Calcio – Serie B. IL PALERMO SI RISCATTA AL DRUSO SULLA SCIA DI UN GRANDE DI MARIANO
L’Opinione di Benvenuto Caminiti del giorno dopo
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano
BOLZANO – Più difficile di quanto dica il risultato la vittoria del Palermo al Druso di Bolzano contro i ragazzi di Valente, che sin dal fischio di inizio dell’arbitro Galipò di Firenze, hanno preso d’assedio la metà campo rosanero, ben sapendo di doverla mettere sul piano della lotta per colmare l’evidente gap tecnico con l’undici allenato da Dionisi.
In pratica – e con le dovute proporzioni – “i tirolesi” hanno cercato di “imitare” il Napoli che quattro giorni prima al “Maradona”, erano partiti subito all’attacco e in una decina di minuti avevano già segnato due gol: “Li prendiamo di sorpresa – avrà detto Valente ai suoi prima della partita ai suoi – come ha fatto il Napoli, perché questi all’inizio da noi non se l’aspettano proprio!”.
E, in effetti, il Sud Tirol ha cominciato al galoppo con un pressing totale, che non lasciava respiro al centrocampo rosanero, e già al 4’ di gioco, sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti per fallo su Casiraghi (il loro uomo-gol e il loro leader) sono andati vicini al vantaggio con tiro di Tait appena alto sulla traversa.
E per un buon quarto d’ora, in verità, sembrava che il Palermo – quello vero, non quello delle seconde linee schierato giovedì scorso al “Maradona – fosse un po’ contratto e non riuscisse a ripartire. Insomma, sembrava patire pesantemente e scorie psicologiche della goleada subita al “Maradona”.
Insomma, la squadra, quella uno per tutti e tutti per uno sempre auspicata ed annunciata da mister Dionisi, e fin qui mai vista sl campo, latitava anche al Druso: almeno questa era l’impressione iniziale, perché il pallino del gioco l’aveva in pugno il Sud Tirol e il Palermo si limitava a una trafelata difesa di blocco.
Senonché…
… Senonché, laggiù lungo tutta la fascia sinistra, giostrava, lottando come un leone, sia in fase propositiva che in ripartenza, Francesco Di Mariano, preferito a Di Francesco, appena rientrato in gruppo da un lieve infortunio: aveva di fronte, come avversario diretto, l’esperto Molina, un altro che nella lotta si esalta, un altro che scatta, dribbla, contrasta e affonda al punto tale che, se gli lasci un solo metro di spazio, ne approfitta per affondare gli artigli nel cuore della difesa avversaria.
Ebbene, Di Mariano ha subito ingaggiato con l’ex Crotone, Benevento ( ed altre squadre ancora, pure di serie A) un duello senza quartiere, fatto d tackles durissimi, scatti e e controscatti, nel quale si è subito capito chi ne sarebbe uscito vincitore: Di Mariano, palermitano purosangue, uno al quale puoi rimproverare tutto, sia sotto il profilo della tecnica che della tattica, ma mai che non si impegni fino all’ultimo respiro.
Ebbene, Di Mariano ha surclassato il pur forte rivale di fascia e, in pratica ha preso per mano un balbettante Palermo (le ferite del “Maradona” non sembravano affatto rimarginate) e, con l’esempio, cioè con la corsa, l’abnegazione, gli scatti, i cross e gli assist, ha rimesso in piedi la carreggiata rosanero, costringendo per ben due volte il nerboruto Molina ad abbatterlo con interventi da ammonizione (mai sanzionata). Il primo, al 20’ di gioco ad una trentina di metri, sulla sinistra, dalla porta difesa da Poluzzi: punizione battuta magistralmente da Ranocchia (ieri è sembrato tornare quello dell’inverno scorso quando arrivò al Palermo) : nel mucchio informe davanti a Poluzzi, si alza come un angelo sterminatore il neo centrale rosanero Baniya, che di testa infila sotto la traversa il gol dl vantaggio rosanero.
E il primo tempo finisce così, con il Sud Tirol che si è spremuto fino all’osso senza, però, mai minacciare seriamente Desplanches e un Palermo, cinico, che ha approfittato dell’unica palla possibile per andare in gol.
