Thursday, April 18, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Al Teatro Tor Bella Monaca condurranno la platea in un mondo contemporaneo e classico al contempo. Sino al 15 gennaio si avrà modo di immergersi in atmosfere altre e di spessore artistico e culturale ineguagliabile

Assistere allo spettacolo di Mago Mancini è come ritornare bambini, ma con un unico difetto, che ritornerete come prima, alti mezzo metro. Se ripercorriamo la storia della magia ricordando qualche nome illustre come Mago Merlino, il Mago di Oz, il Mago Zurlì, Maga Magò, fino ad arrivare ai giorni nostri con il grande Silvan, Tony Binarelli… arriviamo al Mago Mancini.


di Nicola Colao per il Quotidiano l’Italiano

roma “I manoscritti non bruciano”, per la regia di Alessandra Chielicon Emilio BaroneAlessandra ChieliAnton de Guglielmo Francesco Petti, apre la programmazione del TBM. Martedì 10 e mercoledì 11 gennaio il testo della stessa regista, per la supervisione drammaturgica curata da Francesco Petti, è il frutto di un lavoro e indagine approfondita intorno al romanzo “Il Maestro e Margherita” di M. A. Bulgakov.

Nasce di conseguenza la consapevolezza che il libro contenga in sé, profeticamente, le sfide del contemporaneo che caratterizzano il nostro presente e che, come nelle opere d’arte immortali e senza tempo, si intuiscono tra le righe e arrivano al nostro io più profondo seguendo strade invisibili. Con la rappresentazione si prova così a raccontare la forza dirompente del romanzo russo, quell’irruzione improvvisa e surreale di una giustizia divina che scende in terra a disvelare meschinità, arrivismo e profitti, scatenando il caos e tentando di tracciare il potere e le sue declinazioni. Ogni cosa è possibile. In questo processo ineluttabile di transizioni e trasformazioni, si compie un continuo ribaltamento della realtà: cosa accadrebbe se fossero i malvagi a parlare di cura e pietà? Se quiete e felicità, non successo e ricchezza, fossero l’agognato cambiamento offerto dallo stringere un patto con il diavolo? Bulgakov si interroga sul confine tra il bene e il male, sulla possibilità di immaginare un mondo senza ombre. Per sviluppare lo spettacolo si è partiti da qui, dal punto centrale della ricerca, interrogandosi su quali ombre e luci si nascondano dietro fatti, parole e persone. In questo scenario inquieto e folle, l’uomo ha ancora un suo ruolo nella società, ma il collaboratore di cui si avvale ha le fattezze del diavolo: quando si distrugge ogni certezza, c’è pur bisogno di credere in qualcuno. Chiunque esso sia. Il diavolo bisogna conoscerlo, non evitarlo. “Il Maestro e Margherita” è un’opera letteraria ingombrante, illuminante e complessa, e noi abbiamo cercato di creare un’opera al contempo ridente e profonda, che possa restituire al pubblico l’allegria del pensiero; che riesca a comunicare la percezione della mediocrità ma anche della sublimità del mondo che viviamo, che faccia intravedere una speranza, quella che seppur vivendo in una società complessa, difficile e ostile, non tutto è perduto; che il senso di condivisione, il libero pensiero, l’aspirazione a qualcosa di più alto, non sono qualcosa di morto e inutile. Perché come ribatte Woland, “i manoscritti non bruciano”.  Mai.
Direttore tecnico e luci Emilio Barone; Supervisione tecnica generale Stefan Schweitzer; Musiche originali Francesco Petti e Emilio Barone; Sonorizzazione, immagini e montaggio Alessandra Chieli; Costumi Armida Kim; Assistente di scena Emma Tramontana.

Una coproduzione 2022 Teatro Macondo | C.A.P.I. Consorzio Altre Produzioni Indipendenti e Teatro di Anghiari e con la collaborazione e il supporto dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma e il supporto del Festival dello Spettatore 2022 – Arezzo

Venerdì 13, sabato 14 gennaio e domenica 15 gennaio, è la volta di “Letizia va alla guerra. La suora, la sposa e la puttana”, prodotto dal Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con ARS Creazione e SpettacoloAgnese Fallongo e Tiziano Caputo mettono in scena uno spettacolo ben strutturato dove tre grandi donne, due guerre mondiali, sono unite da un sottile fil rouge: uno stesso nome, un unico destino. “Letizia va alla guerra” è un racconto tragicomico, di tenerezza e verità. Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro quotidiano, che si ritroveranno a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio. La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico durante la Prima Guerra Mondiale, nella speranza di ritrovare suo marito Michele. La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Littoria (Latina) dalle suore e riconosciuta dalla zia solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Giungerà a Roma in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Infine Suor Letizia, un’anziana sorella dalle origini venete e dai modi bruschi che, presi i voti in tarda età, si rivelerà essere il sorprendente trait d’union dei destini di queste donne tanto lontane quanto unite. Un omaggio alle vite preziose di persone “comuni”, che, pur senza esserne protagoniste, hanno fatto la Storia. Impreziosito da musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, triplo “soliloquio dialogato”, che, pur nel suo retrogusto amaro, saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d’Italia; capace, tuttavia, di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, in un susseguirsi di situazioni dal ritmo incalzante in cui spesso una lacrima lascia il posto al sorriso. Drammaturgia Agnese Fallongo; Ideazione e regia Adriano Evangelisti; Coordinamento creativo Raffaele Latagliata; Accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo; Aiuto regia Lugi Di Raimo; Costumi Giorgia Marras; Scene Tiludrji; Foto Tommaso Le Pera

“Telemaco prigioniero” sarà in scena venerdì 13, sabato 14 gennaio e domenica 15 gennaio e conclude la settimana di programmazione. Liberamente tratto dall’Odissea di Omero vede sul palco Eros Salonia che è anche autore della drammaturgia. Con la partecipazione di Monia Manzo e Federica Morelli, lo spettacolo racconta di Telemaco, figlio di Ulisse, il grande eroe che distrusse Troia. Il personaggio viene contestualizzato in uno ospedale psichiatrico dove la sua mente è invasa dai fantasmi del padre e della madre Penelope. Le immagini dell’Odissea gli invadono la mente e Telemaco ne interpreta i vari personaggi, accompagnato dalla voce del cantastorie Omero. Uno spettacolo di teatro, danza e canto in bilico tra poesia, farsa, canto passando dall’epica all’avanspettacolo. Questa irriverente e libera interpretazione dell’Odissea è incentrata sull’assenza del padre e della memoria storica, in quest’epoca moderna, schiava della tecnologia e della malattia da curare a discapito di ogni dimensione eroica. In un mondo che vive al riparo da ogni pericolo esterno, il folle Telemaco rappresenta una via di saggezza per la riconquista di uno spazio di responsabilità realmente umano. Il padre Ulisse e il figlio Telemaco sono due eroi opposti, uno antico, l’altro moderno che creano un dialogo immaginario. Due anime vive che si muovono in un mondo di maschere. Parti in lingua siciliana di Rosa Gazzara Siciliano e Eros Salonia; Voce recitante e chitarrista Giacomo GuttadauroAssistente alla regia Antares Salonia.

LETIZIA – ph Tommaso Le Pera
I manoscritti non bruciano
LETIZIA – ph Tommaso Le Pera
Telemaco Prgioniero

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