A ricordo del Presidente Antonio Catricalà
“Ho sentito fino a ieri al telefono Antonio Catricalà. I suoi pareri giuridici, le sue opinioni sempre garbate e centrate,…
“Ho sentito fino a ieri al telefono Antonio Catricalà. I suoi pareri giuridici, le sue opinioni sempre garbate e centrate, la sua serietà e la sua ineguagliabile sapienza giuridica ne hanno fatto un riferimento prezioso per coloro che hanno potuto fruire della sua amicizia, della sua competenza, della sua grandissima esperienza. Quando ho avuto responsabilità di governo e Antonio era segretario generale della presidenza del consiglio, il suo apporto nell’affrontare complessi passaggi legislativi fu fondamentale. Quando fu Sottosegretario alla presidenza con il governo Monti la sua presenza fu decisiva per conservare difficili equilibri, in una fase di estrema difficoltà per l’Italia. Alla guida dell’Antitrust e ovunque abbia svolto le sue funzioni di insigne giurista ha agito con saggezza e equilibrio. Un uomo a cui rivolgere domande complesse, al quale chiedere un consiglio, sempre attento anche per cose di minore rilevanza. Ieri l’ultima telefonata per parlare della crisi del turismo a Roma, giorni fa nel suo studio per ascoltare categorie alle prese con controversie amministrative. E quando in questi giorni si parlava del governo, evocato da tanti, escludeva deciso ogni forma di coinvolgimento. Proposto anni fa per la Corte Costituzionale, che avrebbe fruito della sua grande cultura, lo votammo convinti, ma taluni, sbagliando, fecero mancare per poco il quorum. Antonio si chiamò fuori, pregando di non insistere sul suo nome, che avrebbe invece dato lustro alla Corte. Sono sgomento e mi stringo alla moglie, alla famiglia, a quanti hanno condiviso l’amicizia di un uomo che ha onorato le istituzioni, la dottrina giuridica, l’Italia e la sua Calabria, di cui è stato uno dei rappresentanti più insigni”, a commentare con queste parole di dolore sulla sua pagina FB è Maurizio Gasparri, Senatore della Repubblica Italiana.
Da una nota dell’agenzia AGI riportiamo alcuni particolari dell’adolescenza di Catricalà nella sua citta Natale, Catanzaro:
“Sono un calabrese vero e un servitore dello Stato”. Antonio Catricalà, rinvenuto cadavere all’interno della sua abitazione nel quartiere Parioli di Roma, era nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952. La famiglia è originaria di Chiaravalle Centrale, comune dell’entroterra, trasferita a Catanzaro. Proprio nel capoluogo calabrese, Catricalà aveva incontrato la moglie, dalla quale ha avuto due figlie.
A Catanzaro Catricalà ha vissuto la sua giovinezza, frequentando il liceo classico “Pasquale Galluppi”, prima di spostarsi a Roma, dove si è laureato a 22 anni, con 110 e lode, in giurisprudenza all’Università “La Sapienza”.
Catricalà tornava spesso in Calabria, una terra a cui era rimasto profondamente legato. La gran parte delle sue visite erano dedicate alla madre che ha vissuto a Catanzaro sino alla morte, avvenuta pochi anni fa, ma in tanti ricordano anche la sua presenza a Chiaravalle Centrale, comune di cui da diversi anni è cittadino onorario.
In Calabria vivono ancora alcuni suoi congiunti che hanno appreso la tragica notizia, chiudendosi in un dolore composto.
Tra coloro che lo hanno conosciuto, il ricordo commosso di Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria e direttore del “Giornale di Calabria” e di “Rtc”, che ha frequentato il liceo insieme a Catricalà ed è stato suo compagno di banco. Soluri, particolarmente colpito dalla notizia, ha raccontato all’Agi di “un ragazzo intelligente e intraprendente, che amava giocare a pallavolo e che ha sempre dimostrato doti straordinarie e grandi capacità”.
Catricalà, attuale presidente della società Aeroporti di Roma, “aveva un grande legame con la sua città d’origine”, ricorda il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. “Lo conoscevo fin dall’infanzia – sottolinea – e posso dire che oggi ho perso un amico. Sono profondamente dispiaciuto e addolorato per la sua scomparsa. La notizia mi ha lasciato di stucco, perché oggi ho perso un amico, una persona che conoscevo fin dall’infanzia, un catanzarese ancora legatissimo alla sua città, sempre sincero, affabile, attento e disposto al confronto”.
Accennando ai tanti importanti incarichi ricoperti nel corso di una carriera pubblica “importantissima e autorevole, da viceministro, garante dell’Antitrust e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri”, Abramo ha sottolineato che Catricalà è stato una figura che “ha onorato e riempito d’orgoglio la sua città e la Calabria. Alla famiglia rivolgo, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, il più sentito e commosso cordoglio”.
