Catanzaro. Nick Fiorita “il temporeggiatore” nella valle dei passi e dei consiglieri perduti
Duro attacco dei consiglieri di centrodestra: “il sindaco lasci perdere le confusionarie analisi di chi si erge ad arbitro di vittorie e sconfitte (pur collezionando insuccessi personali) e a sventolare la bandiera del cambiamento, nonostante sia stato un esponente di terza fila della politica cittadina ai tempi della prima repubblica, e inizi a fare il sindaco. Incominciando ad andare oltre annunci, promesse e propaganda. E intervenendo, con atti e provvedimenti puntuali e concreti, per risolvere i tanti problemi della città”. Fabio Celia: “C’è poco da aggiungere a quanto già detto, se non che non farò sconti. A nessuno. Nemmeno a Fiorita”,
di Pasquale Talarico per il Quotidiano l’Italiano

dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano
CATANZARO – Dopo i festeggiamenti, i brindisi, i baci, gli osanna e gli abbracci dei “peones” accomunati nel magma del “popolo fioritese” per “l’anatra zoppa” stanno arrivando i momenti meno facili.
Stenta a partire col suo programma il neo sindaco Nick Fiorita che, privo, di una maggioranza di consiglieri che possano in qualche maniera garantirgli autonomia, sta annaspando nella tattica tanto cara a Quinto Fabio Massimo detto il “temporeggiatore“.
La “vittoria di Pirro” (o se vogliamo, in questo caso di Fiorita) quella ottenuta dopo il ballottaggio (ricordiamo che ha partecipato un elettore su quattro e che l’astensionismo ha determinato persino la sconfitta dell’altro competitor, Valerio Donato) vinto sì col 58% ma su appena il 20% degli iscritti al voto non depone certo come un buon viatico alla prosecuzione di questa legislatura.
Nick Fiorita sta già rendendosi conto di come sia “duro lo scendere e il salire l’altrui scale“. Dopo i proclami e le belle promesse tutti (soprattutto color che non l’hanno preso in considerazione come politico e figuriamoci come primo cittadino) lo stanno attendendo al varco… Molte chiacchiere, molte pinzillacchere, qualche distintivo all’occhiello, nessuna nomina effettiva di assessori men che meno di squadra di governo comunale.

Nick Fiorita dopo tantissimi “bla…bla…bla…” con i quali ha saputo “babbiare” i suoi supporters per la maggiore infervorati da un integralismo quasi religioso nei suoi confronti si è trasformato in un guru che però non trova spazi in chi non nutre i medesimi sentimenti. (Tra i tanti che attendono il mantenimento delle sue promesse c’é un tale di nome Claudio Ruga che lo attende, al primo binario di Lamezia Terme, con bagaglio in mano, per recarsi con lui a Roma e far riaprire la Stazione di Sala!)
Tra la gente che inizia ad avere dubbi sul “guru” c’é il consigliere Fabio Celia, esponente locale del Partito Democratico il quale, dopo averlo sostenuto nella corsa per le “primarie” che non si sono mai svolte, (ricordiamo che Fiorita ha avuto il bene-placet da Boccia e non dal PD catanzarese) si è reso conto di talune ambiguità e non ha avuto nessuna remora a dichiarare pubblicamente quanto segue: “Non sono uno che vive di politica, ma uno da sempre abituato a credere nella politica. Quella vera e giusta, quindi non quella degli inciuci e dei miseri accordicchi sottobanco. Vale a dire del vincere a ogni costo, non per cambiare le cose bensì per arraffare il più possibile. Ma rimangono inalterati i termini di una situazione chiara a tutti: per chi la pensa come noi in città, il successo non è affatto scontato. Anzi. Semmai c’è da meritarsi la fiducia della gente. Giorno dopo giorno. Atto dopo atto e opera dopo opera. Ed è per questa ragione che io non accetterò mediazioni al ribasso. Sarò invece costantemente vigile e attento anche e soprattutto al lavoro svolto da Nicola, atteso adesso dalla complicatissima sfida di dover governare la città. Di più: verificherò in primis proprio il suo modo di amministrare. Pronto a mettere in discussione me stesso innanzitutto, però, e poi lui e gli altri del nostro gruppo fino al punto di non pensare, nemmeno un istante, a non rassegnare nuovamente le dimissioni da qualunque ruolo, così come feci a fine 2019, nel caso in cui verrà disatteso l’impegno che l’intero centrosinistra ha sottoscritto con la comunità in fase di campagna elettorale. Perché io ho un solo interesse: vedere attuati i miei principi e valori (a cui mai abdicherò) nella gestione della cosa pubblica per l’esclusivo benessere della comunità. Premesse rispetto a cui c’è poco da aggiungere a quanto già detto, se non che non farò sconti. A nessuno. Nemmeno a Fiorita, lo ripeto. Che pure è, e resta, il mio sindaco. Ma al quale, pur aiutandolo in tutto nel limite delle mie possibilità, chiederò l’applicazione del nostro programma di governo di una città che sappiamo non è certo facile da rimettere in carreggiata”.

