Calcio – Serie B. PALERMO. FINISCE IN PARITA’ IL DUELLO ALL’ULTIMA MOSSA TRA DIONISI E ALVINI
A pareggio conquistato, il Palermo sente forte il richiamo della foresta, che gli impone di stringere d’assedio la difesa calabra e provare a vincere questa dannata partita. E, infatti, un minuto dopo l’1-1, sempre su cross dalla destra, Di Mariano si catapulta, libero come un uccello, davanti a Micai: l’anticipa e fa doppietta… ma c’è Henry in fuorigioco e il guardalinee tira su la bandierina.
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano
PALERMO – Nell’interminabile sequenza dei pareggi casalinghi del Palermo, quello di ieri è stato uno dei pochissimi a non lasciarmi con l’amaro in bocca, perché, dopo averlo atteso per tre partite di seguito, ieri finalmente ho scoperto che il 4-3-3 di Dionisi è ben diverso da quello di Corini.
E non solo: ho scoperto anche – e questa è stata la scoperta più bella – che il Palermo è diventato una squadra con una sua anima, ovvero con la voglia di lottare e, quindi, la capacità di entrare nella “forma mentis” di chi in serie B, prim’ancora che con la la bellezza delle trame, cerca la vittoria con la grinta e la determinazione. Contro un Cosenza battagliero e fisicamente così straripante che non c’è stato corpo tra un rossoblù e un rosanero che sia finito con quest’ultimo vincente, palla al piede e fronte rivolta verso la porta avversaria.
Insomma, il Palermo, beffato nell’unico black out della sua difesa – per il resto assolutamente impeccabile – che resta quasi di sale su un fallo laterale battuto di scaltrezza dal Cosenza, cross al centro e Ceccaroni che si lascia scavalcare dal pallone, finito sul destro dell’arrembante Fumagalli, che da due passi lo infila all’incrocio dei pali dell’incolpevole Desplanches.
Era il 40’ del primo tempo e il Palermo aveva dominato la scena, con un gioco avvolgente nel quale i due esterni (più Di Francesco che Insigne, per la verità) si accentravano per gli affondo di capitan Brunori o fiondare essi stessi verso la porta, egregiamente difesa da Micai.
3’ minuto di gioco: Lund scambia corto con Di Francesco che lo libera verso il fondo, da dove l’americanino crossa a rientrare pet Ranocchia che di destro colpisce a botta sicura: Micai si supera e devia in angolo.
17’: Brunori riesce per una volta a sfuggire dalla morsa Caporale-Camporese e libera Insigne al tiro, ma l’ex Frosinone “appoggia” tra le braccia di Micai.
20’, corner – l’ennesimo – per fallo su Lund – batte Ranocchia, dritto su Brunori che prolunga per la testa di Diakité, che appoggia dolcemente sul destro di Di Francesco, che tira forte e teso: Micai si supera con una paratona.
32’, ecco l’occasione più ghiotta per i rosa: fa tutto Ranocchia – davvero incontenibile in questa prima mezzora di gioco – che scarta, affonda e crossa secco e radente. Sul pallone si avventa Blin, solo davanti a Micai. Basterebbe un tocco, anche sporco, invece il francese colpisce di collo pieno dritto su Micai che, più che una prodezza, compie un miracolo.
Nell’aria sembra volteggiare col suo verso stridente il corvo della malagiornata: vuoi vedere che a furia di “mangiarti” i gol, è l’avversario che sfrutta la sua unica occasione di vedere la luce della tua porta?.
E, infatti, come già raccontato, al 40’ il Cosenza passa in vantaggio e lascia scorrere sulla schiena dei ventisette mila presenti tifosi sugli spalti, un brivido di paura, visti i precedenti casalinghi contro la squadra calabrese. Che rinnova, se possibile, la furia dei suoi tackles, duelli uno contro uno in ogni angolo del campo, e la incidenza della corsa, che non rallenta mai né tanto meno si ferma.
Insomma, come contro la Cremonese, il Cosenza sfodera il 100% della sua vigoria fisica e dell’ atletismo, oltre che – beninteso – la capacità di ripartire e rendersi sempre pericoloso in contropiede. Anche se, a dire il vero, senza mai impegnare in una parata, che sia anche una sola, il giovane Desplanches.
E, subito a inizio ripresa, Dionisi comincia il suo duello a scacchi con il bravo, elettrico Alvini (mai al suo posto, sempre a saltellare ben oltre la sua area tecnica, senza che né il quarto uomo, tal Mastrodomenico, né tampoco l’arbitro si ricordino almeno una volta del regolamento).
Dionisi inserisce subito Pierozzi al posto di Lund, che invero non aveva sfigurato: un “adattato” rispetto ad un mancino naturale. Quello che aveva fatto sin dal 1’ a Pisa con risultati tutta’altro che confortanti. Ma tant’è: l’allenatore è lui e lui si assume tutte le responsabilità tecnico-tattiche del caso.
Invero, Pierozzi è un buon giocatore, più di Lund ha forza fisica, necessaria per contenere l’estro e la velocità di Ciervo, un ragazzo di talento, che già l’anno scorso trafisse Pigliacelli c on un tiro a giro dal semicerchio dell’area di rigore.
