Calcio – Serie B. Palermo dopo il pari a Frosinone: mai caduti così in basso!
Per dare un’idea più concreta dello squallore della prestazione di ieri sera del Palermo, basti dire che è stata peggiore di quella di cinque giorni prima, in casa, contro il Cittadella, perché allora qualcuno (leggi Insigne, che sbagliò qualcosa come 4-occasioni gol-4 ) a fine partita, parlò di sfortuna , suscitando nel popolo rosanero solo ironia, sarcasmo e rabbia, mentre ieri, già al 1’ di gioco, il Palermo passava in vantaggio, dopo corner di Verre, spizzata di testa di un difensore gialloblù, e tiro dal limite dell’area di Insigne e deviazione fortuita di Darboe, che spiazzava imparabilmente Cerofolini.
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano
FROSINONE – Mai caduti così in basso, nemmeno nel periodo peggiore dell’anno scorso con Corini panchina, ma con una differenza sostanziale: Corini, veniva massacrato da mesi da tifosi e media, invece Dionisi, per uno di quegli insondabili misteri che ci regala il calcio, sembra ancora al di sopra di ogni pur larvata minaccia di esonero.
Per spiegarci meglio, cominciamo dalla fine: triplice fischio di Marchetti di Ostia…
… Leandro Greco, raduna i suoi ragazzi al centro del campo, abbracciati e con le teste in giù come in preghiera; poi, mano nella mano, corrono tutti sotto la Curva Nord per festeggiare il pareggio con i propri tifosi, impazziti di gioia…
…NeI frattempo, giocatori del Palermo si avvicinano lentamente e a testa bassa sotto lo spicchio della curva sud, dove urlano di rabbia gli ottocento Rosanero unneggghiè, che li accolgono a muso duro e ritmando il coro: Me-ri-tia-mo di più!… Me-ri-tiamo-di più!.
Da una parte, gioia e condivisione per un punticino che, per come sta messo in classifica il Frosinone, suona dolce come una serenata dell’innamorato alla sua bella; dall’altra, una corazzata che spara a salve e, peggio, trova un mare così in tempesta, che stenta perfino a restare a galla.
Uscendo da metafore più o meno ardite, dopo ben tredici giornate di campionato, ci tocca dire chiaro e tondo che il Palermo, come squadra è un pianto e, quindi, affermare, senza tema di smentite, che Dionisi è mancato nel compito precipuo che spetta ad un allenatore: far diventare squadra un gruppo di giocatori, nella fattispecie, di buono se non di ottimo livello.
Per dare un’idea più concreta dello squallore della prestazione di ieri sera del Palermo, basti dire che è stata peggiore di quella di cinque giorni prima, in casa, contro il Cittadella, perché allora qualcuno (leggi Insigne, che sbagliò qualcosa come 4-occasioni gol-4 ) a fine partita, parlò di sfortuna , suscitando nel popolo rosanero solo ironia, sarcasmo e rabbia, mentre ieri, già al 1’ di gioco, il Palermo passava in vantaggio, dopo corner di Verre, spizzata di testa di un difensore gialloblù, e tiro dal limite dell’area di Insigne e deviazione fortuita di Darboe, che spiazzava imparabilmente Cerofolini.
Quale approccio migliore per togliersi di dosso tute le paure di questo amaro avvio di campionato e far vedere finalmente di che pasta è fatta questa squadra?
Macché!… Incredibile ma vero, appena passato in vantaggio, solo perché il Frosinone, per naturale reazione, accelerava il ritmo del suo palleggio, il Palermo si contraeva, timoroso e impacciato, nella sua metà campo, come il se il gol di vantaggio avesse prodotto un effetto anestetico anziché una frustata di energia positiva.
E così, al 15’, sugli sviluppi di una punizione per un fallo di Gomes su Darboe, Marchizza calciava ad effetto dentro l’area piccola e il “novizio” della squadra ciociara, il 21enne Bracaglia, si ergeva più in alto di tutti (e di Nedelcearu, che l’aveva in consegna) e di testa batteva Desplanches, che non ci è sembrato fulmineo nei riflessi.
