Calcio – Serie B – IL PALERMO BATTE LA JUVE STABIA E VOLA AL QUINTO POSTO
La Juve Stabia, neo promossa e rivelazione assoluta della Serie B, arrivava al Barbera preceduta dalle dichiarazioni bellicose del suo funambolico allenatore, mister Guido Pagliuca, un tipo sanguigno, in campo, che, da squalificato, ha seguito la partita dalle ultime file della nella rabberciata tribuna stampa, metà della quale chiusa al traffico perché, nonostante la tettoia, ci piove dentro. Il mister stabiese ha seguito la partita urlando come fosse in panchina, anzi di più, andando spesso oltre i limiti non solo del lecito ma, peggio, del buon gusto.
di Benvenuto Caminiti da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)
PALERMO – Comincio dalla fine, ne vale la pena: la partita è stata brutta, sporca… ma non cattiva, anzi molto buona con noi, che amiamo il Palermo: le occasioni più nitide le ha avuto la Juve Stabia, ma in gol ci siamo andati noi (e mi scuso per il ripetuto “noi”, che sta a indicare il Palermo e l’appartenenza sentimentale di chi scrive ai suoi colori e ai suoi destini) con una staffilata dai venti metri del neo entrato (al posto di Segre) Vasic, sulla quale il bravo Thiam , forse colto di sorpresa (visuale coperta), oppone la mano aperta, respingendo così sui piedi dell’accorrente (ed arrembante) Le Douaron, al suo quarto gol nelle ultime cinque partite.
Dicevo: comincio dalla fine perché ne vale la pena: al triplice fischio dell’elegante Massimi di Tremoli, con tutto lo Stadio in piedi e in festa, la squadra, come suole da quando ha cominciato a vincere in casa (tre partite di fila), si riunisce in cerchio a metà campo e, prima che tutti insieme corrano sotto la Curva a braccia levate per ringraziarla, si vede Nikolaou staccarsi dagli altri e filare dritto verso la porta, dove ancora, solo soletto, ristà Sirigu (forse in difficoltà per sfilarsi i guantoni o perché colto di sorpresa dalla nostalgia di certi ricordi lontani) e lo abbraccia forte, come volesse stritolarlo: è il suo modo di ringraziarlo per le due-tre paratone con le quali ha salvato il Palermo.
Una scena, questa, che , da un lato intenerisce e, dall’altro, spiega come, da qualche partita a questa parte (diciamo dall’avvento del nuovo direttore sportivo) il Palermo sia diventata una squadra nel senso più ampio del termine, cioè non solo in campo, ma ben oltre.
La Juve Stabia, neo promossa e rivelazione assoluta della Serie B, arrivava al Barbera preceduta dalle dichiarazioni bellicose del suo funambolico allenatore, mister Guido Pagliuca, un tipo sanguigno, in campo, che, da squalificato, ha seguito la partita dalle ultime file della nella rabberciata tribuna stampa, metà della quale chiusa al traffico perché, nonostante la tettoia, ci piove dentro. Il mister stabiese ha seguito la partita urlando come fosse in panchina, anzi di più, andando spesso oltre i limiti non solo del lecito ma, peggio, del buon gusto.
Già la partita era difficile di suo, perché la Juve Stabia ha dimostrato di valere i trenta punti che ha in classifica, dotata com’è di un gioco non solo bello da vedere ma anche molto pragmatico: se c’è da spazzare via, lo fa con la stessa disinvoltura con la quale contrattacca e affonda I colpi, lì davanti.
Infatti, come già detto, soprattutto nel primo tempo le uniche nitide occasioni da gol le ha avuto la Juve Stabia e c’è voluta, al 36’, una paratona di piede di Sirigu per sventare un tiro a botta sicura di Candellone, spuntato, all’improvviso, solo davanti a lui.
Non che il Palermo non ci provasse, ma gli affondo di Ranocchia e la regia mobile di Gomes non bastavano ad aprire la difesa a scudo della Juve Stabia, che, a fisarmonica, bloccava e ripartiva: insomma, una gran bella squadra senza evidenti punti deboli e, soprattutto, ad un tempo, accorta e aggressiva.
