Calcio Serie B – IL PALERMO TOGLIE ALLO SPEZIA L’IMBATTIBILITA’ E VINCE DUE A ZERO
A prevalere è stato lo spirito di corpo, il senso di appartenenza e la voglia matta di tutti e sedici oggi schierati in campo di gridare tutti assieme forte e chiaro che la squadra è unita, è compatta, è tutta schierata dalla parte dell’allenatore.
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano
PALERMO – Dopo una settimana rovente per le aspre polemiche post Palermo-Sampdoria (per i due minuti finali concessi da Dionisi a Brunori e, ancor di più, per il plateale gesto, con “Vaffa” incorporato, dell’allenatore rosanero nei confronti di un tifoso, che lo stava contestando) la partita contro lo Spezia, unica squadra dei maggiori campionati d’Europa, ancora imbattuta, si presentava, ictu oculi, come un ostacolo durissimo: da una parte si paventava una reazione negativa, dall’altra un’impennata di orgoglio. A prevalere è stato lo spirito di corpo, il senso di appartenenza e la voglia matta di tutti e sedici oggi schierati in campo di gridare tutti assieme forte e chiaro che la squadra è unita, è compatta, è tutta schierata dalla parte dell’allenatore.
Fischio d’inizio e subito, come una catapulta, tutto il Palermo è scattato in avanti: guidato magistralmente dal neo play Ranocchia, ha cominciato subito a produrre azioni avvolgenti e palle gol: al 5’, dopo dribbling e scatto perentorio, Verre spara il suo destro, che Gori devia oltre la traversa con un felino colpo di reni. Calcio d’angolo, che batte forte teso Ranocchia (li batterà tutti lui i calci da fermo), palla che si adagia sul destro di Verre, che lancia in verticale l’arrembante Ceccaroni, che colpisce in diagonale: il tiro è così forte e angolato che sembra imprendibile, ma non per il ventottenne Gori, che pare dotato di molle speciali: l’ex vice di Di Gregorio al Monza, sfiora di quel tanto e devia in angolo.
Lo Spezia sta a guardare; rattrappito nella sua area piccola, aspetta che la furia rosanero si plachi, ma non è così, perché al 17’ il Palermo confeziona l’azione più bella dell’intera partita: Di Francesco, imbeccato dal solito Verre, “si beve” Mateju e spara un siluro che ha, impresse, le stimmate del gol: “GOOOOL!!!” urla lo Stadio intero (oggi ai minimi termini come affluenza, solo diciottomila, praticamente gli abbonati e pochissimi altri) in un crepitio di applausi…
… Ma restiamo tutti a boca aperta nel vedere quel gatto di Gori gettarsi a corpo morto su quella palla che, dall’alto dellla nostra postazione, sembrava così distante dalle sue braccia protese: “Macchè, stavolta non ci può arrivare!”, pensiamo a voce alta… E invece, lui ci arriva, la spizzica soltanto quella palla, che finisce sui piedi maldestri di Henry, che da due passi, con I sette metri e quindici che ha davanti, è “capace” di buttarla fuori.
Un lugubre “OOOHHHH…” di delusione scuote dalle fondamenta la vecchia carcassa del “Barbera”, mentre anche in tribuna stampa – dove di solito scappa via qualche sibilo ma niente di più – si sente chi impreca, si vede chi si passa le mani tra i capellli e, perfino, il collega più anziano (ma sempre più giovane di chi scrive) alzarsi in piedi e scalmanarsi come un ragazzino.
Ma oggi nulla può fermare la furia del Palermo, che è in piena trance agonistica, non ostacolata dalla ferma direzione di Prontera di Bologna, che lascia scorrere il gioco, come si usa nel calcio inglese.
Si avverte nell’aria che, prima o poi, il Palermo riuscirà a battere quel gatto dalle cento braccia che è il portiere ligure: la squadra gioca “ da squadra” come mai quest’anno; sembra che un filo invisibile leghi la corsa dell’uno verso quella dell’altro; insomma, sembra che finalmente il Palermo abbia trovato IL GIOCO; che cercava invano da 14 giornate.
E così, finalmente, al 35’, dopo l’ennesimo corner, battuto ancora da Ranocchia, la palla spiove nel centro area spezzino, più affollato della metropolitana nell’ora di punta; qui la spizzica di testa Henry (sta in campo bene proprio per questa sua fisicità dirompente) e la fa planare su quella del nero e barbuto (deve metter paura a solo guardarlo da vicino) Banyia, che di forza e prepotenza la infila sotto la traversa: è il sospirato e meritatissimo 1-0 sul fino ad allora imbattuto Spezia, che tranne qualche fraseggio a centrocampo e certi affondo velenosi di Elia, uno dei tre ex rosanero in campo, per il resto fa solo scena muta.
