Friday, March 21, 2025
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“Catanzaro Cuore Giallorosso”, il nuovo inno della squadra di calcio interpretato da Liano Concolino

L’artista ha ripreso un intuizione molto acuta di Salvatore Scarfone, il roccioso difensore in forza ai giallorossi negli anni gloriosi di match che lo videro marcare (spietatamente) anche i primi fuoriclasse stranieri che arrivarono nel nostro massimo campionato. In seguito Salvatore ha conseguito la laurea in giurisprudenza e si è specializzato in diritto sportivo: anche lui vive e lavora nella capitale da oltre un ventennio, ma “il” Catanzaro resta sempre un amore intramontabile:


di Vittorio Pio dalla Redazione Calabrese del Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Sarà fuori a mezzanotte  del 3 Marzo, “Catanzaro Cuore Giallorosso”, il nuovo inno della squadra di calcio che sta facendo più che mai sussultare di gioia la sua sterminata tifoseria con un campionato di serie B che sta diventando letteralmente entusiasmante (è la seconda squadra in merito ai punti guadagnati nel girone di ritorno, dopo la capolista Sassuolo), con una prospettiva da batticuore che è giusto sognare, ma ancora non esplicitare, anche per questioni di scaramanzia. E’ stato scritto, prodotto, arrangiato ed interpretato da Liano Concolino, da tempo residente a Roma per sviluppare la sua carriera artistica, che ha ripreso un intuizione molto acuta di Salvatore Scarfone, il roccioso difensore in forza ai giallorossi negli anni gloriosi di match che lo videro marcare (spietatamente) anche i primi fuoriclasse stranieri che arrivarono nel nostro massimo campionato. In seguito Salvatore ha conseguito la laurea in giurisprudenza e si è specializzato in diritto sportivo: anche lui vive e lavora nella capitale da oltre un ventennio, ma “il” Catanzaro resta sempre un amore intramontabile: “Una sera di un sabato dello scorso Natale-ribadisce con la sua abituale verve mi sono imbattuto in un breve video nel quale veniva cantata una canzone. Ad un tratto una folgorazione: “Ma questo potrebbe essere un gran bel coro da stadio” Prendo carta e penna ed in 15 minuti, trascinato dalla mia passione per la mia città e la mia squadra, scrivo la prima strofa e poi il ritornello (quelli bravi lo chiamano “refrain”) ripetuto poi un paio di volte. Leggo e poi rileggo, cambio qualche parola, ne aggiungo delle altre e mi convinco sempre di più che è proprio adattissima allo scopo. Manca però qualcosa, anzi la cosa più importante. Cosa ne so io di metrica musicale, di melodia, di note, di armonia, di ritmo? Nulla! Qui serve un tecnico, ed anche bravo.” La scelta cade su Liano, indimenticabile animatore delle notti magiche della Rotonda di Copanello, luogo del cuore di molti catanzaresi: “A quel punto la seconda intuizione-prosegue Scarfone-,proprio come un tennista in stato di grazia che dopo aver inferto all’avversario un passante incrociato di rovescio, serve una prima al centro, la segue e in tuffo mette a segno una volè di dritto liftato che muore appena al di la del net, mi ricordo che a Roma,  vive un bravissimo musicista di Catanzaro che aveva suonato alla mia festa di laurea alla Rotonda di Copanello, nei lontani anni novanta. Chiedo il numero di Concolino ad un mio caro amico e gli scrivo. Liano mi risponde  all’istante, lui mi invita a casa sua, vado da lui il giorno dopo, legge le strofe, si mette al piano e canta poi mi guarda e dice: Salvatò questa è una idea bellissima, mi concedi la possibilità di trasformarla in un inno per il nostro Catanzaro? Guardo i suoi occhi emozionati e gli dico di procedere tranquillamente, prendendosi tutto il tempo necessario

A queste parole vibranti fa eco proprio Liano, in arte Viko:

“Ho vissuto molti episodi belli in vita mia legati alla musica, ma sono molto emozionato per l’uscita di questo brano , per due ragioni che ritengo fondamentali. La prima è la speranza di poter lasciare qualcosa di bello per il Catanzaro e a Catanzaro, che resta la città che mi ha cresciuto e dove ho tanti amici che rivedo tutte le estati. Sono andato via nel ‘92 e ancora oggi, ci sono tante cose e amici che mi mancano. Ritornarci artisticamente e magari lasciare un segno positivo e di cuore che possa rimanere negli anni, sarebbe un sogno finalmente realizzato.
La seconda è che per un musicista e cantautore, avere l’opportunità di sentir cantare una propria canzone da parte di tanta, tanta gente, è davvero una enorme soddisfazione, artistica e professionale. Credo non ci sia ricompensa migliore di quella di un’intera tifoseria che tutta Italia giudica meravigliosa come quella catanzarese, capace di  apprezzare un brano dedicato ai colori giallorossi per poi cantarlo a squarciagola.


