Calcio – Play Off Serie B – IL PALERMO E’ OUT. AVANTI IN SEMIFINALE CI VA LA JUVE STABIA
La disastrosa stagione del Palermo si conclude al Menti di Castellammare con l’eliminazione cagionata da “punture” di “Vespe”
di Benvenuto Caminiti da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)

CASTELLAMMARE DI STABIA – Finisce al “Romeo Menti“ di Castellammare di Stabia la lunga, asfissiante agonia di un Palermo mai… nato, secondo quelli che erano i programmi del CFG: primo anno di assestamento nella categoria, e serie A non oltre le due stagioni successive.
Ieri sera, il Palermo, ha sprecato la sua ultima, grande occasione con l’ennesima desolante prestazione, al cospetto di una tenace, volitiva e battagliera Juve Stabia, che riflette il carattere del suo allenatore, così come – ahimè – il Palermo riflette quello di Dionisi.
Dire e scrivere, infatti, come ho letto stamane sulla “Rosea”, che il Palermo non abbia lottato; insomma, che non ci abbia neanche provato con tutte le sue forze, è un’invenzione “letteraria” del cronista. Il fatto è che ciascuno esprime la sua anima, qualunque sia la scena dove si esibisce e l’anima dei rosanero è un’anima “dolce”, che non conosce la rabbia, quella vera, quella che ti fa salire il sangue agli occhi. Così come, invece, riesce a fare la Juve Stabia, sospinta – come il vento sospinge le vele di una barca – dal suo nocchiero, il fumantino Pagliiuca, che ho avuto modo di conoscere personalmente un paio di mesi fa, quando la sua squadra è venuta al “Barbera” per giocare contro il Palermo.
Quella domenica, lui era squalificato e, quindi, me lo sono ritrovato alle spalle in tribuna stampa, che si agitava come e forse più di quando sta in panchina: cellulare nella mano sinistra e voce stentorea, che inveiva ad ogni intervento arbitrale contrario, urlando: VERGOGNA!”.
Per la cronaca, quella partita la vinse il Palermo ma non con grandi meriti, perché la Juve minacciò la rete difesa da Audero perfino più volte di quanto non sia capitato ieri sera. Ma torniamo ad oggi, anzi a ieri: la Juve Stabia, forte di due risultati su tre, avrebbe potuto controllare la gara e accontentarsi del pareggio, che, vista la classifica, l’avrebbe portata difilato alla semifinale con la Cremonese . Invece, si è visto sin dalle prime battute che era sua ferma intenzione aggredire il Palermo, segnare un gol, e, così, mettere subito un’ipoteca sulla vittoria.
E tuttavia, ad avere la prima occasione per sbloccare la partita è stato il Palermo, con un’iniziativa personale al 10’ di Di Francesco, ala-terzino nel cervellotico 3-5-2 di Dionisi, che, ancora fresco di gambe e di testa, scattava lungo la fascia sinistra, dribblava il suo “uomo” ed irrompeva in area di rigore, dove – piede a uncino sul suo tallone – veniva falciato: rigore solare, sul quale sorvolava con araldica indifferenza, l’arbitro Di Bello, che, in verità… di bello ha mostrato di avere solo il cognome: per il resto, più che un arbitro, è sembrato un… uomo di pace (e sappiamo quanto oggi siano preziosi gli uomini di pace) perché ha diretto con lo spirito del “paciere”: ad ogni fallo, anche pesante, lui, anziché ammonire, chiamava a sé il reprobo e gli faceva una predica, che si concludeva sempre con una paterna pacca sule spalle, come a dire: ”Va’ in pace, fratello, ma cerca di non peccare più !”.
La dissertazione sulla condotta dell’arbitro non vuole distogliere l’attenzione del lettore sui meriti –tanti – della Juve Stabia e sui demeriti – troppi – del Palermo. Che, al di là della grinta – chiamala rabbia, se vuoi – che il Palermo non possiede nel suo dna e che invece sovrabbonda in quella dei ragazzi di Pagliuca, ha perso la partita perché ha giocato male e a sprazzi e mai come squadra, nel senso che i pochi pericoli creati all’avversario erano frutto di iniziative personali (leggi quella del rigore negato su Di Francesco e, nell’ultimo istante del recupero e un’altra su punizione dal limite di Brunori e colpo di testa di Ceccaroni, deviato prodigiosamente sul palo da Thiam) e mai da azìoni corali.
