Calcio – Serie B – Tra Catanzaro e Frosinone alcune emozioni e zero gol
L’inversione di rotta, e la conversione al calcio giocato costruendo dal basso (come piaceva a Vivarini) è stata sicuramente la migliore risposta che il tecnico poteva restituire a chi lo ha criticato al di sopra delle righe scendendo sul personale. Insomma “u muntuna” (come lo definivano ironicamente a Cosenza) ha tentato di trasformarsi (con tutte le sue pecche) in una zebra a strisce giallorosse…
di Riccardo Colao (Direttore del Quotidiano l’Italiano)
CATANZARO – Lui, Vincenzo Vivarini, all’atteso incontro che avrebbe avuto contro la sua ex squadra non si è presentato. E non sarebbe potuto riapparire al Ceravolo visto gli strali dell’esonero che l‘han colpito su barba e capelli. Il presidente frusinate Stirpe ha tollerato, fin che ha potuto, gli scarsi risultati. Ha offerto fiducia e due mesi di gare disputabili. Infine quando “Big Ben ha detto stop” lo ha spedito direttamente a quel paese (dove il primo cittadino è amico mio e di tanti altri). Ha chiuso le porte in faccia al nostro ex “comandante” e chi s’é visto s’é visto. Ma Lui al “Cinema Ceravolo” non ha avuto più accesso nemmeno in platea. Dalla panchina con “palanche” garantite gli è piombato il non eterno riposo. Uno stop come un altro. Don Vincenzo, detto “il Chietino”, un altro presidente disposto ad affidargli il proprio team”, lo troverà, ah se lo troverà: tuttavia rimpiangerà sempre la città delle “Tre V” che con lui era passata a 4… Peccato non averlo potuto rivedere in sala interviste; non tanto per rinfacciargli la “toccata e fuga” sui sui reali pensieri – giunti al nostro collega – e smentiti con la più vigliacca delle retromarce. Gli avremmo detto “Vieni avanti …Chietino”… Magari solo per il piacere di regalargli l’ascolto delle dichiarazioni (non rilasciate al nostro quotidiano, questo è vero) poi però negate con annuncio di querele strumentali (mai attivate). Allah Akbar avrebbero gridato gli islamici. Dio è grande, Aggiungiamo da buoni cristiani. Vivarini non è andato lontano dopo l’addio al Catanzaro. 500 chilometri più a nord in linea d’aria; il trasferimento a Frosinone ha sfavorito la carriera aggiungendo la perla nera dell’esonero. Una pillola amara che aveva già sperimentato altrove. Al momento, ai bordi della pista, medita in attesa che qualcuno arrivi in suo soccorso. Dalle stelle alle stalle anche se, pure noi, mai dimenticheremo i grandi meriti e il maxi formidabile biennio grazie al quale alle Aquile è stato permesso di nidificare – dopo anni di delusioni – sulle vette appenniniche della serie B.
E veniamo al terzo incontro giocato nell’arco di appena otto giorni. Un “tour de force” che ha restituito al “Catanza” smalto, evidenziando capacità di resistenza in fase difensiva, solidità a centrocampo, lucidità in attacco, con l’aggiunta del valore nominale di 5 punti sui nove disponibili. Il che, considerata la confusione con la quale si era presentato Caserta nell’ouverture stagionale, equivale ad “oro colato” da una parte e sofferenza dall’altra. L’inversione di rotta, e la conversione al calcio giocato costruendo dal basso (come piaceva a Vivarini) è stata sicuramente la migliore risposta che il tecnico poteva restituire a chi lo ha criticato al di sopra delle righe scendendo sul personale. Insomma “u muntuna” (come lo definivano ironicamente a Cosenza) ha tentato di trasformarsi (con tutte le sue pecche) in una zebra a strisce giallorosse…
PRIMO TEMPO – “Cascerta” spedisce in campo un’altra formazione che nulla a che vedere con quella determinata uscita invicta dall’Arena, tana della capolista. Gara inizialmente tattica e a tratti monotona anche se i Giallorossi danno a intendere che vorrebbero chiuderla subito, tanto è che al 3′ su calcio piazzato battuto da Pontisso, rccoglie Bonini di testa e il pallone esce fuori di poco a lato. Due squadre disposte principalmente per non perdere e badare a non incassare gol. Frosinone tutt’altro che sceso in Calabria per recitare la parte dell’agnello sacrificale. Si difende con un certo ordine e tenta di mordere come può fare qualcuno che è consapevole d non poter offrire vantaggi all’avversario. Ragazzi di Caserta poco veloci, a tratti prevedibili, forse stanchi per il tour de force che li ha portati a disputare contro la capolista Pisa una gara a tutto campo. Cassandro appare tra i meno tonici… (lo