Calcio – Serie B – PARI A MARASSI TRA PALERMO E SAMP COI ROSA CHE PARTONO AD HANDICAP MA POI DOMINANO LA PARTITA
Il gol preso a freddo e in quel modo avrebbe potuto tagliare le gambe a Brunori & Co, che, infatti, hanno tremato per un’altra decina di minuti, il tempo di resettare testa e gambe e ripartire uniti e forti come dev’essere una squadra, degna di chiamarsi tale.
di Benvenuto Caminiti da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)

GENOVA – Inizio shoc per il Palermo: non è ancora passato il primo minuto che Audero, nel rimettere in gioco, regala un pallone d’oro a Coda: tocco del vicecapocannoniere della storia della serie B (dopo Schwoch) e palla in rete
Un inizio del genere avrebbe potuto stroncare sul nascere le velleità dei rosanero, tale è stata l’enormità della “gaffe” (eufemismo) commessa da Audero, che ha forse patito oltremodo l’emozione dell’ ex: il bell’Emil tornava tra i pali di quella che è stata per due stagioni la sua squadra, quella che lo lanciato e fatto diventare il gran bel poriere che è diventato.
Succede.
Lungi da me, come giornalista e ancor più come tifoso, anche solo il pensiero di trinciare giudizi troppo negativi per un solo episodio avverso, sia pure così grave come quello che ha visto oggi “protagonista” Emil Audero. Che, infatti, nel prosieguo si è prontamente riscattato, deviando alla grande uin fendente trasversale di quel possente incursore che risponde al nome di Niang.
Il gol preso a freddo e in quel modo avrebbe potuto tagliare le gambe a Brunori & Co. che, infatti, hanno tremato per un’altra decina di minuti, il tempo di resettare testa e gambe e ripartire uniti e forti come dev’essere una squadra, degna di chiamarsi tale.
Ed è quello che è successo oggi, dopo il gol-beffa subìto ad inizio partita: il Palermo si è ricompattato, ha serrato le fila, Audero è tornato… Audero e la macchina rosanero ha ricominciato a funzionare a pieni giri, così come si era visto domenica scorsa, soprattuttto nel primo tempo, contro il Brescia.
Fasce che trasmettono elettricità, aggirano l’impianto difensivo blucerchiato e forniscono palloni a ripetizione ai centrali d’attacco, in primis Brunori, che si sacrifica nel doppio ruolo di trequartista e seconda punta e, dulcis in fundo, al magnifico, sontuoso Pohjanpalo, che sta lì sempre in agguato, pronto a ghermire la preda.
Si vede, si tocca quasi con mano (anche dagli spalti ribollenti di tifo come solo sanno fare “piazze di calcio” da serie A – e pure nobile – come Genova e Palermo) che i rosanero sono già usciti fuori dalla cappa di malasorte del “golazo” subìto e a menar la danza sono loro: Gomes, che corre per tre e sprinta pure, seminando avversari come birilli, magari più grossi ma meno agili di lui; Ranocchia che, oltre al solito gioco da tuttocampista (un po’ mediano, un po’ mezzala, un po’ regista, “appaltatore” esclusivo di tutti i tiri piazzati, punizioni e angoli che siano) non sbaglia un tocco, non sbaglia un’apertura; insomma, è l’anima pulsante del Palermo, quel giocatore che due stagioni fa volle, fortissimamente volle, Corini e , nelle sue prime cinque partite d’allora, fece quattro gol; Magnani, che non è solo un grande difensore centrale; lui è ben altro, lui blocca l’avversario (si chiami Coda o si chiami Niang) e riparte, come fosse lui il regista della squadra. E che, ad ogni corner, ad ogni punizione, è lì nel cuore della difesa avversaria, pronto a colpire e, subito dopo, a tornare nei ranghi che più gli competono; Di Francesco, reinventato ala a tutto campo, che scatta in profondità, seminando Veroli, che non lo tiene mai, e mette al centro. E non solo, perché, quando serve, lo vedi in difesa a far da scudo contro i Niang, gli Oudin e i Sibilli; Pierozzi, mai visto così pimpante quest’annno, forte non solo nella fase d’attacco (che è la sua preferita) ma anche nei ripiegamenti: chiedere a Niang per credere.
E, infine, ultimi ma non ultimi, i due lì davanti, cioè capitan Brunori che si sdoppia nella duplice funzione di sottopunta che cea col suo movimento peropertuo gli spazi al Pohjanpalo, e il “vichingo” finlandese, che punta sempre l’area piccola, sembra un lupo affamao : la profondità gli è necessaria come l’aria che respira.
