Calcio – Serie B – Il IL CITTADELLA BATTE IL PALERMO PER LA QUARTA VOLTA DI FILA
L’Opinione e il commento
del giorno dopo a cura di Benvenuto Caminiti
di Benvenuto Caminiti da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)
CITTADELLA – Il Cittadella batte per quarta volta di fila il Palermo /(evidentemente, la sua bestia nera) e lo affonda nelle sabbie mobili dei play out.
E lo fa al terzo dei cinque minuti di recupero concessi dall’ “imbarazzante” arbitro Simone Galipò di Firenze (che ne ha combinate di cotte e di crude) con uno dei due ex in campo: Masciangelo, che calcia da posizione defilata col piede sbagliato, il destro, infilando chirurgicamente l’angolino lontano della porta difesa da Desplanches. Un tiro-monstre, il classico tiro della domenica, un golazo, un tiro che se lo ripete cento volte di seguito, centouno volte finisce in curva.
Un Palermo in piena confusione – roba da indagine psicoanalitica – la stessa della quale, da qualche tempo, sembra essere preda il suo allenatore, che cambia formazione ad ogni partita, e, peggio, cambia modulo e sistema di gioco. E, peggio ancora, a causa delle sue “improvvisate” (chiamale se vuoi “genialate” ), molti suoi giocatori giocano in ruoli “impropri”, così che la loro resa tecnica cala vistosamente. Un esempio, Babyia che fa l’esterno destro e Vasic che fa il trequartista: ebbene , il primo in carriera ha fatto sempre e solo il centrale difensivo, mentre l’altro un ruolo suo preciso non ce l’ha, per il semplice fatto che i due anni di milizia rosanero li ha passati più in tribuna o in panchina che in campo. E, comunque, se hai la fortuna di avercelo già il trequartista – Verre – non si capsice perché te ne devi inventare uno nuovo di zecca e, nella fattispecie, in un ragazzo spaurito e senza ruolo qual è, appunto, Vasic.
Il risultato di tante “genialate”?… Un primo tempo squallido del Palermo, al cospetto di un modestissimo Cittadella, che, però, gioca come deve giocare, cioè corto dietro e attento a ripartire in contropiede.
Mai visto fino al 44’, il Cittadella dalle parti di Desplanches, ma quell’unica volta che vi si affaccia, lo fa da killer spietato, quando Vita arpiona una palla difficile e, pur defilato, scocca un destro strisciante, che passa tra le gambe di Deslanches e s’infila nel sacco.
Ecco, così è passato in vantaggio il Cittadella: limitandosi a controllare gli inutili contorsionismi del Palermo a metà campo, senza mai un lampo di luce, un anelito offensivo perché il geniale mister rosanero, dimentico della fortunata e fortunosa vittoria di giovedì scorso sul Bari, ha rimescolato la squadra dalla base all’altezza, tirando di nuovo fuori dagli undici di partenza capitan Brunori per…Insigne e aschierando Le Douaron come centravanti, lui che centravanti non è ma, lapalissianamente – basta guardarlo, come si muove, la sua falcata ampia – per capire che è un esterno.
Dice: ma il Cittadella che si affaccia nell’area rosanero una sola volta, che tira in porta una sola volta e passa in vantaggio è solo fortuna.
Balle.
La verità è che il Cittadella, nella sua conclamata mediocrità fa quel minimo che può, ma lo fa con umiltà e disciplina, mentre il Palermo, pur disponendo, uno per uno, di undici giocatori più forti degli undici di Del Canto, non combina nulla di buono, giochicchia a centro campo, senza un guizzo di coraggio, cioè senza rendere onore alla maglia e dignità al blasone che rappresenta.
A fine primo tempo, gli undici rosanero scivolano via a testa bassa verso il tunnel degli spogliatoi, sotto un uragano di fischi dei propri tifosi esasperati per l’ennesimo senso di vergogna che stanno provando.
Saranno stati questi fischi, certo è che, ad inizio ripresa, il Palermo si ripresenta con il suo vero capitano, Matteo Brunori, lasciato inspiegabilmente a macerarsi ancora in panchina per tutto il primo tempo.
