Bombe russe persino sui rifugi per gli animali randagi
«Ringraziamo di cuore tutte le persone che ci inviano concreti aiuti in questa tragedia che colpisce gravemente anche gli animali, con o senza famiglia – ha dichiarato Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International, per poi riprendere – Ogni giorno monitoriamo la situazione insieme alle associazioni locali. Sarà nostra cura informare su possibilità di aiuto alternative all’invio di denaro, come stalli, adozioni, invio di cibo e altri materiali in Ucraina non appena la situazione dovesse stabilizzarsi».
dalla Redazione Esteri del Quotidiano l’Italiano
ROMA – La guerra russo-ukraina non ha risparmiato nemmeno i rifugi dove venivano accolti e sfamati gli animali randagi. Cani, gatti, animali da compagnia ma anche di altre tipologie, raccolti nei centri destinati al loro mantenimento in attesa di adozione sono stati bombardati e colpiti dalle manovre offensive della guerriglia tutt’ora in corso.
In questo clima di terrore, sui social le notizie rimbalzano tra conferme e smentite. È il caso del rifugio “Best Friends” a Makariv: dato per colpito da un ordigno esplosivo. Si era parlato della morte di almeno mille cani presenti nella struttura. Poi la smentita ufficiale per fortuna i volontari all’interno non hanno subito danni e così pure gli animali custoditi.
Gli operatori hanno aperto i cancelli consentendo alle tante bestiole di poter varcare i cancelli e mettersi in salvo proprio mentre divampavano gli incendi.
I danni al rifugio però sono stati notevolmente pesanti quanto numerosi: stand bruciati, porte e finestre ormai non più funzionali, una situazione pessima anche per l’aria che ristagna di puzza di bruciato. Al momento non è possibile parlare di ricostruzione. Cani e gatti recuperati e riaccolti nei recinti di fortuna appaiono stressati e agitati. I volontari dal rifugio, ancora in attività nonostante le gravi difficoltà, non hanno alcuna intenzione di abbandonarli al loro destino pur con i bombardamenti in corso nelle aree vicine e con i carrarmati russi che non si trovano poi molto distanti.
L’Oipa International (Organizzazione internazionale protezione animali) che ha mandato i primi aiuti economici all’associazione Sava’s Safe Haven (Romania), attiva al confine nell’accoglienza dei profughi ucraini con animali al seguito si sta distinguendo per l’impegno e per la raccolta di fondi tesi all’aiuto. Altri bonifici arriveranno alle altre leghe consociate in Ucraina e nei Paesi confinanti che stanno soccorrendo gli animali.
Sava’s Safe Haven ha interessato l’Oipa informandola che ieri è stata colpita una città ucraina vicinissima al confine e non molto distante da Galati (che è la città in Romania sede del rifugio dell’associazione). I veterinari di Galati si sono messi in contatto con tutti i rifugi della zona per riuscire ad accogliere tutti gli animali che stanno arrivando. Nelle ultime ore ne sono stati recuperati 18, ma avendo il rifugio pieno stanno cercando di acquistare una struttura container provvisoria che possa accoglierne almeno una trentina. I volontari si trovano alla dogana di Isaccea per portare aiuti umanitari e aiuti agli animali che via via vengono recuperati (coperte, cibo, trasportini, traversine).
I volontari di KSPA Lucky Strand sono riusciti a consegnare cibo per animali utilizzando un bus turistico che è partito dalla città di L’viv ed è arrivato a Kiev.
Natasha Mazur, la direttrice del canile municipale di Kiev, medico veterinario, con il suo team nelle varie cliniche per dare soccorso e assistenza più animali possibile. Sta cercando di recuperare cibo da negozi di animali che hanno ancora rifornimenti. Il rifugio di Borodianets, non è al momento raggiungibile ma da lì confermano che gli animali stanno bene, così come quelli nei distretti di Desnyansky e Podilskiy.
«Ringraziamo di cuore tutte le persone che ci inviano concreti aiuti in questa tragedia che colpisce gravemente anche gli animali, con o senza famiglia – ha dichiarato Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International, per poi riprendere – Ogni giorno monitoriamo la situazione insieme alle associazioni locali. Sarà nostra cura informare su possibilità di aiuto alternative all’invio di denaro, come stalli, adozioni, invio di cibo e altri materiali in Ucraina non appena la situazione dovesse stabilizzarsi».
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