Pertanto, la vittoria della Juve Stabia è meritata, perché fortemente cercata, perché sia nella fase difensiva che in quella d’attacco, ha giocato da squadra, con un atteggiamento aggressivo, che non ha dato respiro ai rosanero, costringendoli ad abbassare il baricentro e badare solo a difendersi. Il che non è affatto nelle sue corde non lo era ancora di più ieri sera, mancandogli per infortunio Magnani, il suo perno centrale, del quale si è avvertita oltre il lecito l’’assenza. Al suo posto, al centro del 3-5-2 giocava Baniya, che non è un mostro di agilità e, in più, doveva vedersela con Adorante, capocannoniere e pupillo della curva giallazzurra.
Su un suo banale “liscio”, infatti, nasceva il gol stabiese: solito lancio da un’area all’altra e palla che spiove in quella del Palermo. Qui, potrebbe respingerla agevolmente Baniya, che, invece, la liscia clamorosamente liberando, così, il rapace n.9 stabiese, che a infilava il piedone e di esterno destro anticipava il disperato intervento in scivolata di Ceccaroni.
Ea il 22’ della ripresa e Dionisi avrebbe dovuto metter subito riparo con i cambi, che, invece, sono arrivati undici minuti dopo: DI Mariano per Di Francesco e Le Douaron per Blin.
Nonostante il passaggio al 3-4-3, cambiava poco o nulla e solo a recupero inoltrato, come già detto, il Palermo sfiorava il pareggio, che avrebbe protratto la partita ai supplementari… E chissà?…
Ultima nota, particolarmente amara per noi innamorati persi del Palermo: ieri sera Pohjanpalo, il celebrato bomber arrivato a gennaio e costato oltre cinque milioni, è stato letteralmente cancellato dal campo da un certo Patrick Peda, 21 anni, proprietà del Palermo, che a gennaio, in prestito secco, lo ha ceduto alla Juve Stabia.
Dionisi, nei quasi cinque mesi che lo ha avuto a disposizione, gli ha concesso solo una manciata di minuti!!!!!
BENVENUTO CAMINITI
IL TABELLINO DELL’INCONTRO: JUVE STABIA – PALERMO 1 – 0
JUVE STABIA (3-4-1-2): Thiam; Ruggero (75’ Meli), Peda, Bellich; Floriani (84’ Andreoni), Pierobon, Mosti (75’ Meli), Fortini (29’ Rocchetti); Piscopo; Adorante (84’ Sgarbi), Candellone. A disposizione: Matosevic, Quaranta, Baldi, Gerbo, Maistro, Leone, Louati. Allenatore: Pagliuca.
PALERMO (3-4-2-1): Audero; Diakité, Baniya, Ceccaroni; Pierozzi (89’ Vasic), Blin (78’ Le Douaron), Gomes (89’ Ranocchia), Di Francesco (78’ Di Mariano); Segre, Brunori; Pohjanpalo. A disposizione: Desplanches, Sirigu, Lund, Insigne, Henry, Buttaro, Verre. Allenatore: Dionisi.
Arbitro: Di Bello (Brindisi).
JUVE STABIA (3-4-1-2): Thiam; Ruggero (75’ Meli), Peda, Bellich; Floriani (84’ Andreoni), Pierobon, Mosti (75’ Meli), Fortini (29’ Rocchetti); Piscopo; Adorante (84’ Sgarbi), Candellone. A disposizione: Matosevic, Quaranta, Baldi, Gerbo, Maistro, Leone, Louati. Allenatore: Pagliuca.
PALERMO (3-4-2-1): Audero; Diakité, Baniya, Ceccaroni; Pierozzi (89’ Vasic), Blin (78’ Le Douaron), Gomes (89’ Ranocchia), Di Francesco (78’ Di Mariano); Segre, Brunori; Pohjanpalo. A disposizione: Desplanches, Sirigu, Lund, Insigne, Henry, Buttaro, Verre. Allenatore: Dionisi.
Arbitro: Di Bello (Brindisi).
Reti: 67’ Adorante.
Ammoniti: 55’ Ruggero, 67’ Adorante, 86’ Gomes.
FOTO SOTTOSTANTE: Peda



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