La ripresa, però, mostrava un altro spartito, cioè un Palermo più aggressivo e meno disposto a subire la fisicità degli avversari, dei marcantoni, soprattutto in difesa..
Brunori e Le Douaron si scambiavano spesso di posizione, il che procurava qualche problema a Vernier e Bellich, i due centrali, fortissimi nel gioco aereo e, tuttavia, agili al punto che sia il francese che il capitano rosanero raramente riuscivano a tirarsi fuori dalle loro grinfie.
La partita era ormai diventata simile una partita di scacchi (attacchi e ciontrattacchi, da una parte e dall’altra, il che rendeva lo spettacolo più avvincente di quanto non fosse stato nel primo tempo.
Al 16’, un po’ a sorpresa, Dionisi operava la prima sostituzione. Fuori Segre (ennesima partita grigia dell’ex Toro) e dentro Vasic, un giovane dalle belle speranze, fin qui mai diventate qualcosa di più. Invece, stavolta, eccolo l’ex Padova: è il 21’, arpiona una palla a centrocampo, strappandola di forza dai piedi di capitan Buglio, fila in verticale e staffila di destro dai venti metri: Thiam si butta sulla sua sinistra ma respinge corto e Le Douaron, il più vivo e vivace dalla metà campo in su, è lì a metterci il piede e siglare il gol dell’1-0, che poi si rivelerà il gol della vittoria.
Non riferisco, per carità di patrtia, le imprecazioni di mister Pagliuca alle mie spalle: una furia incontenibile: dopo pochi minuti, ne cambia prima due (Rochetti e Buglio per Sgarbi e Leone) e poi il terzo Morachioli per Fortini e ordina (via cell, presumo) l’assalto all’arma bianca, che non produce niente più di un paio di corner.
Finisce nel tripudio di tutto lo Stadio, con un quinto posto che sa di play off già buoni ma che vanno migliorati, perché la squadra , come già spiegato, ora ha finalmente un’anima, e dire che ce l’ha perché Dionisi ha cambiato modulo (dal 4-3-3 è passato al 3-5-2) sarà riduttivo ma molto vicino alla verità. Da quando in campo c’è Brunori, anche questo Brunori non ancora nel pieno della forma, l’avversario sa che deve dedicargli un’attenzione particolare ( una doppia marcatura ad uomo) , il che libera Le Douaron, il suo compagno di reparto, e gli offre più di un’occasione da gol a partita.
Il Palermo, al di là dei meriti innegabili della Juve Stabia ( anzi proprio per questo), migliora di partita in partita, tant’è che, classifica rigenerata a parte, gli si spalanca davanti un futuro prossimo roseo. Non sarà il massimo, non sicuramente quello preconizzato ad inizio campionato, ma una buona posizione ai play off e un mercato di gennaio che completi l’organico colmandone le lacune, lascia nel cuore dei tifosi rosanero una speranza concreta: quella di arpionare, sia pure in extremis, la mai tanto, come ora, sospirata Serie A.
BENVENUTO CAMINITI
IL TABELLINO DELL’INCONTRO: PALERMO – JUVE STABIA 1 – 0
Palermo (3-5-2): Sirigu; Baniya, Nikolaou, Ceccaroni; Pierozzi (89’ Diakité), Segre (61’ Vasic), Gomes, Ranocchia (79’ Saric), Lund; Brunori (79’ Verre), Le Douaron (79’ Henry). A disposizione: Desplanches, Nedelcearu, Appuah, Di Francesco, Buttaro, Peda, Blin. Allenatore: Dionisi
Juve Stabia (3-4-2-1): Thiam; Folino, Varnier, Bellich; Rocchetti (76’ Sgarbi), Buglio (76’ Leone), Pierobon (46’ Meli), Fortini (80’ Morachioli); Piscopo (57’ Maistro), Candellone; Adorante. A disposizione: Matosevic, Signorini, Quaranta, Ruggero, Floriani Mussolini, Baldi, Mosti. Allenatore: Tarantino (Pagliuca squalificato)
Arbitro: Luca Massimi della sezione di Termoli
Marcatori: 67’ Le Douaron (P)
Ammoniti: Lund, Gomes (P), Piscopo, Pierobon, Candellone (JS)
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