Il presidente della Regione, Nino Spirlì, e gli assessori della Giunta regionale della Calabria hanno espresso profondo cordoglio.. «Antonio Catricalà – affermano i componenti dell’esecutivo regionale – era un grande calabrese, una figura pubblica di cui andare orgogliosi; un uomo delle istituzioni, alle quali ha dato tutto se stesso con encomiabile e straordinario spirito di servizio e di appartenenza. La Calabria non può che essergliene grata. Siamo vicini alla sua famiglia».
Cordoglio anche in Consiglio regionale. “Esprimo personalmente ed a nome dell’intero Consiglio che mi onoro di presiedere il più sentito cordoglio per la tragica scomparsa di Antonio Catricalà, illustre personalità, raffinato giurista e servitore dello Stato che ha dato lustro alla nostra Calabria”, ha detto il presidente, Giovanni Arruzzolo. “Ha interpretato i prestigiosi ruoli e gli incarichi rivestiti nella sua lunga ed intensa carriera con rigore ed equilibrio. L’Italia perde un protagonista di primo piano nella vita del Paese, dalla grande carica umana e passione civile. Rimarrà indelebile il ricordo di un uomo che ha legato la sua attività al senso più profondo delle Istituzioni. L’autenticità di uno spirito di servizio che mai, come in questo momento di sofferenza collettiva suona come un richiamo ai valori della partecipazione attiva e responsabile”.
Secondo il consigliere regionale Francesco Pitaro “l’Italia perde un eminente giurista che nella sua poliedrica attività ha sempre privilegiato l’interesse pubblico e la città di Catanzaro uno dei suoi figli più illustrii. La notizia della sua morte ha colto tutti di sorpresa. E in particolare i tantissimi calabresi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo e che in lui (avvocato cassazionista, magistrato del Consiglio di Stato, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni di segretario durante il Governo Monti, viceministro allo Sviluppo Economico durante il Governo Letta con delega alle comunicazioni, Presidente dell’AGCOM e molto altro ancora) riconoscevano un limpido esempio da additare alle nuove generazioni. In tanti ricordiamo il suo invito ai calabresi ‘ad avere fiducia in sé stessi, a credere nelle loro possibilità e ad osare’. Nel porgere le più sentite condoglianze alla sua famiglia – conclude Pitaro – mi piace ricordare un passaggio di uno dei suoi interventi: ‘Occorre ristabilire in Italia le condizioni affinché ciascuno possa mettersi in gioco e rischiare le proprie chance di successo’. Sono certo che il Paese e la sua Catanzaro individueranno il modo migliore per onorare la sua memoria”.
E sarà lutto cittadino a Chiaravalle Centrale, nel Catanzarese, nel giorno dei funerali. Lo ha deciso il sindaco, Domenico Donato, in sintonia con la giunta comunale. L’avvocato Catricalà era, dal 2005, cittadino onorario di Chiaravalle, paese nel quale affondava le sue radici familiari. A Chiaravalle erano nati il nonno Toni, sindacalista antifascista mandato al confino da Mussolini, e il papà Celestino, avvocato del Foro catanzarese. A Chiaravalle vivono, ancora oggi, cugini e parenti dell’ex magistrato che solo pochi giorni fa aveva compiuto 69 anni. La notizia della morte ha provocato reazioni di dolore e profondo cordoglio nel centro delle Preserre. “Una tragedia” ha sottolineato, commosso, il sindaco Donato, nel rivolgere il proprio pensiero “all’uomo, al politico, all’esemplare servitore dello Stato”.
Concludiamo con il pensiero espresso da Gianfranco Rotondi: Vi sembrerà strano, ma non conoscevo Antonio Catricalà. Per me era un nome, un titolo: il consigliere Catricalà. Lo conoscevano tutti, intorno a me. Io no. Sarà che non mi sono mai appassionato al governo, nemmeno quando ne ho fatto parte. Ma Catricalà entra nella mia vita solo oggi, in modo dirompente. Immagino il momento in cui ha premuto il grilletto della pistola, sulla terrazza della sua casa ai Parioli, a via Bertoloni, esattamente di fronte alla clinica dove è nata la mia seconda figlia. Sarà il confronto instaurato nella mia mente tra questi due ricordi, di vita e di morte, nella stessa strada: ma da stamattina la mia mente è ferma sulla vita interrotta di questo signore che non ho mai conosciuto. Mi sento di chiedere a tutti voi una preghiera per lui: qualunque sia stata la ragione del suo tormento, ieri sera forse era su Facebook come noi. E nessuno può farsi maestro della vita altrui, nemmeno della propria. Riposi in pace, consigliere Catricalà.
Saverio Fontana
Foto Wikipedia
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