Ti ricordi  la prima  volta  allo stadio  Comunale , oggi intitolato  al mitico  Presidente  Ceravolo?

Probabilmente era la prima di campionato del 1978: avevo circa 7 anni e il Catanzaro giocava contro l’Atalanta. Andai allo stadio con nonno Vitaliano e con altri parenti di Bergamo… la partita finì 0-0, ricordo naturalmente Palanca e anche l’attuale Mister della Roma, Claudio Ranieri. Sono sempre stato un giallorosso, anche perché nel tempo, ho avuto amici cari che hanno insossato la gloriosa casacca delle aquile: per citarne alcuni ci sono il portiere Massimo Marino, Peppe Fonte e poi naturalmente Salvatore Scarfone, che ha avuto la scintilla che mi ha portato a scrivere, produrre e realizzare questo inno al Catanzaro, nostro bene comune… per non dimenticare il grande Massimo Mauro, con cui ogni tanto, d’estate, abbiamo passato bei momenti sulla rotonda di Copanello: io suonavo il pianoforte e lui cantava canzoni di Pino Daniele.

Ancora più copiosi i ricordi di Salvatore, giocatore corretto ma agonisticamente feroce, in alcune delle pagine più belle della prima squadra calabrese a militare in serie A: “Non è facile-prosegue- dare un’idea dell’orgoglio che si prova ad indossare la maglia del Catanzaro. Con umiltà e gratitudine anche nei confronti dei sacrifici realizzati dalla mia famiglia per sostenermi all’inizio della mia carriera sportiva, sono stato fra i protagonisti nelle due promozioni conseguite dalla C alla B con G.B. Fabbri prima e Claudio Tobia poi, quindi la grande euforia per la possibile promozione in serie A sfumata solo al termine del campionato in cui ci allenava,  Vincenzo Guerini, ma anche lo spareggio per non retrocedere vinto a Lecce con Rambone. Fra i ricordi cari anche il fin troppo breve sogno del Catanzaro guidato in panchina da Fausto Silipo, allenatore, pregiudizialmente rifiutato dai tifosi fin dalla prima amichevole, un pò come è stato all’inizio per Fabio Caserta,  che invece sta guidando magnificamente una squadra basata intanto su grandi valori umani. Quando si fa parte di un gruppo bello come questo, nessun traguardo è precluso.

Hai accennato a questo Catanzaro che sta facendo sognare I suoi sostenitori anche in questa straordinaria annata..

Il primo, grandissimo merito, va al presidente Noto e a suo fratello Derio, per il la capacità dimostrata di essere riusciti a creare una squadra di professionisti, capaci di evolversi nel corso degli ultimi quattro anni, garantendo sempre un livello di competenza elevatissima in ogni ambito. Ciò ha garantito un grande equilibrio tra investimenti e risultati, privilegiando gli asset durevoli, acquisizione e miglioramento delle strutture, creazione e sviluppo dell’area dedicata al settore giovanile, scelte ponderate nello scegliere i giocatori, grazie a un mix tra giovani, arrivati in prestito da società di A o magari di proprietà, pescando bene nelle categorie inferiori.
Il processo di eccellente maturazione rappresentato da questa stagione che possiamo definire impropriamente di ricostruzione, visto che tutti pensavano che dopo l’addio di Vincenzo Vivarini non sarebbe stato facile più niente.
Ed invece ancora una volta la scelta di uomini vincenti del calibro di Caserta , Polito
Morganti, Costantino e tutti gli altri e soprattutto la pazienza nel saper attendere, una virtù estremamente rara nel mondo del calcio). Senza dimenticare la vera, unica anzi insostituibile linfa di tutta  questa impalcatura, ovvero la sconfinata passione del popolo giallorosso, sparso in tutto il mondo. Permettimi anzi di effettuare un appello: diciamo ancora che per scaramanzia  il sogno più grande non si avvera, ma nel caso in cui dovesse succedere spererei in una chiamata alle armi o meglio del cuore da ogni singolo giallorosso, ovunque esso sia di contribuire il più possibile al mantenimento di un rango che la storia ci assegna di diritto. Sto anche pensando di lanciare un crowdfunding al fine di consentire che il sogno una volta divenuto realtà si riesca poi a consolidare nel tempo.

