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Caso Yara, il legittimo diritto della difesa che rischia di riaprire vecchie ferite

E se Bossetti fosse realmente innocente?

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Rubriche , at 7 Giugno 2021 Tag: , ,

             di Romano Scaramuzzino (dalla redazione bergamasca)

Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, legali di Massimo Bossetti, condannato allergastolo, nel 2018, per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, hanno chiesto, recentemente, di accedere ai reperti, soprattutto quelli relativi al Dna, acquisiti durante le indagini del processo, al fine di una revisione del dibattimento stesso.

Questo perché, secondo loro, fu espletata , all’epoca, una procedura sugli stessi, non corretta.

Tale convinzione li ha indotti a inoltrare, in seguito, un esposto ai danni dei giudici bergamaschi.

Questa richiesta, non solo, nei giorni scorsi, è stata rigettata dalla Corte di Assise di Bergamo, ma i legali ora rischiano di essere indagati per calunnia, dato che il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, ha ottenuto da parte dei giudici, sempre, della Corte di Assise di Bergamo, la richiesta di trasmettere gli atti alla Procura di Venezia per verificare gli estremi di tale reato da parte dei difensori del Rossetti.

E’, però, di poche ore fa, lira esternata sul suo profilo Facebook, da parte dellavvocato Claudio Salvagni, le cui parole riportiamo in parte:

Massimo Bossetti è innocente. Se mai avessi avuto dei dubbi, ora ne ho la certezza.

Claudio Salvagni

Il NON RISULTATO ottenuto con la nuova pronuncia della Assise di Bergamo è, nuovamente, la dimostrazione della piena innocenza di BOSSETTI e che è semplicemente, al pari di tanti e tanti altri ingiustamente condannati, vittima di un sistema sordo e cieco. Solo che a Massimo non è data neppure la possibilità di dimostrarlo, mai gli è stata data!

Cosa nascondono quei reperti e campioni di così tremendo?

Cosa si vuole celare alla difesa?

Perché negare pervicacemente qualcosa a cui eravamo già stati autorizzati? (l’avvocato si riferisce alla sentenza della Cassazione che dava loro ragione riguardo tale istanza, ndr)

Perché questa paura della verità?

Estato per lennesima volta negato il sacrosanto diritto di difesa ad un uomo che è in carcere senza aver MAI neppure (semplicemente) potuto vedere dal vivo i reperti che lo condannano. 

Esistono? 

Cosa c’è in quelle 54 provette di DNA?

C’è veramente il DNA denominato Ignoto1?

Everamente uguale a quello di Massimo Bossetti?

 In tutto questo, la sorella gemella di quest’ultimo, Laura Letizia, ha ottenuto, dalla Prefettura di Bergamo, la possibilità  di cambiare cognome.

Lei dice di averlo fatto perché era difficile vivere e trovare un lavoro con un cognome del genere sulle spalle e che niente ha che vedere, questa sua decisione, con i rapporti con il fratello, il quale, però, avendo saputo di questa notizia, ha deciso di interrompere ogni tipo di relazione con la parente.

Ma, ritornando alla notizia principale, pur ribadendo che siamo dei garantisti nel contempo non possiamo che rivolgere un pensiero ad una famiglia che con dignità e riserbo ha vissuto e sta vivendo questo dolore e a una comunità intera, quella bergamasca.

Ravvisiamo, allora, un altro diritto, quello che non vengano riaperte vecchie  ferite che difficilmente potranno essere rimarginate completamente ma che, con la parola fine a questa indagine, almeno potranno lenirsi.

 Auspichiamo che sia espletata la giustizia umana su questo caso di cronaca il più presto possibile ma, sempre, con la più assoluta accuratezza, vedendo calare, finalmente, il sipario su una triste vicenda almeno a livello mediatico. 

Per la piccola Yara, l’immaginiamo in un mondo migliore di quello in cui ha vissuto.

Romano Scaramuzzino

             

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