Il tempo finisce col vantaggio minimo del Palermo e, ad inizio ripresa, Dionisi opera il primo cambio: dentro Le Douaron per Henry: evidentemente non gli ha “perdonato” quel gol troppo banalmente fallito al 17’.
Riuscirà il Palermo a mantenere il ritmo indiavolato del primo tempo?
Lo Spezia ci prova, ma è solo l’impressione che ci procura il nostro cuore di tifoso, perché, di fatto, Desplanches non è mai chiamato in causa, mentre il Palermo, a ogni affondo, potrebbe raddoppiare.
Al 15’ Dionisi apporta altri due cambi: entrano Vasic per Verre e Lund per Di Francesco. Sembrano cambi conservativi e, quindi, ci lasciano un po’ perplessi, ma evidentemente il mister vuole dare muscoli e fiato alla sua squadra, perché lo Spezia sta producendo il suo massimo sforzo, ma, così facendo, si espone ancora di più ai contopiedi dei rosanero. Che prima sfiora il 2-0 con Insigne (palla salvata sulla linea da Wisnievski) poi, al 20’ raddoppiano sugli sviluppi dell’ennesimo calcio d’angolo battuto da Ranocchia, sotto lo spicchio si stadio più rosanero che c’è al Barbera: quello della Curva Nord, più vicino alla Tribuna Centrale. Sulla traiettoria disegnata dall’ex Empoli, si avventano in tanti, e tra questi c’è anche il polacco, che un attimo prima aveva salvato sulla linea fatale: stavolta, invece, è lui a fare harakiri e mandare in visibilio i diciottomila sugli spalti.
Il resto della partita è solo scenografia, Desplanchese deve compiere una sola parata difficile, al 20’, su tiro forte e ravvvicinato di Di Serio che lui respinge d’istinto a pugni chiusi. Lo stesso Di Serio (che era subentrato a Soleri) che, su takle di Banyia, cade in area come corpo morto. Prontera decreta il rigore che il Var gli fa “rimangiare”, sotto l’uragano di applausi di tutto lo stadio.
Da notare, prima della fine, l’accenno di rissa xhe si accende a metà campo per un fallo da dietro, duro e gratuito, dell’ex Mateju sulla caviglia di Di Francesco. C
Che reagisce mettendogli (quasi) le mani addosso. Ci pensa il buon Prontera a richiamarli a sé per ammonirli entrambi.
Quando, subiti dopo, D’Angelo lo sostuisce, il ceko viene subissato dai fischi. Non così quando, al 70’, esce Soleri, che riceve un’autentica ovazione, alla quale risponde a mani giunte, inchinanosi.
Vedremo sabato prossimo contro la Carrarese – una neo promossa che fin qui ha dato filo da torcere a tutti – se in questo bigio pomeriggio d’autunno è nato il vero Palermo, quello pronosticato alla vigilia come un candidato serissimo alla promozione in A.
Benvenuto Caminiti
IL TABELLINO DI PALERMO – SPEZIA 2 – 0
Marcatori: 35° Banyya (P), 64° autogol Wisniewski (P)
Note: ammoniti Henry (P), Cassata (S), Ceccaroni (P), Ranocchia (P), Hristov (S), Mateju (S), Di Francesco (P), corner 5-4, rec. 3′ e 5′
PALERMO (4-3-3): Desplanches; Diakité, Banyya, Nikolaou, Ceccaroni; Segre, Ranocchia (87° Gomes), Verre; Di Francesco, Henry (46° Le Douaron), Insigne (72° Di Mariano). All. Dionisi
A disp.: Nespola, Sirigu, Nedelcearu, Peda, Hansen, Buttaro, Vasic, Appuah, Brunori.
SPEZIA (3-5-2): Gori; Wisniewski, Hristov, Mateju (61° Reca); Vignali (27° Bertola), Nagy (70° Candelari), S. Esposito, Cassata (61° Bandinelli), Elia; Soleri (70° Di Serio), P. Esposito. All. D’Angelo
A disp.: Mascardi, Giorgeschi, Aurelio, Salva Ferrer, Degli Innocenti, Falcinelli, Colak.Reti: p.t. 38′ Tutino, 48′ Di Francesco.
La gara è finita…. gli avversari se ne vanno e i rosanero festeggiano la vittoria sotto la curva degli Ultras
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