Non dimentico, non potrei mai farlo, il genio e l’inventiva di Valerio Verre, sistemato sulla trequarti a distribuire ai suoi “avanti” assist a ripetizione, su uno dei quali, al 40’, la Samp si rifugia in angolo, battuto corto con Ranocchia, che si libera e crossa forte e teso. E’ una palla radente sulla quale respinge corto di pugno Cragno: sul suo rinvio c’è Pohjanpalo, appostato giusto sulla linea dell’area piccola; il finnico colpisce di testa e il suo è un colpo di bisturi, perché la palla sorvola l’intera difesa bluicerchiata e s’infila sotto la traversa.
Pareggio fortemente voluto e assolutamente meritato, che fa giustizia di un colpo di sole che aveva accecato , quaranta minuti prima, il portiere rosanero.
Il Palermo chiude all’attacco perché il campo è suo, il dominio del gioco è suo, le trame più belle sono le sue: mentre sfilano in ordine sparso nel tunnel degli spogliatoi, finalmente l’operatore Dazn li inquadra, I duemila tifosi rosanero e si vedono bandiere che garriscono al vento e si sentono solo cori ed inni che al vostro umile scrivano fanno battere forte il cuore .
L’entusiamo dei tifosi arrivati da ogni dove a Marassi si trasmette nelle vene e nelle gambe dei giocatori rosanero che rientrano e subito si riprendono in mano le chiavi del gioco e della partita.
Attaccano a tutto spiano ; c’è, da una parte, un Di Francesco sempre più arrembante, e un Pierozzi aggressivo e fisicamente possente, dall’altra… La Samp non ci capisce più niente, così che al 12’, per porvi un argine, Semplici effettua un doppio cambio: dentro Venuti per Beruatto e Akinsanmiro per Oudin. Ed è Akinsanmiro che, al 15’, per fermare i Di Francesco, scattato in contropiede su lancio verticale del solito Verre, lo abbranca da tergo da ultimo uomo.
Perenzoni non può che alzare il cartellino rosso e spedirlo negli spogliatoi.
La fortuna della Samp è che, per poco meno di un metro, il fallo si consuma fuori area. Batte lo specialista, la barriera è folta, c’è pure il coccodrillo sdraiato ma l’ex Empoli ha un destro che disegna parabole miracolose. Come miracolosa è la parata in tuffo di Cragno, e miracolosa è la deviazione (involontaria) di Altare su ribattuta a colpo sicuro di Brunori.
Da quel momento, è un assedio, fatto anche bene, se mai è possibile fare bene un assedio quando hai … il pullman della squadra avversaria.
Insomma, batti e ribatti, parate a go-go di Cragno, stinchi e deretani che deviano palloni che, altrimenti, finirebbero in rete: questa è la storia dell’ultima mezzora di una partita che il Palermo avrebbe meritato di vincere. Anzi, che avrebbe DOVUTO vincere, data la superiorità numerica e l’esigenza non più prorogabile di risalire la classifica con gli stivali delle sette leghe. Classifica che, invece migliora di poco, anzi pochissimo, ma resta la certezza di avere finalmente una squadra che non teme avversari e che, con un pizzico di cattiveria in più negli ultimi sedici metri, può battere chiunque. E arrivare a conquistare una buona posizione per i play off. Sempre che si ricominci subito a vincere – i pareggi servono solo a creare rimpianti – già venerdì sera contro la fortissima Cremonese, che da pochi minuti aveva rifilato 4-gol-4 al Catanzaro.
BENVENUTO CAMINITI
IL TABELLINO DELL’INCONTRO: SAMPDORIA – PALERMO 1 – 1
IL TABELLINO
Marcatori : 1’ p.t. Coda (S), 39’ p.t. Pohjanpalo (P).
SAMPDORIA (3-4-2-1): Cragno; Veroli (39’ s.t. Riccio), Altare, Curto; Depaoli (23’ s.t. Bereszynski), Ricci, Meulensteen, Beruatto (12’ s.t. Venuti); Oudin (12’ s.t. Akinsanmiro), Niang; Coda (12’ s.t. Sibilli). All. Semplici.
PALERMO (3-4-2-1): Audero; Baniya, Blin, Magnani; Pierozzi (33’ s.t. Segre), Gomes, Ranocchia, Di Francesco; Verre (28’ s.t. Le Douaron), Brunori; Pohjanpalo. All. Dionisi.
Arbitro: Daniele Perenzoni della sezione di Rovereto Ammoniti : 22’ p.t. Depaoli (S), 30′ s.t. Pierozzi.
Espulsi : 14’ s.t. Akinsanmiro (S),
Nella foto la gioia e la grinta di Pohjanpalo dopo il gol



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