Thursday, February 20, 2025
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Calcio – Serie B. AL BARBERA IN PALERMO-CESENA SOLO IL RICORDO DI TOTO SCHILLACI HA REGALATO PENSIERI, PAROLE ED EMOZIONI

di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano PALERMO – Ieri nell’aria si sentiva forte, vivo, palpitante il respiro di Totò…


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – Ieri nell’aria si sentiva forte, vivo, palpitante il respiro di Totò Schillaci e a presiedere , maestoso, c’era il sole che splendeva sotto un cielo, azzurro come la maglia n. 19 che Totò indossò nelle sette partite di quel Mondiale. Che sarebbe stato presto dimenticato o, peggio, ricordato solo come un mezzo fallimento se a renderlo memorabile non ci fossero stati i 6-gol-6 di Totò, uno per ogni partita, tutti decisivi, tranne quello contro l’Argentina, che poi vinse quella semifinale ai rigori.

Al centro della Curva Nord campeggiava la gigantografia della maglia n.19 che Totò indossò a “Italia ‘90” e, subito all’ingresso in campo delle squadre, le voci di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato cantare “Notti magiche”, l’inno di quei Mondiali, diventato poi per anni il canto italiano  più amato dagli italiani.

Due bellissimi striscioni, uno in Curva Nord 12 (“Totò, eroe delle notti magiche, addio” e l’altro , in Curva Nord inferiore (“La nostra palermitanità l’hai portata nel mondo”. Il tutto sotto un uragano di applausi dei ventitremila, tutti a cantare “Notti magiche” insieme a Gianni ed Edoardo.

E, infine, il minuto di raccoglimento delle due squadre prima del fischio d’inizio, con tutto lo stadio in piedi, in religioso silenzio.

E dopo questa magnifica, commovente coreografia, la scenografia, ovvero la partita, che avrebbe dovuto esserne degna e, invece, definirla partitaccia non è un’esagerazione ma l’unico attributo che merita.

Il Palermo scende in campo, forse (chissà?) in omaggio e in onore di Totò, con la terza maglia ( un biancoverde che sa di campi di grano non arati) , comincia anche col piglio giusto, quello aggressivo, che mira a (co)stringere l’avversario nella sua metà campo e già al 7’ va in gol, e che gol : su lancio verticale di Ranocchia,  Di Mariano scatta come una pantera, evita Curto come fosse un birillo, arriva sul fondo e crossa arretrato rasoterra. Sulla palla si avventa Henry, che di collo destro mette imparabilmente in rete.

1-0 e folla in delirio. Che dura pochi attimi, perché interviene il Var che decreta l’annullamento per un fuorigioco da lente d’ingrandimento 1/100.

Non sarà il primo e nemmeno l’ultimo intervento del Var, perché ce ne saranno altri due ed entrambi per gol realizzati dal Cesena , entrambi annullati, uno per f.g. millimetrico e l’altro al 63’, perché Shpendi avrebbe disturbato l’intervento di Desplanches, dopo la respinta di quest’ultimo e tap-in di Kargbo.

Il tutto con la terna arbitrale clamorosamente smentita dal Var, come se sei occhi dentro il campo fossero del tutto inutili:  come se a governare le sorti delle partite bastasse solo quello elettronico.

Certo che, come già spiegato, quando  ha segnato con Kargbo, in campo c’era solo il Cesena, che, capita l’antifona e la giornata storta del Palermo, si era fatto coraggio per prendere in mano il centrocampo e tentare di portar via i tre punti.

Se n’accorgeva Dionisi, che al 61’ sostituiva Insigne con Le Douaron e, cautelativamente, perché ammonito, Segre  con Saric.

Qualcosa sermbrava cambiare, almeno sotto il profilo della grinta, perché il bosniaco  metteva in campo le sue qualità migliori: lo strappo e la forza fisica. Sue erano le uniche incursione in verticale, suoi gli unici cross dal fondo. E tuttavia, come già detto, due minuti dopo Kargbo segnava, e in quel momento, anche se mancava quasi mezzora al 90’,  sembrava tutto finito per il Palermo molle ed evanescente visto fino ad allora.

Si faceva male Gomes (uno dei più attivi come sempre) e Dionisi era quasi costretto a metter di nuovo mano tra i panchinari: ne venivano fuori Vasic per il francese e Appuah per lo stremato Di Mariano.

Mancava ancora un quarto d’ora circa più recupero (che si prennunciava ampio, visti gli interventi spesso lunghi del Var) e tutto poteva ancora cambiare.

E, di fatto, cambiava, perché i subentrati ravvivavano il ritmo,  che era stato sempre troppo blando, del Palermo, che riusciva a cambiare l’inerzia della partita, costringere il Cesena nela sua metà campo e finalmente cercare di superarne gli argini aggirandolo sulle fasce. Dove era vitalissimo Saric, finalmente sembrato quello  di due anni fa nell’Ascoli,  coi suoi strappi incontenibili per forza fisica e progressione. Suoi erano i cross a filo d’erba dal fondo, suo l’ultimo assist al bacio con un traversone a rientrare sul quale sarebbe bastato un collo pieno di Vasic, che, invece, colpiva d’esterno risparmiando Pisseri, ormai battuto.     

Era l’ultimo minuto dei sette di recupero…

… E poi solo tanta delusione, col pubblico, impagabile, che riservava ai giocatori, accorsi solto al Curva Nord, un generosissimo applauso.

Un’amara considerazione prima di chiudere: continuare a parlare di serie A per una squadra incapace di far fare anche una sola parata al portiere avversario, è un’eresia, se non peggio. E non basta aggrapparsi agli alibi degli assenti (Di Francesco, l’uomo più in forma del momento, in primis), perché una squadra attrezzata per vincere il campionato  le assenze per infortuni  e squalifiche deve metterle in conto ed essere sempre in grado di porvi rimedio.  

Benvenuto Caminiti

IL TABELLINO DI PALERMO – CESENA 0 – 0

PALERMO (4-3-3): Desplanches; Diakité, Nedelcearu, Nikolaou, Pierozzi; Segre (61’ Saric), Gomes (78’ Vasic), Ranocchia; Insigne (61’ Le Douaron), Henry (71’ Brunori), Di Mariano (78’ Appuah). A disposizione: Nespola, Sirigu, Baniya, Buttaro, Peda, Ceccaroni. Allenatore: Dionisi.

CESENA (3-4-2-1): Pisseri; Curto (46’ Ciofi), Prestia, Mangraviti; Adamo (73’ Tavsan), Calò (73’ Mendicino), Bastoni, Donnarumma; Kargbo (89’ Van Hooijdonk), Ceesay; Shpendi (73’ Antonucci). A disposizione: Klinsmann, Siano, Chiarello, Celia, Piacentini, Francesconi, Pieraccini. Allenatore: Mignani.

Arbitro: Manganiello (Pinerolo).

Ammoniti: 29’ Donnarumma, 40’ Curto, 46’ Diakitè, 52’ Segre, 56’ Pierozzi, 69’ Calò, 70’ Saric, 79’ Ciofi, 90’ Prestia.

Nella foto sottostante l’omaggio a Totò Schillaci

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