capisce anche “don Fabio” che lo sostituirà ad inizio ripresa). Iemmello gioca da pari suo ma a volte viene sorpreso dai suoi controllori. Il Frosinone potrebbe passare in un paio di occasioni con Canotto al 17′, con un diagonale, e al 24′ con un colpo di testa di Marchizza che sfrutta bene l’assist di Canotto ma mira poco più alto della traversa. Al 28′ ci riprova Canotto e Pigliacelli alza la saracinesca e gli dice ancora un volta no. Al 37′ sono le Aquile che potrebbero passare in vantaggio. Il rapace Iemmello estirpa la palla a Bracaglia e vola verso la rete con tiro diretto. Cerofolini esce d’istinto e riesce a neutralizzare. Un primo tempo che si chiude in parità e che non fosse stato per questi pochi squilli di tromba (che hanno vivacizzato la fase spettacolare) sarebbe scivolato tra gli sbadigli. Incomprensibili le scelte di Caserta che tiene in panchina Coulibaly e D’Alessandro
SECONDO TEMPO – Entra in campo Brignola e ci si chiede come “Cascerta” possa tenere in panchina o solo tra i convocati un calciatore di questa classe. Un altro mistero glorioso della sua gestione. Quando si fa male La Mantia subentra Pittarello. Il “trainer” richiama Pagano e Compagnon e getta nella mischia Petriccione D’Alessandro. Il tema del gioco ne va a vantaggio delle Aquile che stringono d’assedio il fortino frusinate. A nostro parere si è regalato un intero tempo a un’avversaria modesta pur combattiva ma che non ha espresso nulla di trascendentale per meritarsi di uscire indenne dal Ceravolo. Ecco ora “Cascerta” sarà contento per l’ennesimo “buon punto” recuperato in casa. Afflitto da “pareggite” cronica tale allenatore è difficile che possa mirare a vincere con scelte e disposizioni tattiche. Se in casa non si riesce a vincere almeno contro l’ultima della classe, vuol dire che hanno ragione gli spettatori che disertano la frequentazione delle tribune. Per tornare alla cronaca degna di note: Iemmello si vede deviare un tiro nei minuti di recupero e in extremis al 96′ Pigliacelli salva il risultato. Considerato che si poteva anche subire una sconfitta beffa … e che sarebbe potuta andare peggio… c’é ben poco altro da aggiungere…
Considerazioni finali. Il Catanzaro pareggia con la capolista fuori casa e pareggia – fra le mura amiche – con l’ultima in classifica. Francamente i risultati che “Cascerta” riesce ad inanellare appaiono affidati ad un caso del “Dio Pallone. Vivarini non c’era in panchina (come abbiamo ampiamente precisato in apertura) ma il Frosinone – affidato al giovane Greco – ha giocato le carte disponibili ottenendo quanto voleva. Un gran peccato non aver saputo sfruttare l’occasione – da parte del team catanzarese – per tentare il balzo in zona play off. Domenica 10 novembre si va in Emilia per affrontare la Reggiana reduce dal pareggio di Bari (2-2). Riusciranno i nostri eroi a profanare la “Reggia”?
Giallorossamente vostro,
Riccardo Colao
Il portiere delle Aquile Pigliacelli. Una garanzia tra i pali a difesa del risultato.
IL TABELLINO DELL’INCONTRO: CATANZARO – FROSINONE 0 – 0
US CATANZARO 1929 (3-5-2): Pigliacelli; Brighenti, Scognamillo, Bonini; Cassandro (45′ Brignola), Pagano (67′ Petriccione), Pontisso, Koutsoupias, Compagnon (67′ D’Alessandro); Iemmello, Lamantia (59′ Pittarello). All.: Caserta
FROSINONE CALCIO (3-5-2): Cerofolini; Biraschi, Monterisi, Bracaglia; Oyono A, Vural (73′ Garritano), Cicchella (73′ Darboe), Canotto (61′ Sene), Marchizza; Kvernadze, Barcella. All.: Greco
ARBITRO: Simone Sozza della sezione Aia di Seregno coadiuvato dagli assistenti Paolo Laudato di Taranto e Mattia Scarpa di Reggio Emilia. Quarto Ufficiale: Alfredo Iannello di Messina. Al VAR Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo assistito Federico Longo di Paola.
L’arbitro Simone Sozza (nella foto sottostante) prima di Catanzaro – Frosinone annoverava cinque precedenti con i Giallorossi. Uno conclusosi – al termine dei tempi supplementari del turno preliminare play-off di Serie B della passata stagione – con la vittoria sul Brescia (4-2, Donnarumma, Brignola, Galazzi, Moncini e doppietta di Iemmello) e quattro sconfitte in Serie C: il 2-1 del 26 dicembre 2018 con il Trapani (Kanoute), il 2-1 del 29 settembre 2018 con la Casertana (Maita), il 2-1 del 7 maggio 2017 con il Fondi (Cunzi) e lo 0-1 del 25 settembre 2016 con il Messina.
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