Capolavori dell’Arte Romanica in Abruzzo con l’aggiunta della “Piccola Stonehenge d’Abruzzo”
Una giornata ai piedi delle montagne del Velino-Sirente tra assoluti capolavori dell’arte romanica. Visiteremo la chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa, nota come la “cappella sistina del Medioevo” recentemente restaurata e riaperta dopo i danni dell’ultimo sisma; la chiesa di Santa Maria in Val Porclaneta, un gioiello architettonico posto in una pregevole cornice ambientale, tra i più interessanti esempi di arte romanica in cui confluiscono influenze arabe, longobarde, bizantine e ispaniche; passeggeremo tra le strade del borgo murato di Santo Stefano di Sessanio. FUORI PROGRAMMA visiteremo la “Piccola Stonehenge d’Abruzzo” di Fossa…
di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano
ROMA – Ecco una buona idea per trascorrere in armonia turistica e culturale una delle calde giornate agostane 2022.
Giungeremo ai piedi del Monte Velino per la prima tappa delle nostre visite. Inizieremo da un incredibile gioiello architettonico posto in una cornice ambientale di assoluto pregio: la chiesa di Santa Maria in Val Porclaneta. Essa rappresenta uno dei più interessanti esempi di arte romanica abruzzese, in cui confluiscono influenze arabo-ispaniche ma anche caratteristiche del periodo bizantino e longobardo. Conserva un pregevolissimo ambone scolpito con influenze orientali attribuito alla bottega dei maestri Nicodemo, Roberto e Ruggero, realizzato nel 1150. Custodisce inoltre un ciborio con intarsi di derivazione moresca e una rara “iconostasi” in legno sorretta da quattro colonnine con capitelli decorati e fusti tortili.

Proseguiremo in visita a Santo Stefano di Sessanio, un suggestivo borgo fortificato che rappresenta uno tra i più suggestivi scenari paesaggistici del nostro Paese. Posto all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso, questo piccolo centro è interamente costruito in pietra calcarea bianca imbrunita dal tempo. Per l’armonia degli elementi architettonici si può definire un cammeo incastonato tra i monti e proteso verso l’altopiano di Campo Imperatore. La forma è quella tipica del processo di incastellamento dove il paesaggio urbano si crea nei secoli, sempre con gli stessi materiali e forme con una straordinaria continuità. Vicoli, piazzette, piccole corti, scale esterne, porticati, loggiati, strade selciate, mura turrite, portali e cornici sono in grado di raccontare il buon vivere di un tempo anche grazie all’armonia dei restauri.

Pausa pranzo libero a Santo Stefano di Sessanio.
Nel pomeriggio proseguiremo per l’ultima tappa delle nostre visite, uno straordinario sito riaperto nel 2019 dopo i lunghi lavori di restauro post sisma: la chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa, un’autentica piccola “cappella sistina” della pittura medievale. La chiesa, detta anche “delle Grotte”, fu dipendenza dal monastero di Santo Spirito di Ocre e fu costruita con stilemi romano-bizantino tra il IX e il X secolo. Il nome deriva da una cripta originariamente presente sulla quale si edificò una nuova chiesa in stile gotico-cistercense. L’interno, a unica navata voltata a sesto acuto, conserva un formidabile ciclo di affreschi del XIII secolo, attribuiti a Gentile da Rocca e alla sua bottega.

In aggiunta (aggiornato all’8/08) avremo occasione di ammirare la cosiddetta “Piccola Stonehenge d’Abruzzo“, la vasta area sepolcrale della necropoli di Fossa, rinvenuta negli anni Novanta e risalente al IX secolo a.C. Si compone di una serie di tombe a camera, di menhir infissi nel terreno e cerchi concentrici.



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