E capitam Brunori si presenta subito, con un filtrante che spalanca l’area di rigore avversaria davanti a Lund, che viene falciato da un trafelatissimo D’Alessio meno di un metro prima dei sedici metri. L’ineffabile Galipò tira fuori dal taschino il cartellino rosso e lo sbatte in faccia al difensore, come si trattasse di fallo da ultimo uomo, ma così non era, come gli fa capire subito dopo il Var. Uno dei tanti fischi sbagliati dell’arbitro fiorentino che, in uno scenario da terza categoraia, ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio.
E’ solo punizione, praticamente sulla linea dei 16 mt, una punizione difficile perché troppo ravvicinata e ci vuole un piede speciale per aggirare la folta barriera che sta davanti al tiratore. Piede speciale che possiede Brunori, che spara il suo destro sul quale, smanacciando quel pallone, Kastrati compie un vero miracolo . Sulla ribattuta c’è Lund, che sigla l’1-1..
E qui comiincia un’altra partita perché il Cittadella, palesemente contento del punticino, arretra ancora di più il suo baricentro, concedendo così al Palermo facoltà e spazi per avanzare e trovare finalmente quel pizzico di coraggio necessario per portarsi via i tre punti. E sembra trovarlo Brunori, dopo un uno-due col subentrato Golmes ( altra “genialata” lasciarlo in panchina per 71’) sferra un bolide rasoterra che costringe Kastrati al secondo miracolo della serata…
… E la partita si ammoscia di nuovo – intendo la partita del Palermo, perché quella del Cittadella è stata sempre all’arma bianca – e i rosanero non riescono ad affondare il colpo decisivo su un avversario quasi allo stremo.
Ma è proprio quando le forze scemano che si valuta l’animus pugnandi di un esercito, e quello rosanero, sotto questo profilo, non sa neanche cos’è l’animus pugnandi, perché, man mano che la partita si avvia al 90’, pare accontentarsi di un pareggio, che non salverebbe neanche la faccia. E succede, così, che il Cittadella si affacci per la seconda volta nell’area di rigore rosanero e lo fa con il suo esterno mancino Masciangelo, che aggira il tremolante Buttaro e di destro, lui ch’è un mancino puro, trafigge l’incolpevole Desplanches, che si tuffa ma nulla può per fermare quella rasoiata imprendibile.
Al triplice fischio, i rosanero si avviano verso la curva per salutare i tifosi ma si fermano a mezza via, come davanti a un muro, tutti a capo chino, per i fischi laceranti e gli insulti rabbiosi che gli piovono addosso .
Nella nostra ultrasettantennale milizia di tifoso rosanero, ne ho viste di crisi mortifere, ma mai una come questa, che ci lascia sgomenti per la sequenza di sconfitte (quattro nelle ultime cinque partite), senza che la dirigenza esegua l’unica mossa possibile per venirne fuori: il cambio della guida tecnica. E che vi proceda d’urgenza, prima che la deriva tocchi il fondo, perché, come denuncia chiaramente la classifica, la trappola dei play off è ormai ad un passo.
BENVENUTO CAMINITI
IL TABELLINO DELL’INCONTRO: CITTADELLA – PALERMO – 2 -1
CITTADELLA (3-5-1-1): Kastrati; Salvi, Pavan, Carissoni; D’Alessio, Amatucci (66’ Desogus (85’ Rabbi)), Casolari (66’ Branca), Tronchin, Masciangelo; Vita; Pandolfi (85’ Ravasio). A disposizione: Scquizzato, Maniero, Magrassi, Cassano, Voltan, Rizza, Piccinini, Cecchetto. Allenatore: Dal Canto.
PALERMO (3-5-2): Desplanches; Baniya, Nikolaou, Ceccaroni; Pierozzi (71’ Buttaro), Segre, Ranocchia, Vasic (71’ Gomes), Lund; Insigne (46’ Brunori), Le Douaron (85’ Henry). A disposizione: Sirigu, Cutrona, Nedelcearu, Appuah, Saric. Allenatore: Dionisi.
Arbitro: Galipò (Firenze).
Reti: 44’ Vita, 54’ Lund, 91’ Masciangelo.
Ammoniti: 11’ Nikolaou, 26’ Casolari, 32’ Salvi, 50’ D’Alessio, 87’ Henry, 93’ Masciangelo.
Foto sotto: Ale DIonisi
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