Calcio il giorno dopo. Catanzaro: certamente non volare ma almeno sì viaggiare!
Le partite fin qui disputate non sono equivalenti o minimamente paragonabili alle partite spettacolari della conduzione tecnica-tattica di Vivarini. Il tifo però sente di meritare ciò che gli è stato dato negli anni passati e vuole continuare a vivere e ricevere le stesse emozioni.
di Aristide Anfosso (dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano)
CATANZARO – Catanzaro calcio, cosa sta succedendo?
La squadra rivelazione dello scorso campionato ha destato meraviglia, consensi, apprezzamenti, riconoscenza e gratitudine a livello planetario.
Tifosi e sportivi ultra contenti.
Le vicissitudini dell’estate appena trascorsa hanno ingenerato invece aspettative contrastanti.
La società guarda al mantenimento della categoria attraverso una salvezza tranquilla. I cittadini che vanno allo stadio o che tifano in Italia e nel mondo per il Catanzaro si aspettano di vedere ancora e da subito ciò che erano abituati a vedere nello scorso campionato.
Le partite fin qui disputate non sono equivalenti o minimamente paragonabili alle partite spettacolari della conduzione tecnica-tattica di Vivarini. Il tifo però sente di meritare ciò che gli è stato dato negli anni passati e vuole continuare a vivere e ricevere le stesse emozioni.
Potremmo dire, senza tema di essere smentiti che si è creata una sorta di dipendenza dal gioco e dai risultati del campionato “Vivarini – Iemmello”.
Tutti noi sentiamo di non vivere bene le partite di oggi perché non abbiamo più ciò che le partite di ieri ci garantivano.
Il rapporto con l’attuale Mister, che non si trova la squadra del passato, se non si comprendono queste dinamiche, è pertanto viziato in partenza.
È evidente che non c’è reciprocità, il Catanzaro stenta a trovare la quadra, i tifosi non ricevono emozioni positive e smettono di dare fiducia al nuovo Mister.
Sta succedendo che quello spettacolo che è venuto a mancare e che aveva creato un pubblico ” ben viziato”, assieme allo spettacolo un po’ deprimente di oggi, hanno creato risentimenti ed incertezze maggiori rispetto alla reale dimensione del problema. Un assetto tattico nuovo con dei nuovi giocatori necessità più tempo per essere messo a posto rispetto ad un sistema già forte e collaudato.
Per questo bisogna sapere qual è il limite nella critica.
Perché il nuovo (e il bello) che tutti ci aspettiamo, nel veder giocare i giallorossi, non è garantito da un passaggio tattico e tecnico immediatamente automatico ma è invece frutto di diverse verifiche che di volta in volta vanno realizzate.
Per chiudere è il caso di citare Lucio Battisti:
“Quel gran genio del mio amico
Lui saprebbe cosa fare
Lui saprebbe come aggiustare
Con un cacciavite in mano fa miracoli
Ti regolerebbe il minimo
Alzandolo un po’
E non picchieresti in testa
Così forte, no
E potresti ripartire
Certamente non volare, ma viaggiare”.
Per ora viaggiare e non volare!
Il prossimo futuro ci dirà di che pasta sono fatti il “nostro meccanico” e la “nostra macchina”.
Ovvero Mister e giocatori.
Fiduciosamente giallorosso. 💛❤️💛
Aristide Anfosso *
*Già reporter e corrispondente del “Guerin Sportivo”
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