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Sunday, March 23, 2025
Quotidiano Nazionale Indipendente


Calcio – Serie B – Il Palermo perde anche col Catanzaro: ormai è crisi nera!

Prima di chiudere solo una nota, forse scontata ma necessaria: da che calcio è calcio,  se una squadra va in crisi e non si notano segni di miglioramenti, si cambia la guida tecnica. Non è l’auspicio di uno che di mestiere fa il cronista né l’invettiva di un tifoso arrabbiato, ma solo una “ovvia” considerazione tecnica.


di Benvenuto Caminiti da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)

PALERMO – Già mezzora prima della partita, il sole s’è nascosto dietro banchi di nuvole scure, lasciando il posto prima ad una pioggerellina sottile (che da queste parti viene chiamata sbrizzìu) e poi, man mano che prendeva corpo l’ennesimo scempio del Palermo sul suo terreno e davanti ai suoi tifosi, s’infittiva sempre di più fino a grandinare.

E, alle spalle della Curva Nord, cuore pulsante del tifo rosanero, le verdi pendici del Monte Pellegrino sparivano nella foschia provocata dal diluvio:  come se anche il cielo e Santa Rosalia, Patrona di Palermo, fossero in collera perché il Barbera, che era sempre stato il suo fortino, fosse ormai alla mercé di qualsiasi avversario, perfino del modesto, seppur volitivo e coriaceo Catanzaro (seguito fin qui da oltre seicento tifosi) dell’ex mediano rosanero Fabio Caserta.

Insomma, sto cercando vie traverse, senza trovarle, per spiegare l’evidente e progressiva involuzione tecnico-tattica del Palermo, che , pur battendosi con ardore, direi perfino con rabbia, non riesce a cavare un ragno dal buco. E questo dura da inizio stagione, perché il Palermo non ha mai avuto un gioco, non c’è traccia di uno spartito da recitare insieme, così che ciascuno improvvisa e all’avversario basta coprire gli spazi e ripartire in contropiede.

Che il pomeriggio sarebbe stato nero  più delle nuvole in cielo, si è capito anche prima che il tremebondo Arena di Torre del Greco, sostituto in extremis del designato Dionisi, desse il fischio d’inizio, perché, all’ingresso delle due squadre in campo, salivano alti i “VAFFAN C…O della curva Nord, indirizzati prima al direttore generale Gardini, poi, al diesse De Sanctis e, infine, i più forti e ripetuti, all’allenatore.

Il buon Caserta, annusata l’aria di tempesta, avrà caricato a dovere i suoi giocatori: “Questi stanno in crisi nera, attaccateli subito!”.

E così hanno fatto, tant’è che già al 3’, dopo un batti e ribatti in area di rigore rosanero, Biasci, ha duettato col suo “compare” d’attacco Iemmello e di destro ha fulminato Desplanches nell’angolino alla sua sinistra..

La partita, che già si presentava in salita per la crisi che covava sotto le ceneri, è diventata subito una montagna di fuoco, per scalare la quale era necessario, anzi indispensabile, serrare le fila e giocare sì col cuore ma anche con la necessaria accortezza tattica.

Ma c’era da farlo con un nuovo assetto tattico ed un sistema di gioco inedito: il 3-4-3, con l’innesto di Nedelcearu, l’esclusione di Banyia, Ceccaroni terzo di difesa e Lund  braccetto di sinistra. Insomma, un rimpasto in tutti e tre i reparti che ha prodotto solo tanta confusione.

E tuttavia, sotto l’incessante a spinta dei tifosi (oggi in meno di sedicimila, praticamente i soli abbonati più qualche centinaio di paganti – e basterebbe questo dato per mettere in allarme la società) il Palermo arraffava il pareggio sull’ennesimo corner battuto da Ranocchia, tornato a fare il regista ( che non è il suo ruolo) e colpo di testa schioccante di Nikolaou, che bruciava i guantoni a Pigliacelli.

Era la mezzora e il libro della partita era ancora tutto da scrivere.

Sarebbe bastato che, subito, ad inizio ripresa, chi di dovere facesse gli opportuni cambi, che apparivano evidenti a tutti: togliere dal campo gli evanescenti (eufmismo) Henry e , soprattutto, Le Douaron e inserire, al loro posto, Brunori e Insigne. Anche perché il Palermo continuava ad attaccare confusamente, costringeva nella sua metà campo l’ordinato Catanzaro, ma, come già detto, senza creare problema alcuno a Pigliacelli, che, anzi, sembrava quasi beffarsi della sua vecchia squadra per i  suoi ghirigori ai margini dei sedici metri, prima di rilanciare verso questo o quel compagno di squadra.

