Friday, April 19, 2024
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Calcio – Serie B. Il Palermo pareggia al Barbera col Cosenza e cala il gelo sugli spalti

Con questo pareggio la distanza dall’ultimo posto utile per enrtrare nei play off, a sei giornate dalla fine del campionato, resta comunque un traguardo più che possibile, sol che la squadra ritrovi il gioco che fino ad un mese riusciva  a far sognare in grande l’impagabile tifoseria rosanero. 


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – Alla fine di una partita giocata male, costellata di errori grossolani e finita  a reti inviolate sol perchè al secondo dei quattro minuti di over time, il Var annulla il gol del Cosenza, i giocatori del Palermo, quasi di malavoglia, presagendo quale sarebbe stata l’accoglienza, vanno sotto la Curva Nord e rimangono solo pochi secondi, gelati da un silenzio di tomba. I magnifici ultras, che per I novantrasei minuti della partita hanno fatto un tifo che definire MERAVIGIOSO è riduttivo, li seppelliscono nella loro gelida – seppure solo apparente – indifferenza: come se non li riconoscessero, come se non capissero cosa mai fosseo venuti a fare sotto la loro curva. O peggio: con quel silenzio di tomba, stanno dicendo loro che guardarli da vicino procura solo fastidio, se non addirittura disgusto.

Insomma, in tanti anni di frequenza e di tifo nel mio Stadio, non mi era mai capitata una cosa simile: che un’intera curva, quella Nord, quella dove davvero pulsa il cuore del tifo rosanero, a fine partita reagisse così: con il SILENZIO assoluto.

E’ stato per me uno shock, io che, nel bene e nel male, resto sempre dalla parte dei giocatori, perché l’unica cosa che non riesco a perdonare loro è che non sudino la maglia per tutti i novanta minuti. Che poi giochino male come ieri o addirittura siano nettamente  sconfitti, m’importa molto di meno. L’unica cosa che per me, tifoso d’antan (qualcosa come settant’anni di milizia rosanero) è che i miei giocatori abbiano comunque onorato la maglia. Col sudore, con la corsa, con la dedizione più totale alla causa.

E ieri, sotto il profilo dell’impegno, ai giocatori posso rimproverare poco o nulla; che abbiano sbagliato molto più del “lecito” è indubbio; che non siano stati capaci, pur facendo la partita almeno per tre quarti dei novanta minuti, senza praticamente cavare un ragno dal buoco (leggi: azioni da gol o, almeno, da quasi gol) è altrettanto indubbio, ma nessuno, basti che non sia obnubilato dai pregiudzi, può accusare i ragazzi di Corini di scarso impegno o, peggio, di mancanza di impegno.

E qui sta il busillis: se impegnandosi allo spasimo come anche ieri hanno fatto, hanno  rischiato di perdere la partita – come, a dirla tutta – avrebbero meritato – questo non può considerarsi un’attenuante ma semmai un’aggravante: perdere per scarso impegno è spregevole ma consequenzile; perdere, invece, malgrado strenuo impegno, può significare una cosa sola, di per sé, esasperante: che questa squadra non ha le qualità per accedere ai play off e, se mai vi accedesse, rischierebbe l’onta di  esserne subito, alla prima partita, buttata fuori.

Insomma, quello che con tutto questo panegerico voglio dire è che io, fossi stato come trent’anni fa tra quegli ultras della Curva Nord, ai giocatori che si avvicinavano per i rituali saluti di fine partita qualche rabbioso insulto glielo l’avrei urlato… E non solo rabbioso: direi di più e di peggio. Avrei urlato di tutto sulla loro testa bassa, perché si vergognassero dello spettacolo inverecondo che avevano offerto.

Quello che mi ha ferito di più, non solo come tifoso ma anche come innamorato del gioco più bello del mondo è che a calcio ieri sera, sia tecnicamenet che tatticamente, ho visto giocare molto meglio il Cosenza di Viali che il Palermo di Corini. E, a guardare la classifica e a valutare il valore sul mercato delle due squadre, sarebbe dovuto accadere tutto il contrario. Senza contare che il Cosenza giocava in trasferta e, precisamnente, in uno degli stadi più “focosi” d’italia, là dove è più che lecito rinominare i tifosi come “il dodicesimo uomo in campo”. E, invece, è stato il Cosenza a interpretare come da copione la partita, mentre il Palermo sembrava recitare a soggetto: mai che un giocatore, palla al piede, avesse almeno due o tre opzioni di passaggio, così da rendere fluida la manovra e proporsi  “seriamente” davanti a Micai, quasi mai intervenuto, al punto che veniva da pensare che si trovava lì, davanti alla sua porta non per fare il suo consueto lavoro ma per…guardarsi aggratis la partita.

In pratica, mentre  il Cosenza tesseva le sue trame di contenimento, prima e ripartenza, poi, il Palermo affogava  in un evidente caos tattico, che, da una parte, lo portava confusamente verso la porta avversaria, dall’altra lo costringeva a repentini, affannosi rinculi verso la propria area, per sventare i fIccanti contropiedi del Cosenza. Che in un paio dii occasioni, sia nel primo tempo che, come già detto, a metà del recupero, avrebbero meritato il gol della vittortia. Solo che non ci fossero stati, di mezzo, le paratone di Pigliacelli e, infine, l’intervento del Var.

E, per chiudere, una mesta nota che riguarda la guida tecnica, mai vista così in confusione come ieri sera: sia nel primo tempo che nel secondo – durante il quale, vivaddio c’era stato un atteggiamento del Palermo  ben più aggressivo, ma sempre e solo caotico – in cui (23’, con l’ingresso di Damiani e Valente per Saric e Verre) Corini tentava di porre rimedio (sia pure con colpevole ritardo) agli evidenti errori di formazione iniziale.

Con questo pareggio la distanza dall’ultimo posto utile per enrtrare nei play off, a sei giornate dalla fine del campionato, resta comunque un traguardo più che possibile, sol che la squadra ritrovi il gioco che fino ad un mese riusciva  a far sognare in grande l’impagabile tifoseria rosanero. 

Benvenuto Caminiti

PALERMO – COSENZA 0 – 0IL TABELLINO

IL TABELLINO:

PALERMO (3-5-2): Pigliacelli; Mateju, Nedelcearu, Marconi; Segre (77′ Sala), Saric (68′ Damiani), Gomes, Verre (68′ Valente), Aurelio; Soleri, Brunori (83′ Vido). A disp.: Massolo, Grotta, Massolo, Orihuela, Tutino, Masciangelo, Broh, Buttaro, Lancini. All. Corini.

COSENZA (4-4-2): Micai; Rispoli, Vaisanen (29′ Venturi), Meroni, Martino; Marras, Calò, Brescianini, Florenzi (67′ D’Urso); Nasti (67′ Delic), Finotto (89′ Zilli). A disp.: Marson, Kornvig, Salihamidzic, La Vardera, Cimino, Arioli, Prestianni, Cortinovis. All. Viali.

ARBITRO: Sacchi di Macerata (Capaldo-Moro).

MARCATORI: -.

NOTE: Ammoniti Brescianini, Marconi, Finotto, Florenzi, Mateju, Valente, Gomes.

Tentativo a rete di Soleri
testatina

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