Addio al nostro caporedattore Fantauzzi, giornalista che ha dato voce a vip e alla gente comune. Ciao Brunetto, ci mancherai!
dalla Redazione Centrale ROMA – Dopo aver lavorato per quotidiani e tv nazionali, aveva diretto per tanti anni il mensile…
dalla Redazione Centrale
ROMA – Dopo aver lavorato per quotidiani e tv nazionali, aveva diretto per tanti anni il mensile “Castelli” una pietra miliare dell’informazione locale nei paesi dell’hinterland della Capitale
La notizia ci ha colti impreparati anche perché sino a due giorni addietro Brunetto Fantauzzi non faceva mancare la sua voce e la sua capacità organizzativa e produttiva. Sapevamo che Brunetto non era più quello di prima ma lui continuava a sentirsi sempre in grado di esprimere le sue argute “articolesse” con le quali sapeva cogliere i punti di vista dei vip come quelli della gente normale che magari amava leggere i suoi tanti scoop e le sue mille interviste condite da sottile ironia ma anche di tante informazioni, ad altri cronisti negate.
“Per tutta la sua vita professionale di cronista di razza – ha scritto il direttore di Metropoli on Line, Massimo Marciano che ben lo conosceva – Brunetto ha operato con la stessa attenzione e la stessa passione con cui ha raccontato vita e vicende personali di vip e politici di primo piano. Il cuore che ha messo nei suoi racconti si è fermato oggi per sempre”.
E’ stata la figlia Lorenza, pubblicando un commovente post sui social ad aver dato l’annuncio. Proprio lei che del papà ha seguito gli insegnamenti fino a divenire giornalista e che fa parte della nostra redazione del Quotidiano l’Italiano”.
“Pungente e salace quanto basta con i “grandi”, attento e profondo con le vicende della gente comune. L’esperienza con i quotidiani nazionali l’ha tradotta in quel suo prodotto editoriale, il mensile “Castelli”, che ha rappresentato una pietra miliare nella storia dell’informazione locale nei Castelli Romani e un punto di riferimento per noi giovani cronisti alle prime armi negli anni Ottanta, esempio e scuola di giornalismo e di attenzione per il proprio territorio.
Se eri un politico o un personaggio pubblico, – ha continuato nel suo ricordo Massimo Marciano – potevi esserne fiero o indispettito, di quel modo a tinte forti di Brunetto di dipingere i volti noti, senza mezzi termini. Ma non potevi fare a meno di farci i conti. “Castelli” era un appuntamento atteso per avere una finestra sui fatti, in quei tempi in cui potevi anche essere un politico di grido, ma dovevi passare sotto la lente di ingrandimento della stampa libera e indipendente, come la ben rappresentava Brunetto; non come oggi, tempi in cui sono i tweet dei politici a dettare l’agenda e i temi dell’informazione.
Ma dei volti noti, Brunetto sapeva cogliere dietro le quinte del palcoscenico della vita pubblica anche gli aspetti più nascosti, più fragili, che ne facevano apprezzare agli occhi dell’opinione pubblica gli aspetti più umani. Frutto della sua capacità di osservazione e dell’esperienza maturata da Brunetto nel suo lavoro per le redazioni di quotidiani e tv nazionali.
Dal suo studio di Marino si sono accesi i riflettori, con reportage e inchieste, su personaggi e vicende che sono poi arrivati alla ribalta delle cronache nazionali. Ma i suoi personali riflettori Brunetto ha saputo puntarli anche sulla gente comune, raccontandone aspettative e sofferenze, vittorie e sconfitte, con la stessa attenzione e lo stesso rispetto che si rivolge abitualmente a un volto noto.
Un percorso professionale nato quindi dalle grandi testate nazionali che Brunetto, nella sua seconda e lunga vita di direttore, editore e scrittore, ha tradotto con “Castelli” e con tutte le altre sue pubblicazioni in un nuovo modo di valorizzare le cronache locali, fino ad allora ritenute a torto la Cenerentola del giornalismo. Dopo il “tocco” professionale di Brunetto, ai Castelli Romani la cronaca locale non è stata più la stessa: da lui noi giovani cronisti di allora abbiamo imparato dignità e responsabilità che ci hanno aiutato a volare”.
I funerali di Brunetto Fantauzzi saranno ceebrati domani alle 15, nella cappella del cimitero di Marino, dove chi vorrà partecipare potrà esternargli dato l’ultimo saluto.
Dalle colonne del Quotidiano l’Italiano dove lui stesso si era impegnato quasi a voler sfidare ancora una volta la sua stessa capacità di essere e di sentirsi giornalista, esprimiamo, dal direttore Riccardo Colao all’ultimo dei collaboratori, un fortissimo e commosso abbraccio alla collega, figlia Lorena che lui tanto amava e spronava nel percorso della carriera.
Brunetto ci mancherà tantissimo e non sarà facile trovare chi potrà prendere il posto!

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