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Thursday, March 13, 2025
Quotidiano Nazionale Indipendente


Catanzaro: a Sapore di Mare, in collaborazione con la Regione e l’Università Magna Grecia, ci spiegano quant’é buono l’illustrissimo Morzello

Diffusa a giugno del 2024 sulla rivista svizzera FOODS, giornale di riferimento per la Chimica degli Alimenti a livello mondiale, la pubblicazione descrive la storia e la composizione del piatto identitario della Città di Catanzaro evidenziandone i pregi connessi alla sostenibilità ed alle sue proprietà nutrizionali.


di Aristide Anfosso – per il Quotidiano l’Italiano dalla Redazione Cronaca e Cultura

CATANZARO – Nell’ambito dell’evento “Sapori di mare” si è tenuto, nel corso della prima serata il talk sul tema l’Illustrissimo  Morzello, presenti il prof. Stefano Alcaro  dell’UMG ed il dottor. Salvatore Rotundo Consigliere della Congrega dei Tre Colli. Il talk nel suo format ha inteso riproporre un tema di grande attualità: “La Scienza può fungere da strumento di marketing territoriale”?

Con questo interrogativo si era già svolta nello scorso metà luglio, presso la Camera di Commercio di Catanzaro, la manifestazione “Catanzaro: nice to meet you!” dedicata alla presentazione del primo Lavoro Scientifico Internazionale dedicato al piatto tipico della Cucina Catanzarese  “U Morzeddhu”, noto con l’appellativo di “Illustrissimo”.

Diffusa a giugno del 2024 sulla rivista svizzera FOODS, giornale di riferimento per la Chimica degli Alimenti a livello mondiale, la pubblicazione descrive la storia e la composizione del piatto identitario della Città di Catanzaro evidenziandone i pregi connessi alla sostenibilità ed alle sue proprietà nutrizionali.

Come è ben noto ai Catanzaresi il Morzello si prepara con alcuni componenti del quinto quarto del bovino: trippa, polmoni, milza, intestino tenue.

I motivi che hanno spinto alla pubblicazione del lavoro scientifico sono stati illustrati dal Prof. Stefano Alcaro, Ordinario di Chimica Farmaceutica presso l’Università Magna Græcia di Catanzaro e Presidente del centro ricerche CRISEA, sito in località Condoleo di Belcastro, nel corso della manifestazione “Sapori di Mare”, nella serata dedicata al “Morzeddhu” svoltasi presso il Villaggio del Porto di Catanzaro Marina.

E’ stata raccontata la storia della nascita dell’idea di tale pubblicazione nata a maggio del 2023 a Marsala in occasione di un meeting rilevante della Chimica degli Alimenti in cui si è dato spazio a comunicazioni scientifiche dedicate ai prodotti tipici territoriali, tra questi il piatto più identitario di Catanzaro. A seguito di tale evento è stato possibile divulgare in maniera molto più rilevante i risultati delle ricerche con la pubblicazione sulla rivista FOODS, consultabile liberamente, per chi ne vuole sapere di più, al sito web www.mdpi.com/2304-8158/13/12/1810″ ha dichiarato il prof. Alcaro.  

Nel citato articolo viene descritta la ricetta per la corretta preparazione dell’Illustrissimo, validata dall’Antica Congrega dei Tre Colli di Catanzaro, che recentemente ha sviluppato un marchio di certificazione, citato espressamente anche nella pubblicazione scientifica. Tali premesse inducono a pensare che la ricerca scientifica e la divulgazione su canali internazionali, combinata con uno sforzo corale per promuovere efficacemente le nostre tipicità possano riuscire a generare un virtuoso iter di marketing territoriale, in grado di attrarre i “turisti esperienziali”  ed esperti di cucina tipica e sostenibile verso il piatto tipico della Città di Catanzaro. Dagli incontri effettuati nel mese di luglio e  agosto emerge la necessità di promuovere un vero e proprio gioco di squadra in cui gli enti locali, a partire dal Comune della Città capoluogo, gli operatori che preparano e distribuiscono il prodotto sul territorio catanzarese, l’Università Magna Grecia di Catanzaro, il centro CRISEA e l’Antica Congrega Tre Colli possano sinergicamente operare in maniera inclusiva a vari livelli per la promozione  culturale e per il richiamo del prodotto.                                                                                                              

Diventa necessaria ed opportuna la formazione degli operatori ma anche la comunicazione di un brand che attraverso il marchio possa essere ben riconoscibile, così come il sostegno ad attività di studio e la promozione attraverso risorse rintracciabili ad hoc a livello regionale o nazionale necessarie per il sostegno delle suddette attività.

