Calcio. Serie B: la Reggina gioca, il Palermo guarda. Finisce solo 3 a 0 per gli amaranto
Infatti, parliamoci chiaro: non è che ieri pomeriggio il team di Inzaghi sia improvvisamente diventata uno squadrone, solo che quella rosanero sembrava fatta di burro: bastava un affondo e il suo attaccante era già solo davanti a Pigliacelli: tre affondi, tre gol… anzi, quattro perché il quarto ( di Rivas) è stato annullato per una questione di centimetri.
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

REGGIO CALABRIA – Comincio con una citazione aulica: Il Palermo?… Considerate se questa è una squadra (e Primo Levi mi perdoni per l’ardito accostamento) se, per novanta minuti, ha lasciato fare all’avversario tutto quello che voleva e, perfino, qualcosa di più.
Infatti, parliamoci chiaro: non è che ieri pomeriggio al “Granillo” la Reggina di Inzaghi sia improvvisamente diventata uno squadrone, solo che il Palermo sembrava fatto di burro: bastava un affondo e il suo attaccante era già solo davanti a Pigliacelli: tre affondi, tre gol… anzi, quattro perché il quarto ( di Rivas) è stato annullato per una questione di centimetri.
Il tutto mentre il Palermo si limitava a guardare: sapete le belle statuine, eleganti, perfino leggiadre ma che, appena le tocchi, si sformano come fossero fatte di cera.
Insomma,
E’ finita 3-0 per gli amaranto ma, per quel che ha fatto (anzi non ha fatto) il Palermo poteva finire anche 5 o 6-0, e non sarebbe cambiato di certo il mio commento del giorno dopo.
Il calcio è bello se si gioca da una parte e dall’altra, ma se a giocare è solo una delle due compagini, beh, allora diventa una noia mortale, e io ieri pomeriggio mi sono annoiato al punto che, per la prima volta in settant’anni di tifo rosanero, ad un tratto – anche pe l’ora post prandiale, dedicata di solito alla pennichella – ho rischiato seriamente di appisolarmi. Mi ha ridestato l’entrataccia da codice penale dell’ex Cionek, che a gamba tesa ha rischiato di… decapitare Di Mariano, meritandosi il rosso diretto: la prova provata – e in questo caso superflua, anzi eccessiva – che la Reggina era entrata in campo con la voglia matta di far sua la partita, anche a costo di falli e intimidazioni sul piano fisico. Basti dire che era passato poco più di mezzo minuto dal fischio d’inizio e già Gagliolo entrava a gamba tesa da dietro su capitan Brunori…Come a dirgli, anzi a intimargli: “Attento a come ti muovi, ragazzo!” . L’arbitro, il timido Massimi di Termoli, si è limitato a “sgridare” il difensore calabrese e invece avrebbe dovuto tirar fuori almeno il cartellino giallo. L’avesse fatto, forse non sarebbe cambiato nulla ma sicuramente Gagliolo e, poi, in sequenza Pierozzi, Di Chiara e Canotto, non avrebbero scalciato, convinti dell’impunità, rispettivamente. Di Mariano, Elia e Stulac.
Ma dire che la Reggina ha (stra)vinto la partita perché l’ha messa sul piano della forza e dello strapotere fisico, è una pia illusione di chi scrive, perché la verità è quella sopra enunciata, e cioè che la Reggina, sia pure con falli e fallacci, ha giocato da squadra e il Palermo, invece no. Anzi, peggio, perché non ha neanche lottato come avrebbe dovuto, limitandosi a tocchettare spesso per vie orizzontali, senza una vera verticalizzazione e una sola palla “libera” davanti agli occhi del nostro bomber, ieri capitano, Matteo Brunori.
Se c’è uno spiraglio che fa entrare un po’ di luce nel buio pesto del mio cuore di tifoso è che quello di ieri non era il Palermo, non era una squadra. Perché ieri c’erano nove giocatori su undici che si “incontravano” in campo per la prima volta (o quasi) e l’unica cosa che li collegava tra loro era la MAGLIA. Ebbene, quegli undici erano così timidi e spaesati che in loro io non ho visto nulla che potesse farmi pensare si trattasse di giocatori della MIA squadra.
Benvenuto Caminiti

IL TABELLINO
REGGINA (4-3-3): Colombi; Pierozzi (46′ Camporese), Cionek, Gagliolo, Di Chiara; Fabbian, Crisetig, Majer (64′ Liotti); Canotto (61′ Cicerelli), Menez (64′ Loiacono), Rivas (82′ Gori). A disp.: Ravaglia, Dutu, Giraudo, Agostinelli, Lombardi, Ricci, Santander. All. Inzaghi.
PALERMO (4-3-3): Pigliaccelli; Buttaro, Nedelcearu, Bettella, Mateju (68′ Sala); Segre (68′ Floriano), Stulac, Saric (54′ Damiani); Elia (80′ Vido), Brunori, Di Mariano (80′ Soleri). A disp.: Massolo, Grotta, Pierozzi, Doda, Lancini, Marconi. All. Corini.
ARBITRO: Massimi di Termoli (Cipressa-Saccenti).
IV UFFICIALE: Giordano di Novara
VAR-AVAR: Piccinni-Di Gioia
MARCATORI: 7′ Fabbian, 58′ Menez, 73′ Liotti
NOTE: Ammoniti: Pierozzi, Di Chiara, Canotto (R), Bettella (P). Espulsi: al 62′ Cionek (R) per gioco pericoloso, all’85’ Bettella (P) per doppia ammonizione. Al 18′ annullato un gol a Rivas (R) per fuorigioco.

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