Ebbene, i cambi che, fradici sotto il diluvio, i tifosi tutti si aspettavano dal primo minuto della ripresa, arrivavano soltanto al 23’, con l’ingresso di Brunori e  Insigne al posto dei succitati Henry e Le Douaron.

Mancava ancora quasi mezzora, recupero compreso, e tutto poteva finalmente cambiare, perché perdere ci sta ma non contro un avversario che, ripeto, ha lottato con vigore e acume tattico, ma che fose battibile si vedeva occhio nudo: bastava attaccare coprendo gli spazi, allargando il gioco sulle fasce e, così consentire alle due nuove punte, Brunori e Insigne, di  infilarsi nei buchi giusti al momento giusto:  roba che non potevano fare (perché non sanno farlo) i due francesi e che, invece, hanno subito fatto Insigne e Brunori.  scambio veloce, inserimento del capitano e  destro fortissimo sotto la traversa. Là dove è arrivato con la punta del guantone il bravo Pigliacelli che, voglio ricordarlo, l’estate scorsa è stato ”regalato” al Catanzaro, come fosse uno scarto e, invece, ancora una volta, ha dimostrato di essere un signor portiere.

Ma siccome il calcio, bastardo, non perdona, nell’unica occasione in cui il Palermo, dopo l’ennesimo tentativo di affondo, si è fatto trovare scoperto, il Catanzaro, cinico, ne ha approfittato, segnando il gol dell’1-2 con un destro-capolavoro di Pompetti che si è infilato all’incrocio dei pali dell’incolpevole Desplanches: Sebastiano, due tiri, due gol, di certo la fortuna non è stata dalla sua parte e, tanto meno da quella del Palermo.

Prima di chiudere solo una nota, forse scontata ma necessaria: da che calcio è calcio,  se una squadra va in crisi e non si notano segni di miglioramenti, si cambia la guida tecnica.

Non è l’auspicio di uno che di mestiere fa il cronista né l’invettiva di un tifoso arrabbiato, ma solo una “ovvia” considerazione tecnica.

IL TABELLINO DELL’INCONTRO: PALERMO – CATANZARO 1 – 2

MARCATORI: 3′ BIASCI (Cz), 32′ Nikolaou (Pa), 83′ POMPETTI (Cz)

PALERMO FC (4-3-3): Desplanches; Nedelcearu, Nikolaou (79′ Baniya), Ceccaroni, Lund; Ranocchia (79′ Gomes), Segre, Di Mariano; Di Francesco (88′ Verre), Henry (68′ Brunori), Le Douaron (68′ Insigne). All.: Dionisi

US CATANZARO 1929 (3-5-2): Pigliacelli; Cassandro, Scognamillo, Bonini; Compagnon (88′ Pittarello), Pompetti, Petriccione, Pontisso (75′ Koutsoupias), Ceresoli; Iemmello (88′ Šitum), Biasci (75′ Buso). All.: Caserta

ARBITRO dell’incontro: ARENA; ASSISTENTI: LOMBARDO – BELSANTI; IV UFFICIALE: NIGRO; VAR: BARONI; AVAR: DI VUOLO

NOTE: pioviggine e schiarite, circa 13 gradi; terreno in erba naturale;

SPETTATORI: 8000 circa. 600 tifosi giallorossi presenti sugli spalti

AMMONITI: 42′ Ranocchia (Pa), 45+3 Ceresoli (Cz), 86′ Segre (Pa), 96′ Verre (Pa) ESPULSI; CORNER: 6-3 – rec. 3′ p.t.; 5′ s.t.

ARBITRO: Alberto Ruben Arena (Torre del Greco); assistenti Fabrizio Lombardo e Marco Belsanti, IV uomo: Mattia Nigro. VAR   Niccolò Baroni. AVAR Rodolfo Di Vuolo.  – Il sig. Arena ha diretto per la prima volta un match ove è presente il Palermo. Col Catanzaro un solo precedente: Gara di Coppa Italia edizione 2024-25 disputata contro l’Empoli e persa 4 a 1.

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