Catanzaro: dall’Ufficio Comunale si offendono i cittadini. Sindaco Fiorita a quando le dimissioni o l’allontanamento di Barillà?
Abbiamo ricevuto tantissime mail di protesta e molte telefonate da parte dei nostri lettori che vivono nel capoluogo di regione e se la cosa poteva passare inosservata (nel caso fosse stato uno dei tanti “pinchipallini” in preda a crisi esistenziali) non abbiamo potuto evitare allo stretto collaboratore del Sindaco Fiorita, che lo ha scelto tra i collaboratori del suo staff, alcune considerazioni in merito.
Tra le tante proteste abbiamo raccolto quella del commercialista Rino Rubino, che non gradendo le estemporanee e offensive tesi dell’iscritto all’ODG (organismo che dovrebbe quantomeno attivare la procedura di infrazione al codice deontologico nei riguardi di costui). 90.000 catanzaresi offesi tutti insieme non è qualcosa su cui si possa sorvolare impunemente!
di Riccardo Colao (Direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – Per ben comprendere in che mani sono state affidate le sorti del Comune di Catanzaro sono bastati sei mesi di gestione Fiorita. Per capire in quali mani il “sindaco ridens” abbia a sua volta assegnato la gestione dell’Ufficio Stampa Comunale è bastato leggere un post pubblicato dal signor Marcello Barillà, precedentemente Responsabile dell’Ufficio stampa e Comunicazione presso il Sant’Anna Hospital, (struttura coinvolta nello scandalo per reati di “Truffa aggravata e continuata ai danni del Servizio sanitario regionale, frode nelle pubbliche forniture, violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato, rifiuti di atti di ufficio“) e poi cooptato (non è dato sapere per quali meriti specifici) come giornalista presso il Comune di Catanzaro. Nello scarno curricula vitae che appare sui social si apprende che costui ha studiato e presumibilmente acquisito il diploma di maturità scientifica che gli ha consentito di iscriversi presso l’Università di Messina. Non sono indicate lauree o altri diplomi.
Per farla breve il signor Barillà – all’anagrafe Marcello – (non abbiniamo il titolo di “dottor” non disponendo di conferme sulla qualifica conferibile dagli atenei, di cui potersi fregiare) una settimana abbondante trascorsa, ha pubblicato un post sul noto social Facebook con parole denigratorie nei confronti dei “Catanzaresi: “UN BRANCO DI INFELICI, FALLITI, FRUSTRATI E NULLAFACENTI” per poi invitarli “AD ANDARE NEI CENTRI COMMERCIALI SE VOLEVANO VEDERE LUCI ED ALTRE AMENITA’ DI QUESTO TIPO“.
La mail del Quotidiano l’Italiano è stata invasa da tantissimi messaggi di protesta e infinite telefonate sul centralino, da parte dei lettori che vivono nel capoluogo di regione bruzio; se la figuraccia poteva passare inosservata (nel caso Barillà fosse stato uno dei tanti “pinchipallini” in preda a crisi esistenziali) avremmo tentato di trovare spiegazioni plausibili al gesto (inqualificabile) dello stretto collaboratore del Sindaco Fiorita, che evidentemente sceglie tra i collaboratori del suo staff, personaggi poco inclini alla “diplomazia”. Ci saremmo appellati (per spezzare una lancia a suo favore) alle libagioni di Bacco, a un eventuale improvvisa mutazione di umore, ad una lite familiare… Suvvia può capitare a chiunque di esprimere concetti che non sono poi approfonditi da un ragionamento concreto…
Tra le tante proteste abbiamo raccolto quella del commercialista Rino Rubino, che non gradendo (lui come una moltitudine di catanzaresi) le estemporanee e offensive tesi dell’iscritto all’ODG (organismo che dovrebbe quantomeno attivare la procedura di infrazione al codice deontologico nei riguardi di costui).
Ecco quindi la risposta piccata del professionista: “Leggo dagli organi di stampa che il Responsabile della Comunicazione dello Staff del Sindaco del Comune di Catanzaro signor Marcello Barillà, nei giorni addietro ha definito noi Catanzaresi: “Un branco di infelici, falliti, frustrati e nullafacenti e li invitava ad andare nei centri commerciali se volevano vedere luci ed altre amenità di questo tipo”. Sempre dal Vangelo secondo Barillà i Catanzaresi “non dovrebbero rompere le scatole e dovrebbero finire di latrare”, ed altre offese ed epiteti poco consoni a chi riveste un ruolo istituzionale di comunicazione pubblica. Vorrei ricordare a tale signore che se la città di Catanzaro è formata da tali soggetti, lo stesso liberamente (essendo in democrazia) può cambiare città, vorrei ricordare inoltre che chi lavora nel Comune di Catanzaro, pagato da tutti noi cittadini da lui offesi, deve e dovrebbe dirigere un servizio di comunicazione nei confronti ed a favore della nostra comunità. Senza proseguire oltre, mi sarei aspettato le dimissioni del signor Marcello Barillà ed un intervento da parte del nostro Sindaco Nicola Fiorita ma vedo amaramente che tutto tace. A titolo informativo il sottoscritto non è “nullafacente”, non è un “allocco”, non è un “fallito” e via dicendo. Invito tutti i cittadini catanzaresi offesi nella loro dignità a riflettere su tutto il testo nel quale ha pesantemente offeso la dignità dei cittadini catanzaresi.“.