Il Palermo attacca ma il Cosenza non trema, né tantomeno rinuncia al contropiede, che è sempre rapido e insidioso , ma per fortuna del Palermo, poco incisivo, tant’è che minacce alla rete difesa da Desplanches non ne arrivano.
Ma siccome, la partita rischia di invischiarsi nei duelli di centrocampo, nei quali come già detto, i rossoblù non cedono di un millimetro, ecco finalmente mister Dionisi fare … il mister Dionisi che ben conoscevamo per le sue splendide stagioni prima all’Empoli e poi al Sassuolo: al 16’ toglie Brunori, asfissiato nella morsa Caporale-Camporese e inserisce Henry (oltre a Vasic, al posto di Ranocchia)… E si vede subito che lo scenario cambia: Henry ha spalle, mestiere e furbizia per resistere ai due giganti calabresi, tanto che, all’ennesimo scontro al calor bianco, i duellanti Camporese-Henry si scontrano faccia a faccia, testa contro testa, e deve intervenire l’arbitro per sedare l’incipiente rissa.
Capovolgimenti di azioni senza tregua, ora l’una, ora l’altra squadra prova a vincere la partita, con un indice di pericolosità sempre a favore dei rosanero. Che tuttavia non riescono a sfondare il muro calabrese, anche per le furbate di Micai che ad ogni contatto si dà per morto… Per poi … risuscitare più vivo che mai, tanto che all’ennesima sua manfrina, l’arbitro lo redarguisce platealmente, mentre alza una mano per indicare al quarto uomo di annotare un minuto in più di recupero.
É il 24’, quando entra in campo Segre. É l’ultimo cambio, giusto come i due precedenti, ma questo – si vede a occhio – strategicamente decisivo: Segre dà tono e corsa al reparto ed è anche bravo negli inserimenti, come spiegano i sette gol siglati nella passata stagione. Si vede subito che il Palermo ricava dalle folate dell’ex Toro lo sprint verso il pareggio, che arriva poco dopo l’ingresso in campo di Di Mariano, al posto dell’esausto Di Francesco.
Segre arpiona una palla a centrocampo e rilancia subito in verticale verso Henry, che appoggia di prima lateralmente a Insigne, che scatta e dal fondo lascia partire un cross a rientrare a mezz’altezza, sul quale nulla può Micai, impietrito tra i pali: si getta a corpo morto Di Mariano ed è GOOOOOL .
A pareggio conquistato, il Palermo sente forte il richiamo della foresta, che gli impone di stringere d’assedio la difesa calabra e provare a vincere questa dannata partita. E, infatti, un minuto dopo l’1-1, sempre su cross dalla destra, Di Mariano si catapulta, libero come un uccello, davanti a Micai: l’anticipa e fa doppietta… ma c’è Henry in fuorigioco e il guardalinee tira su la bandierina.
Finisce così 1-1 e i ventisettemila trbutano alla loro squadra un’autentica ovazione, perché hanno visto un Palermo battagliero sudare la maglia per i cento minuti ch’è durata la partita.
Da mozzafiato il nuovo impianto d’illuminazione del “Barbera”, che si spegne e si accende e, quando si rimane al buio, risplendono come stelle in cielo, le luci dei telefonini.
Il 14 settembre, alla prima dopo la sosta, il Palermo fa visita alla Juve Stabia, neo promossa in B e anche per questo sorprendente capoclassifica (con Spezia e Pisa): conosco la piazza e conosco bene il “Menti”, il piccolo ma elegante stadio dei campani . Sarà una dura battaglia, ma Dionisi potrà contare di nuovo su Verre e sul debutto in rosa del neo acquisto dal Brest, Jeremy Le Douaron.
Benvenuto Caminiti
IL TABELLINO DI PALERMO – COSENZA 1 – 1 (IV Giornata di Campionato)
PALERMO (4-3-3): Desplanches; Diakité, Ceccaroni, Nikolaou, Lund (1′ st Pierozzi); Blin (24′ st Segre), Gomes, Ranocchia (16′ st Vasic); Insigne, Brunori (16′ st Henry), Di Francesco (33′ st Di Mariano). A disp. : Sirigu, Nespola, Nedelcearu, Buttaro, Peda, Le Douaron. All. : Dionisi
COSENZA (3-4-1-2): Micai; Hristov, Camporese, Caporale; Ciervo, Charlys (1′ st Kourfalidis), Florenzi (16′ st Josè Mauri), D’Orazio (44′ st Strizzolo); Kouan; Fumagalli (16′ st Rizzo Pinna), Sankoh (30′ st Mazzocchi). A disp. : Baldi, Vettorel, Dalle Mura, Venturi, Ricci, Cimino, Martino, Ricciardi. All. : Alvini
ARBITRO: Massimi di Termoli
MARCATORI: 40 pt Fumagalli (C), 35′ st Di Mariano (P)
NOTE: Spettatori 25. 787 di cui 77 ospiti. Espulsi: -. Ammoniti: Florenzi (C), Hristov (C), Diakité (P), Kourfalidis (C), Jose Mauri (C). Angoli: 11-5 per il Palermo. Recupero: 3′ pt – 7′ st
Palermo – Cosenza – Il Barbera s’illumina d’immenso rosa-nero
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