A Roma Trastevere riparte il “Cinema in piazza” “echissenefrega” del Covid
Riparte il “Cinema in Piazza” in barba alle misure anti-covid ancora vigenti
Riparte il “Cinema in Piazza” in barba alle misure anti-covid ancora vigenti
di Gabriele Russo (dalla Redazione Romana)
Cosi recita l’incipit del Cinema America: “Il Cinema in Piazza è una grande biblioteca pubblica, in cui ogni sera tutti coloro i quali vivono e attraversano al città, potranno consultare contemporaneamente un’opera cinematografica differente prendendola in prestito per un’unica visione collettiva sul grande schermo”.

Nulla da dire sulla pregevole iniziativa culturale e sociale di alcuni ragazzi tesa a recuperare e valorizzare il Cinema America ma, da persone che vivono il rione di Trastevere, è doveroso sollevare alcune obiezioni purtroppo non di poco conto. Anzi, piuttosto serie e che vanno in barba a ogni misura di sicurezza. Ma procediamo con ordine cercando di non tralasciare le cosiddette “note stonate” dell’organizzazione. E che “note stonate” verrebbe da dire.
Proprio sabato 5 giugno, il giorno successivo all’inaugurazione, si è consumato il “delitto perfetto”. Nella splendida Piazza San Cosimato i passanti hanno assistito attoniti a centinaia di persone, perlopiù giovani, assiepati davanti il maxi-schermo senza rispettare minimamente le misure di sicurezza imposte dal Governo. Poche, anzi, pochissime le mascherine. Ma c’è di più: non si è rispettato neppure il coprifuoco delle 23 nonostante il tanto agognato guadagno di un’ora invocato a più riprese dalla classe politica in queste settimane.

Vi riportiamo un piccolo aneddoto curioso capitato proprio nella serata di sabato. Alle 23:30, il bar allestito in fretta e furia sulla piazza proprio di fronte al maxi-schermo, continuava a somministrare bevande alcoliche agli astanti infischiandosene dei provvedimenti emanati per la nostra sicurezza. Scene come queste, a Trastevere, purtroppo non sono nuove. Già in precedenza avevamo messo sotto accusa la scellerata gestione politica del rinomato rione ma, con l’iniziative del “Cinema in Piazza”, iniziativa lodevole (e lo ripetiamo ancora una volta), si è raschiato veramente il fondo del barile. Avremmo dovuto titolare l’articolo: “L’ennesima latrinata in quel di Trastevere…” ma, in virtù dell’ammirazione che tutti noi proviamo verso il rione più bello di Roma, abbiamo preferito rincarare la dose e stemperare i toni piuttosto accesi per tutto quello visto sabato a Piazza San Cosimato. Inoltre, per ragioni legate alla privacy, non riporteremo le lamentele di commercianti, residenti e semplici visitatori sbigottiti per quanto visto.
Due domande sorgono spontanee: comportamenti come questi, con numeri che lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel, diventano improvvisamente giustificabili? Forse per loro, si! O ancor peggio: perché agli organizzatori del “Cinema in Piazza” è concesso muoversi in quasi assoluta autonomia (verrebbe da dire!), mentre i ristoranti ed i commercianti della zona vengono molestati quasi di continuo e invitati a rispettare rigidamente le regole? Sempre sabato le Forze dell’Ordine hanno (giustamente) controllato alcune attività, eppure nulla è stato detto sulla gestione scellerata del cinema in piazza. Due pesi e due misure che sanciscono una quasi palese disparità di trattamento tra i commercianti ed i “miracolati” (da oggi gli chiameremo con questo aggettivo).

Evidentemente qualcuno degli organizzatori, proprio alla Regione Lazio, avrà un santo in Paradiso, o magari più santi, che lo protegge e invita chi di dovere semplicemente a girarsi dall’altra parte facendo correre ciò che dovrebbe essere fermato senza se e senza ma. Ovviamente non vogliamo puntare il dito sulla presunta “malafede” di certi personaggi noti ma, come diceva Andreotti, a “pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina”.
Gabriele Russo
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