A questo punto, ci sìaspettiamo la rabbiosa reazione del Palermo, che invece continua a balbettare calcio d’oratorio, con un Di Mariano, come sempre combattivo ma più confusionario del solito, un Gomes lento e macchinoso, un Verre senza idee e, soprattutto un Le Douaron – ancora una volta preferito non solo a Brunori, da un mese ormai relegato in panchina, ma anche ad Henry – che non ne azzecca una: la palla diventa un’anguilla imprendibile; più si affanna più sembra fuori posto e fuori contesto. Insomma, ancora una volta il francese palesa impaccio e impotenza come un dilettante allo sbaraglio, che ci prova, ce la mette tutta ma non cava un ragno dal buco… E l’unica impressione – sia pure sicuramente sbagliata – è che lui con questo calcio fisico e aggressivo della serie B proprio non abbia nulla da spartire…
Ripresa, come minimo ci aspettiamo subito un paio di cambi, invece nulla. Il Palermo ricomicia con gli stessi undici a ruminare calcio lento e masticato come un boccone che non vuol scendere giù… Ma è solo al 20’ che Dionisi interviene: dentro Ranocchia per il fantasma di Gomes. Mossa che, pur tardiva, ci sembra quella giusta. E , infatti, lo è, anche se l’ex Empoli giostra da play basso, davanti alla difesa. Si comincia a vedere qualche sprazzo di gioco, il palleggio è più veloce, ma lì davanti nulla cambia perché Le Douaron viene sempre anticipato o stoppato e, comunque, anche nel fraseggio breve, direi elementare, appare tardo e macchinoso… Eppure, per sostituirlo, con un centravanti “vero”, Dionisi aspetta fino al 74’, quando mette Henry per il francese e Vasic per l’opaco Verre.
Mosse necessarie, direi obbligate, ma tardive, eppure sono quelle che finalmente ravvivano il gioco del Palermo, che produce due-tre azioni che meriterebbero il gol, specie un sinistro terra- aria di Insigne, dopo calcio d’angolo, qualcosa di simile se non meglio del tiro poi deviato in gol da Darboe: qui Cerofolini si supera con un intervento prodigioso, eviando con la punta estrema del guantone la palla che si stava infilando nell’angolino.
L’arbitro, chissà perché, dà solo tre minuti di recupero, quanto bastano ad Henry per provare dal limite un tiro a giro che sfiora di un niente il palo alla sinistra di Cerofolini, vanamente proteso in tuffo.
Sfortuna anche stavolta? Beh, sì, ma non basta, perché non si può giocare solo venti minuti e per i restanti settanta corricchiare senza nerbo per il campo.
Per chiudere , del triste venerdì di ieri salviamo solo una cosa: il ritorno ai suoi standard, sia pure inu ruolo che non è il suo (ma quando uno è bravo, lo è dovunque lo metti) di Filippo Ramnocchia: tra lui e Verre, alternati o insieme in campo con compiti precisi e diversi, il Palermo potrebbe finalmente dare una svolta al suo mediocrissimo campionato.
Sempre che si risolva, nel frattempo, fra i tanti che ottenebrano i pensieri di Dionisi, il mistero-Brunori, del quale sia il mister che il d.s. De Sanctis, a proposito delle ubbie del bomber alla conferenza di presentazione di entrambi, ebbero a dire: “Brunori? Certo che resta, perché lui è al centro del progetto!”
Benvenuto Caminiti
IL TABELLINO DI FROSINONE – PALERMO – CITTADELLA 1 – 1
FROSINONE (3-5-2): Cerofolini; Biraschi, Monterisi, Bracaglia; A. Oyono, Barcella (89’ Vural), Darboe, Gelli (81’ Garritano), Marchizza; Ambrosino (46’ Sene), Kvernadze (81’ Canotto). A disposizione: Sorrentino, Ghedjemis, Begic, Garritano, Bettella, J. Oyono, Canotto, Vanzelli, Cichella. Allenatore: Greco.
PALERMO (4-3-3): Desplanches; Diakité (87’ Pierozzi), Nedelcearu, Nikolaou, Ceccaroni; Segre, Gomes (64’ Ranocchia), Verre (74’ Vasic); Insigne, Le Douaron (74’ Henry), Di Mariano (87’ Di Francesco). A disposizione: Nespola, Sirigu, Lund, Brunori, Appuah, Buttaro, Peda. Allenatore: Dionisi.
Arbitro: Marchetti (Ostia Lido).
Reti: 2’ Insigne, 16’ Bracaglia.
Esultanza rosanero dopo il gol di Insigne
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