Quali sono invece I tuoi ricordi personali più brillanti vissuti con la maglia giallorossa?

Una delle partite più belle che ricordi di aver giocato e’ stata quella disputata contro il Palermo al Ceravolo,  terminata con un sonante 3 a 0 per noi. A distanza di anni seppi che dopo quell’incontro venne avanzata una richiesta ufficiale per me da parte di alcune società di serie B, ma anche la Lazio, uno dei nomi storici della serie A si fece sotto. Proposte che poi non si concretizzarono, perché la società guidata dall’allora Presidente Albano, ipotizzò un valore di mercato ritenuto troppo elevato per far partire la trattativa. Nella mia mente comunque I ricordi si affollano: “tra questi c’è il gol di testa in tuffo su calcio d’angolo, proprio sotto la curva Massimo Capraro contro la Torres. Inoltre sempre in quella stessa stagione (era il campionato 90\91, quello che terminò con lo spareggio effettuato a Lecce contro il Nola), battei un record che solitamente fanno i portieri, ovvero sono riuscito a giocare tutte le partite ufficiali, spareggiò compreso, 90 minuti disputati su 90 effettivi, senza mai essere sostituito o espulso”.

A più altro livello ti è capitato di marcare non solo Kalle Rummenigge, ma anche il peruviano Geronimo Barbadillo, il brasiliano Walter Casagrande, l’argentino Ramon Diaz…se dovessi dire chi è stato l’avversario più difficile, quale nome evidenzieresti?

Tutti grandi calciatori, non c’è ombra di dubbio, ma l’avversario più difficile da marcare in assoluto è stato Massimo Palanca, e questo succedeva anche durante gli allenamenti. Penso sia stato l’onore più grande quello di avere militato nel suo Catanzaro, non me ne vogliano tutti gli altri amici, ma aver potuto giocare al fianco di O’Rey, il sinistro fatato che ha fatto vivere pomeriggi di gloria alla mia città, rappresenta qualcosa che non si può contenere in una singola emozione. Gli stavo ad un metro di distanza per evitare di toccarlo, anche per sbaglio, e fargli minimamente male. Per la nostra storia Massimo è un simbolo, una bandiera, un mito che non tramonterà mai.

Come la tua passione per il calcio…

Anche nella mia seconda vita di avvocato, l’erba del rettangolo di gioco e tutte le emozioni connesse non mi hanno certo abbandonato. Oltre alla mia specializzazione in diritto sportivo, ho continuato a giocare con le squadre di Roma, conseguendo per tre volte il titolo di Campione del Mondo riservato agli avvocati l’ultima delle quali proprio lo scorso dicembre a Dubai nella categoria over 55, ripetendo così le prestigiose vittorie conseguite a Malta e prima ancora a Budapest.

Eri mai stato invece in uno studio di registrazione musicale?

Prima volta in assoluto: Liano mi ha chiamato per il mixaggio, ed io sono rimasto affascinato, tra led, schermi, manopole, casse audio, console e microfoni, a vedere come prendeva forma definitiva la nostra canzone, con l’aiuto di almeno 7 musicisti di livello internazionale: batteria, piano, sax, chitarre acustiche ed elettriche, basso.

E adesso  cosa succederà a questa  canzone,  cosa ti auguri?

Adesso c’è il momento più bello,  ovvero quello dell’attesa. Lunedi 3 la presenteremo ufficialmente ai vertici della società nella persona di Luca Noto e poi  in adunata pubblica  presso  il Catanzaro Club, sigla storica  del  tifo organizzato. Mentre si attende sperando, si vive costruendo l’attesa. Sarà quel che sarà ,recitava  una vecchia canzone , e non a proposito. Il risultato in termini di enfasi e popolarità  non è garantito, ma sulla passione e l’entusiasmo  che  io e Liano  ci abbiamo messo ci si può scommettere tutto quello  che si vuole.

Ed ora ascolta e canta, vecchio cuore giallorosso.


Nelle immagini: Liano Concolino in arte Viko; Salvatore Scarfone e Rumenigge; Salvatore Scarfone con la sua seconda pelle: la maglia giallorossa del Catanzaro

AdnKronos partner

Da sin. Palanca, Scarfone, Banelli, Fontana colti prima di un match dove è protagonista il Catanzaro. Sotto Palanca e Scarfone

e per chi volesse ascoltare l’inno in anteprima

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