La ripresa cominciava com’era cominciato il primo tempo: con Casiraghi e compagni che non ci stavano a perdere e attaccavano in massa, senza, tuttavia, cavare, da tanto tramestio, un ragno dal buco. Sembravano furie scatenate; più di una volta Di Mariano era costretto a… sdoppiarsi: tamponava su Molina (e gli altri che gli passavano accanto) e ripartiva com’avesse le ali ai piedi. Insomma, il Di Mariano scatenato, che si era già visto nella partita interna col Cosenza, quando, subentrando a Di Francesco, era riuscito a segnare il gol dell’1-1, che mancava una manciata di minuti al 90’.
Al 51’ il Sud Tirol arpionava il pareggio con una punizione dal limite dell’area di Casiraghi, che aggirava la folta barriera, con pallone che s’infilava, come cruna dell’ago, all’incrocio dei pali dell’incolpevole Desplanches.
Per i rosanero, quel pareggio preso un po’ così e per una punizione che forse non c’era, poteva essere una doccia fredda e, invece, non lo è stato perché, nel frattempo, l’esempio di Di Mariano – e del suo impegno strenuo – veniva raccolto da tutta la squadra, che si compattava nel gioco e nello spirito, facendo balenare quei lampi di classe che il suo organico è in grado di offrire a iosa.
Su un’altra ripartenza di Di Mariano lungo il margine sinistro della sua fascia di competenza, Molina era costretto all’ennesimo fallo da ammonizione, praticamente nello stesso punto (sia pure ad aree invertite) di quello del primo tempo: batte ancora Ranocchia che disegna la solita traiettoria, che sembra volare fino in cielo ma poi plana dolcemente nel cuore della piccola area del Sud Tirol e, tra le tante teste che cercano di colpire il pallone, prevale quella zazzeruta di Diakitè, che la spizzica nell’angolino alla sinistra di Poluzzo.
Il Palermo è di nuovo in vantaggio e, come già spiegato, è finalmente diventato una squadra, con Henry che fa da sponda e da boa, liberando ora Ranocchia, ora Segre, ora il moto perpetuo Gomes e quello spirito battagliero che deve sempre assisterlo se davvero vuole scalare la classifica e vincere il campionato.
La partita ormai sembra segnata, ma non lo è perché il calcio non perdona supponenza e presunzione, e Diosni questo lo sa bene, tant’è che, al 75’, opera un triplo cambio, che si rivelerà determinante. Entrano Saric, Brunori e Di Francesco, rispettivamente per Ranocchia, Henry e Di Mariano: e sono proprio questi tre che “combinano” l’azione del terzo gol rosanero: Saric interrompe un affondo di Casiraghi, lancia sulla fascia Di Francesco, che si accentra e libera Brunori, marcato stretto da Giorgini: Matteo resiste, difende la palla, che schizza verticale, liberando Insigne: Roberto è lì, pronto a colpire di destro nell’angolino. Vano il disperato tuffo sulla sua sinistra di Poluzzo.
E’ il sigillo al terzo successo consecutivo del Palermo in trasferta.
Un Palermo, che sembra aver trovato finalmente l’animus pugnandi, necessario per vincere, nella vita come nel calcio (specie quello di serie B), sulla scia di un formidabile Di Mariano, sul quale – mi piace pensare – abbia abbia posato una mano il suo adorato zio Totò, scomparso prematuramente lo scorso 18 settembre.
Benvenuto Caminiti
IL TABELLINO DI SUD TIROL – PALERMO 1-3
SÜDTIROL (3-4-2-1): Poluzzi; Kofler, Ceppitelli, Giorgini; Molina (61’ El Kaouakibi), Arrigoni, Kurtic (82’ Crespi), Rover; Tait (61’ Praszelik), Casiraghi (82’ Zedadka); Odogwu (61’ Merkaj).
A disposizione: Drago, Tschoell, Martini, Davi, Rottensteiner, Pietrangeli, Vimercati. Allenatore: Valente.
PALERMO (4-3-3): Desplanches; Diakité, Baniya, Nikolaou, Lund; Segre (87’ Ceccaroni), Gomes, Ranocchia (75’ Saric); Le Douaron (59’ Insigne), Henry (75’ Brunori), Di Mariano (75’ Di Francesco).
A disposizione: Sirigu, Lucioni, Vasic, Nedelcearu, Appuah, Buttaro, Verre. Allenatore: Dionisi.
Arbitro: Galipò (Firenze).
Reti: 20’ Baniya, 51’ Casiraghi, 63’ Diakitè, 81’ Insigne.
Di Mariano. L’esultanza vola sul manto
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