l’auspicio per la preparazione di un altro volume dal titolo “Addio per sempre serie C“.

La squadra di Filippi infatti fiata sul collo della capolista Bari e ha ottime chance per recuperare lo svantaggio di soli quattro punti.

Ma torniamo all’evento: la location è prestigiosa, la più adatta al libro che verrà presentato: la Sala Stampa dello Stadio Renzo Barbera.

Presenzierà certamente il presidente Dario Mirri e, probabilmente, saranno presenti un paio di giocatori della rosa dei titolari.

Lo scrittore e giornalista Benvenuto Caminiti

L’evento, causa covid, sarà riservato a circa trenta e più invitati, quanti ne consentono gli interspazi voluti dalla pandemia. E, soprattutto, risulterà evidente la “specialità” del prodotto: “Addio per sempre serie D” è l’unico libro – e tale rimarrà nei secoli – che racconta l’unico campionato tra i dilettanti dei centoventuno anni di gloriosa storia del Palermo.

E per i nostri lettori forniamo la presentazione al volume del Presidente Mirri: “

Quando a luglio del 2019 è iniziata l’avventura del nuovo Palermo, mentre ancora ci asciugavamo le lacrime della più amara delle delusioni, dopo che anche io stesso avevo tentato il possibile e l’impossibile per salvare dal fallimento l’U.S. Città di Palermo, ho sentito su di me la responsabilità di un ruolo importante, il più importante di tutti, per noi che siamo cresciuti con il Palermo nel cuore. Eppure mai, neanche per un attimo, ho avvertito il senso di smarrimento che ogni tanto si presenta quanto affrontiamo una sfida tutta nuova, con il timore e la riverenza che essa comporta. E il motivo è semplice. E cioè che mai come in quel momento, ho avuto chiara la direzione che secondo me dovevamo prendere.

Una certezza innata, frutto di una vita da tifoso e, contemporaneamente, di una vocazione imprenditoriale che appartiene a me e alla mia famiglia da sempre. Nessuna paura, quindi, anche davanti all’evidenza di dover partire da zero. Consapevolezza, sì. Rassegnazione e paura, mai. Mi è bastato partire dal credo che mi porto dentro da sempre: l’idea di una società dalle fondamenta forti, determinata, agile e snella, trasparente.

Tutto ciò che il Palermo non ha avuto negli ultimi anni, ma – in fondo – neanche nei suoi momenti di massimo splendore sportivo. Tant’è che di tutto quello splendore oggi ci rimangono solo bellissimi ricordi e nulla più. Ho sempre sognato un Palermo diverso, che poggi su pilastri indistruttibili: in primis su un tifo autentico, che non è solo entusiasmo per un ciclo di vittorie – fin troppo facile in quel caso ma forse effimero, se fine a se stesso – ma che sia anche e soprattutto autentica fedeltà, anche davanti alle sconfitte o ai periodi negativi.

Come quello in cui ci siamo ritrovati quando abbiamo dovuto costruire un’intera società sportiva in pochi giorni, pagare 1 milione di euro come “contributo” all’iscrizione della squadra, ma con la forza e la necessità ineludibile di abbandonare subito la Serie D. In inglese “fare il tifo” si dice “support”, un concetto che ha più a che fare con la vicinanza, con la collaborazione, più che con l’entusiasmo per questo o quel risultato sportivo. E dal calcio inglese, storicamente, abbiamo sempre avuto tanto da imparare.

Condividere profondamente con i tifosi, e moltiplicare questo tipo di tifosi, è il nostro obiettivo, e ci possiamo riuscire solo se saremo bravi a seminare un concetto diverso, più identitario, di vera appartenenza ai nostri colori, fin da piccoli. Per questo, tra gli altri pilastri di questo nuovo progetto c’è la partecipazione attiva da parte della comunità allargata.

Abbiamo votato alla trasparenza ogni passo di questo nuovo percorso: tra questi, ad esempio, la scelta di aprire la Società alla rappresentanza popolare, a cui è stato affidato comunque e per sempre almeno un peso del 10% in assemblea, a prescindere da quanto effettivamente raccolto dalla quota popolare.

E così anche l’istituzione di un collegio sindacale con un presidente nominato dall’amministrazione pubblica, per mantenere una visibilità esterna sui conti societari. Istituti, questi, che il Palermo manterrà come strumenti di garanzia immodificabili nel tempo e che contribuiranno a rafforzarne solide fondamenta. Magari non vinceremo mai uno scudetto, ma mai perderemo dignità, onestà e trasparenza.

E in questa direzione va anche la nascita, speriamo il prima possibile, di un centro sportivo che rimanga, anche questo, come eredità lungo termine, capace di sopravvivere ai calciatori, ai dirigenti e ai presidenti.

Io, del resto, sono e rimango un custode temporaneo di questo bene superiore, che sono pronto a tutelare in ogni frangente, anche – se sarà il caso – facendomi da parte a favore di qualcuno più capace e disponibile di me. Anche in quel caso, però, sarò felice solo se avrò lasciato in eredità una parte di lavoro già fatto, un tassello di un percorso che non dobbiamo più essere costretti a ripercorrere a ritroso, da ricostruire ancora, ma sempre e solo in avanti, consolidando quanto progettato e realizzato insieme, per rafforzare ancora il Palermo del futuro”.

La cover del volume storico

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