BURRO O CANNONI – L’opinione di Francesco Chiucchiurlotto
Quella che era una ipotesi di guerra remota, sta per diventare una concreta ed immanente minaccia, che spazza via il buonismo pacifista, che non si sa mai se sincero o prezzolato, e ci mostra la nostra debolezza, che ha bisogno di un tempo talmente lungo per adeguarsi, che dobbiamo prepararci al peggio e sperare che l’Ucraina regga il fronte, anche per noi.
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano
VITERBO – BURRO O CANNONI – All’inizio dell’altro secolo il dilemma degli Europei era BURRO O CANNONI??; cioè svilupparsi in pace oppure scannarsi in guerra per la propria nazione??
Sappiamo come andò a finire con ben due guerre mondiali.
Oggi il dilemma è analogo: welfare o riarmo? Neutralità possibile o difesa necessaria?
Certo che 80 anni di pace europea hanno prodotto delle conseguenze antropologiche profonde nelle generazioni che si sono succedute, sino al fatto che non abbiamo neanche il servizio militare obbligatorio, che con quella cultura della disciplina e delle armi, anche con tutti i noti difetti, lasciava tracce esperienzali e formava caratteri.
Chi oggi genitore o nonno può soltanto arrivare a concepire il rischio di una guerra che coinvolga direttamente un figlio o un nipote? Nessuno o pochissimi.
Chi non è disposto a compromessi, ritirate o rese pur di non combattere una guerra che comporti sangue, morte e distruzione? Nessuno o pochissimi.
Chi non concepisce che la pace è una condizione umana naturale e consustanziale all’essere umano e che essa comporti una forma mentis mite ed arrendevole di fronte ad ogni possibile minaccia? Nessuno o pochissimi.
Di conseguenza gli Europei si trovano oggi preda dei loro egoismi nazionali, balbettanti di fronte a sussurri e grida bellicistiche, inermi o quasi nei confronti di quella guerra “ibrida” che i Russi stanno ormai quasi quotidianamente praticando contro di noi, in termini di cyber war, bugs informatici, paraincidenti tecnologici, che seguono puntuali ad ogni minaccia della bionda Zacharova, portavoce del Kremlino.
Invece gli Americani non hanno mai cessato di fare guerre e forse (domanda) il loro sistema industrial/militare è ancora egemone nel mondo, tant’è vero che, ad esempio, la rivoluzione informatica di INTERNET parte come applicazione militare.
Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan, i due Bush con in mezzo Clinton, Obama, Trump e Biden, hanno sempre proseguito o indetto una guerra; e quando non l’hanno fatto, come Obama, fresco di Nobel per la pace, in Siria, è stato anche peggio, come si sta dimostrando proprio in questi giorni.
I 25 anni di Putin sono contrassegnati, dopo l’Afghanistan, da guerre distruttive come per la Cecenia; da guerre lampo come per la Georgia; da quelle preparate con anni di infiltrazioni e disinformatjia, in Crimea, Donbass e dintorni.
E’ chiaro che le autarchie, in primis la Russia, poi la Cina, la Nordcorea e l’Iran, hanno un’attitudine ed una efficacia alla guerra maggiore di chi deve rispondere ad una opinione pubblica che democraticamente decide del loro potere.
Si possono svuotare le carceri per avere soldati al fronte; usare alleati come carne da cannone; mettere in atto stragi di civili ed azioni efferate senza alcuna censura; si può, in buona sostanza, portare la guerra alle sue estreme, crudeli, inaccettabili conseguenze.
Questo vantaggio che si ha su di noi è enorme e decisivo, soprattutto ora che gli Usa dei TRUMPERS ha deciso di tradirci.
Quella che era una ipotesi di guerra remota, sta per diventare una concreta ed immanente minaccia, che spazza via il buonismo pacifista, che non si sa mai se sincero o prezzolato, e ci mostra la nostra debolezza, che ha bisogno di un tempo talmente lungo per adeguarsi, che dobbiamo prepararci al peggio e sperare che l’Ucraina regga il fronte, anche per noi.
Francesco Chiucchiurlotto *
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.
Comments