Prossimamente si parlerà ancora di questo Studio  Scientifico in occasione della Cena Straordinaria prevista a Catanzaro per la sera del 13 settembre ed a Lecco il 26 settembre durante la terza edizione dell’Evento Internazionale “Dalla Calabria: Il cibo mediterraneo”. Quest’ultimo evento è magistralmente organizzato dal Catanzarese Dr. Piero Canino, volto noto nell’area lombarda per la promozione e la divulgazione, in quelle zone, delle tipicità del cibo e della cucina calabrese.

Aristide Anfosso

Sotto: nelle immagini di Gianluca Bellacoscia una fase del Talk con Ursino, ideatore della manifestazione “Sapore di Mare; il Prof Alcaro, il giornalista Rubino, il dottor Rotundo Consigliere della “Congrega dei Tre Colli”. Nell’immagine successiva l’etichetta della ricetta secondo l’Antica Congrega dei Tre Colli di Catanzaro, che recentemente ha sviluppato un marchio di certificazione; infine un tipico “morzeddu alla catanzarisa” servito nella pitta (caratteristico pane prodotto nel capoluogo della Calabria e in alcuni paesi della provincia a forma di ciambella).

M’atri cosi capitani

Catanzaru fannu beddhu:

‘a Villetta, i ficundiani,

l’illustrissimo morzeddhu.

‘U morzeddhu? Cosa cara!

Ccu li durci no lu cangi,

cà ti senti ricrijara

pemma fai lu mungi-mangi.

Pipareddhu e dijuneddhi,

suffritteddhu e brodu russu,

sunnu cosi sicchi e beddhi,

mi nd’inchiera sempa ‘u mussu.

A li Coculi, Ngiulina,

(a lu cantu de Fogghiana)

puticheddha cu cantina

misa e facia la tijana.

Mamma adduru si tu passi

d’a matina mberzu i nova;

ddhà ti ficchi, tuttu dassi

cà ‘u pitittu ti si smova.

‘A tijana de Ngiulina

è n’oceddhu de richiamu;

quantu fuddha ogni matina,

quantu genti d’ogni ramu!

Ngiulinuzza, chi ngarbata,

hjacca ‘a pitta, ‘u brodu scula;

è na fimmina mpatata

nc’inchia ‘a panza e nci cunzula.

«Cincu ‘e dintra» -grida Fronzu-

n’atru dicia «Decia ‘e fora»

e Ngiulina: «Mò v’acconzu,

beddhi mei, vi servu ‘e cora».

‘U morzaddhu comu arriva

dintr’a pizza hjaccattizza

eu m’u sgrusciu nomma nziva

e lu nasu mi si arrizza.

E’ na cura chi vi giuru

fa meraculi –pardeu-

megghiu cchiù de l’ogghiu duru

de Leona e de Giurleu.

Mò sentiti nu successu

Chi pativi l’atru jeri

Nt’a potica d’o Progressu

Cu nu ndugghiu ‘e foresteri.

Doppu chi s’avia sbaffatu

tri morzeddhi comu n’orcu;

doppu chi s’avia liccatu

puru i jirita, lu porcu,

s’aza e dicia «oh, porcheria,

stu morzeddhu para amaru,

sianti fìatu, oh fetenzia,

oh, mannaia Catanzaru».

Poi si vota a mia dirittu:

«cittadini, siati bialli,

ma mannaia lu pitittu

vi mangiati i dijunialli».

Nci jettai nu suttamuccu

propria ccà nte i gangaleddhi

e nci dissi «pezzu ‘e nduccu

tu ‘on ti mangi i dijuneddhi?

veni apposta ‘e Papanici

ma ti cacci sta gulìa,

e mò puru fai ca dici

ca ‘u morzeddhu è fetenzia?

Già chi boi, tu si’ cozzala

E no poi tu canuscira

chista rrobba, e parri mala;

d’o morzeddhu chi boi dira?

Non è roba, no, fetenta

Questo è introto de vaccina,

cà nda mangia lu studenta

e nde mangia ‘a signurina.

Basta sulu ma ti dicu

Ca baruni e cavaleri,

puru ‘u sindacu don Ricu

nde mangiaru nzinca a jeri.

O ti cridi ch’hannu scornu

Carminuzza e donna Rora

ma si mangianu ogni jornu

decia ‘e intru e decia ‘e fora?»

Doppu tutti sti raggiuni

‘u cozzala rispundiu:

«Chi ni mangianu baruni,

mi ni mangiu puru io».

Comu mpatti si chiamau

tutta quanta la tijana,

mancu stagnu nci dassau

ammogghjanduci lu pana…

Il Sonetto (di cui ne pubblichiamo una parte ed esplicitamente quella in cui si parla del “Morzello”) s’intitola Catanzaru ed è frutto dell’ingegno del poeta Giovanni Sinatora che lo compose tra la fine dell’800 e i primi del ‘900

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