Avete letto bene? Barillà ha appreso dalla stampa…mica dal Sindaco, che avrebbe avuto tutte le buone ragioni per … informarlo della “gaffe” … e che invece ha fatto finta di niente, esibendo il solito sorriso… Lui e tutti i concittadini, ignobilmente lesi nella dignità di elettori, hanno atteso poco più di otto giornate quando il Barillà (con l’accento sulla vocale a) si è finalmente degnato di rispondere per chiarire (o stemperare la reazione) con la tempestività bradipa di chi siede nei posti stipendiati dai contribuenti porgendo – a suo modo – le scuse (che riportiamo nel rispetto del contraddittorio):
“Al rientro, oggi, dopo più di una settimana trascorsa all’estero per impegni familiari, scopro che un mio post precedente la partenza è stato motivo di grande indignazione per molti catanzaresi. – Era un post eccessivo, sopra le righe, lo ammetto, come lo sono sempre le generalizzazioni che non tengono conto delle diverse sensibilità. Era un errore. E per questo l’ho rimosso, ancor prima di constatarne le conseguenze. – Mi addolora enormemente aver ferito qualcuno, soprattutto perché (chi mi conosce lo sa) io amo profondamente la mia città di adozione perché è qui che ho costruito la mia vita e i miei affetti più cari. Quegli affetti che si chiamano compagni di lavoro, amici, famiglia”.
Che si possa sbagliare è umano. Errano tutti, ingegneri, architetti, politic, medici, magistrati, commercianti e qualsiasi altra categoria professionale, figuriamoci un Barillà, che, dopo lo sproloquio più di scusarsi avrebbe dovuto presentare le dimissioni dal ruolo attribuito e retribuito (a spese della collettività ma si sa che pure lui – come tutti in Italia – ha famiglia e deve campare…). Riteniamo come persino il “sindaco che ride” (magari nel silenzio della stanza che occupa a Palazzo Santa Chiara si sarà poggiato le mani sul viso per poi chiedersi: “Ma come ho fatto a circondarmi da persone di così grande spessore umano, politico e culturale che prendono a pesci in faccia i miei elettori?) avrebbe dovuto intervenire nella vicenda “cazziando” pubblicamente l’addetto stampa (o quel che in realtà sia il suo ruolo effettivo) o prendendo le distanze dal comportamento che nemmeno il “first cityman” di Bun Gun Ga (noto villaggio nello stato del Camerun) si sarebbe sognato di applicare agli appartenenti dell’a ‘allegra tribù…
Il commercialista Rino Rubino, che non nasconde d’aver votato Fiorita, come tanti altri ha la percezione o forse, la consapevolezza di aver commesso un abbaglio nel sostenere la candidatura dell’ex attivista comunista di “Potere al popolo“. Al Comune di Catanzaro – checché possano pensare ingenuamente i supporters fioritani – non c’é stato alcun “cambiamento” (dura è la realtà) e il vento che soffia è quello del “lei non sa chi sono io“… Dopo l’episodio di Barillà, e la figura che Emilio Fede avrebbe ben saputo come etichettare, “i collaboratori dell’anatra zoppa” scelti, con tutta probabilità, nel cerchio degli amici e di quello “degli amici degli amici” rappresentano un altro pericolo all’amministrazione civica.
Fiorita – dopo un semestre scarso – durante il quale ha esibito la sua faccia a fotografi e troupe televisive nel tentativo di esibirsi il più possibile, dopo le continue baruffe e di situazioni che nulla hanno a che fare con le sane gestioni politiche – non deve guardarsi le spalle da chi lo aiuta contribuendo all’equilibrio (instabile) della Giunta ma lo vediamo agitarsi sulla poltrona nel timore che chi dovrebbe gestire la parte importante della comunicazione istituzionale… possa generare altre gaffe clamorose e di per sé infelici, come quella appena descritta.
Se questo è un Sindaco e se quello, dove si aggira Barillà, è un Ufficio Stampa del “Primo Cittadino” o di un Ente Comunale normale, se tale è il modo nuovo di gestire la “casa di tutti cittadini“, la sede del popolo catanzarese, dispensando accuse denigratorie e affibbiando giudizi ed epiteti in voga presso i camalli ed i “porteurs” di alberghi, è bene che l’opinione pubblica lo sappia e che, dopo essere stata opportunamente informata, si prendano provvedimenti drastici. 90.000 catanzaresi offesi tutti insieme non è qualcosa su cui si possa sorvolare impunemente!
A volte le scuse servono a ben poco – a maggior ragione se tardive – e una testa che rotola, metaforicamente nel carniere del boia, è sinonimo di una rivoluzione agitata ma ancora possibile sempre che Nick Fiorita preferisca farla abortire sul nascere, dopo la sua fortunosa e lacunosa elezione.
Riccardo Colao


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