Messaggio chiaro, poco trasversale diretto esattamente a Nick Fiorita che nelle sue prove alchemiche di governo pare non voglia tener conto dei suggerimenti che arrivano dall’alleato PD e vorrebbe invece intraprendere la strada (poco chiara e avventurosa) del proposito legato al “Cambiavento“. Una specie di allegoria della città dei sogni popolato da “sardine che sfrecciano su monopattini” senza avere ben chiaro dove andare a parare.
Forte come un tuono è giunta anche la precisazione dei rappresentanti delle liste: Alleanza per Catanzaro e Prima l’Italia. I consiglieri eletti nelle liste a sostegno di Valerio Donato, infatti reclamano il posto della Presidenza del Consiglio Comunale proprio per bilanciare e sottolineare come la vittoria di Fiorita sia parziale. Il 54% del 40% degli elettori ha infatti rilasciato questa indicazione e in democrazia bisogna tenerne conto. I giochini di Fiorita per occupare anche questo posto offrendolo al suo uomo di fiducia, Bosco (ex consigliere della passata legislatura, dimessosi, come fece lo stesso Fiorita dopo l’annuncio delle indagini da parte della magistratura per quello che venne definito lo scandalo dei “gettoni d’oro” che gettò tante ombre sulla gestione delle presenze nelle commissioni comunali) sono sotto gli occhi di tutti i cittadini (votanti e non votanti, elettori e astenuti).
Nick Fiorita non è il nuovo che avanza ma è semplicemente un sindaco come può esserlo chiunque abbia vinto un ballottaggio ma abbia perso le elezioni comunali nel rapporto dei numeri dei consiglieri eletti.
Ma andiamo a scoprire cosa esprimono i consiglieri delle liste Alleanza per Catanzaro e Prima l’Italia che non intendono far passare questo ulteriore sfregio alla democrazia cittadina.
“No ai diktat politici. Le eventuali, annunciate dimissioni del neo sindaco Nicola Fiorita, se il consiglio comunale non scegliesse come presidente un suo candidato, esulano da ogni categoria politica e istituzionale. E riflettono un tentativo di condizionamento delle prerogative tipiche dei consigli comunali, tra cui si ravvisa quella, fondamentale, di controllo e vigilanza sulle attività della giunta.
Tra l’altro, un esponente dell’opposizione alla presidenza dell’aula è non solo in linea con l’equilibrio democratico dei poteri, ma anche una condizione espressamente sancita dall’elettorato, che ha assegnato all’aggregazione contrapposta a quella del primo cittadino, la maggioranza dei voti e dei consiglieri comunali”.
“L’ anatra zoppa può non piacere, ma è un fatto ineludibile e ostinato con cui bisogna fare i conti.
Piuttosto il sindaco lasci perdere le confusionarie analisi di chi si erge ad arbitro di vittorie e sconfitte (pur collezionando insuccessi personali) e a sventolare la bandiera del cambiamento, nonostante sia stato un esponente di terza fila della politica cittadina ai tempi della prima repubblica, e inizi a fare il sindaco. Incominciando ad andare oltre annunci, promesse e propaganda. E intervenendo, con atti e provvedimenti puntuali e concreti, per risolvere i tanti problemi della città”.
“Al consiglio comunale non si rivolga per impedirne la libera autodeterminazione, specie nelle sue scelte costitutive, ma, e al più presto, per partecipargli la panificazione degli interventi finalizzati a riorganizzare la macchina amministrativa e a ridare slancio e prospettive di sviluppo alla città. Magari anche per riferire quali provvedimenti ha in serbo per rispondere all’esigenza, anche da lui più volte segnalata in campagna elettorale, di mettere in sicurezza la stagione estiva. Alla luce del sole e con lealtà, anzitutto verso la città, ognuno di noi, pur dinanzi ad uno scenario istituzionale che vede il sindaco privo di maggioranza, svolgerà la propria parte, per agevolare soluzioni pragmatiche ai problemi e tutte quelle iniziative utili alla comunità. Evitando però sotterfugi, accordi eticamente deplorevoli e soprattutto respingendo imposizioni su questioni rigorosamente di competenza del consiglio comunale” .
E con queste dichiarazioni appena riportate al momento, ma solo per il momento, è tutto da Catanzaro e restituiamo la linea in attesa di ulteriori sviluppi e aggiornamenti!.
Pasquale Talarico


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