Caro energia. Per iI 2025 si preannuncia una stangata con aumenti sino al 30%
Analizzando le offerte sul “Mercato libero” si scopre che esso sia solo di facciata. Di fatto veste gli abiti di una lobby che determina i costi finali per gli utenti al di là di altre tipologie economiche. Nella sostanza determinati aumenti non sono addebitabili al fenomeno strisciante che deriva dalle variazioni dei costi delle materie prime. Esiste infatti un meccanismo che autorizza le aziende fornitrici ad applicare arbitrarie tariffe apparentemente favorevoli (come quelle fisse e quelle variabili a fascia oraria).
di Riccardo Colao (Direttore del Quotidiano l’Italiano)
ROMA – La notizia fluttuava “calma e placida” svolazzando negli ambienti economici da più di qualche settimana. Poi quando l’autorevole quotidiano “Corriere della Sera” – con un articolo mirato – ha lasciato emergere i presupposti della possibile stangata del “nuovo anno”, anche nella nostra piccola redazione abbiamo ritenuto di approfondire quel che a prima vista appariva cone l’annuncio del solito “cinepanettone” poco credibile. E invece i presupposti per essere costretti a rivedere i conti per la spesa dell’energia elettrica, da parte delle famiglie, ma pure delle imprese, delle industrie, degli artigiani dei commercianti, insomma di chiunque abbia uno o più contratti per l’erogazione di energia elettrica, sono molto concreti. .
I motivi? Secondo l’analisi del sito Facile.it il prezzo delle materie prime condurrà ad un aumento generalizzato del 30% sulla base dell’andamento degli indici PUN e PSV – considerati ed esaminati nel periodo che va dal dicembre 2023 al novembre 2024 unitamente alle stime elaborate dall’European Energy Exchange (EEX) per i dodici mesi successivi, a parità di consumi e altre condizioni economiche che gravano in bolletta. Il PUN, (l’indicatore del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica, secondo le previsioni potrebbe passare da un valore medio di 0,11 a 0,14 €/kWh, Il PSV, (punto di riferimento per determinare il prezzo del gas naturale all’ingrosso), salirebbe del 28% (da 0,38 a 0,48 €/smc).
Gli esperti del sito Facile.it (che hanno come missione quella di aiutare e consigliare gli utenti alle scelte migliori per il proprio bilancio) ritengono, sulla base dei loro calcoli che in regime di mercato libero una famiglia tipo (consuma annualmente 2.700 kWh per l’energia elettrica e 1.400 smc annui per il gas) potrebbe trovarsi a fronteggiare un rincaro complessivo di 272 euro, cosa che condurrebbe la spesa per l’energia dagli attuali 2.569 a 2.841 euro,(su base annuale). Entrando ancora nel dettaglio, l’aumento più pesante si osserverà sulla bolletta del gas, che da 1.744 salirebbe a 1.920 euro (+176), mentre quella dell’elettricità salirà da 826 a 921 euro (+96).
Ma se questi dati – già di per se poco rassicuranti – confermano il rischio di stangata generale, per il consumatore – che potenzialmente deve affrontar scelte sul “Mercato libero” si scopre che esso sia solo di facciata. Di fatto veste gli abiti di una lobby che determina i costi finali per gli utenti al di là di altre tipologie economiche. Nella sostanza determinati aumenti non sono addebitabili al fenomeno strisciante che deriva dalle variazioni dei costi delle materie prime. Esiste infatti un meccanismo che autorizza le aziende fornitrici ad applicare arbitrarie tariffe apparentemente favorevoli (come quelle fisse e quelle variabili a fascia oraria).
L’inchiesta del “Corsera” ha accertato che il 27 dicembre a “dare il segnale di una spesa energetica in aumento è stato l’aggiornamento dell’Autorità Arera sulle bollette di 3,4 milioni di clienti cosiddetti vul- nerabili (chi ha più di 75 anni, disabili, percettori di bonus sociale e altre categorie deboli) rimasti nel Servizio maggior tutela: dal primo gennaio 2025 le tariffe saliranno del 18,2% rispetto al quarto trime- stre 2024. Nel primo trimestre 2025, il prezzo dell’energia elettrica (la materia prima) sarà di 16,64 centesimi per kilowattora”.
Furio Truzzi, presidente di Consumers’ Forum ha dichiarato e confermato che “I prezzi sono destinati a salire nei primi mesi del 2025 e le cause risiedono nelle tensioni internazionali e nella elevata finanziarizzazione dei mercati delle materie prime». Tuttavia – in sintesi – rileva Fausta Chiesa (estenditrice dell’articolo) :”se un rincaro del 18,2% può sembrare alto, i vulnerabili spenderanno meno per la luce rispetto a chi è passato al mercato libero. In base all’ultimo monitoraggio Arera del mercato retail (i clienti domestici) datato novembre 2024 e non ancora pubblicato, emerge che i prezzi dell’energia sul mercato libero sono risultati finora più alti rispetto a quelli dei mercati tutelati: la rilevazione più recente, quella relativa a settembre 2024, mostra che un cliente del Servizio a tutele graduali (il regime in cui è entrato chi era in tutela al 30 giugno 2024 e non è passato al libero mercato) per la materia prima spende meno di tutti: 10 centesimi al kilowattora. I vulnerabili in maggior tutela hanno speso 13 centesimi, mentre chi ha scelto un contratto nel libero mercato a prezzo variabile ha speso in media 24 centesimi e chi con prezzo fisso 25 centesimi, sempre facendo una media. Con un emendamento alla legge Concorrenza del deputato Alberto Gusmeroli, tutti i vulnerabili potranno chiede- re, fino al 30 giugno 2025, di passare al Servizio a tutele graduali che dà uno sconto di 113 euro all’anno. Dal monitoraggio emerge anche che scegliere tra le centinaia di offerte presenti sul mercato libero è complicato.
“Per concludere – si legge nell’inchiesta – “L’Arera” ha condotto un monitoraggio sul mercato retail che confronta, tra l’altro, i prezzi medi del mercato libero (fisso e variabile) con quelli dei due servizi tutelati (Tutele graduali e Maggior tutela) fino a settembre 2024 Prendendo l’ultimo dato disponibile – settembre 2024 – solo un consumatore su dieci tra coloro che hanno cambiato fornitore a prezzo fisso ha trovato un’offerta più conveniente dal punto di vista della materia prima (senza tener conto dei servizi aggiuntivi):38.029 persone hanno optato per contratti più cari, 27.834 quelle che hanno scelto offer-te più convenienti. Tra chi cercava contratti con prezzo variabile: 251.783 utenti hanno scelto un’offerta non conveniente e solo 28.9935 consumatori tra quelle più convenienti”.
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