CITTADINO A CHI?
Risalgono al 1865 i primi provvedimenti legislativi sulla cittadinanza, in cui venne affermato lo ius sanguinis secondo il quale è riconosciuto cittadino il figlio di padre e madre cittadini italiani.
Ancor oggi è molto applicato nel mondo, anche con variabili circa la nascita all’estero per la discendenza, e per avere anche un solo genitore che può trasmettere la cittadinanza.
Lo ius soli invece, consente di acquisire la cittadinanza semplicemente per il luogo di nascita, come avviene per esempio nella gran parte degli stati americani, dove si applica in automatico per il XIV emendamento di quella Costituzione.
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano
VITERBO – Ribadendo il concetto dell’eterogenesi dei fini, poiché non esiste nella stragrande maggioranza dei casi chi agisca per sbagliare o per raggiungere un risultato opposto a quello dichiarato, il tema è quanto abbia sbagliato la sinistra nelle sue tante variabili di governo intervenute nel trentennio, in tema di riforme.
Bassanini Franco è un nome che tutti gli amministratori degli anni novanta hanno conosciuto e fortemente criticato, perché ha iniziato quella demolizione del potere locale che i Comuni, quelli che l’art.5 della Costituzione RICONOSCE come preesistenti allo Stato ed alle Regioni, avevano creato sin dalla pace di Costanza con Federico Barbarossa Imperatore del Sacro Romano impero, nel 1183.
Ma anche fuori dell’ambito istituzionale non è andata meglio, per esempio con il diritto di cittadinanza di freschissima attualità e di singolar tenzone tra gli schieramenti ed anche dentro di essi: con gli ius scholae, ius culturae, ius Italiae.
Risalgono al 1865 i primi provvedimenti legislativi sulla cittadinanza, in cui venne affermato lo ius sanguinis secondo il quale è riconosciuto cittadino il figlio di padre e madre cittadini italiani.
Ancor oggi è molto applicato nel mondo, anche con variabili circa la nascita all’estero per la discendenza, e per avere anche un solo genitore che può trasmettere la cittadinanza.
Lo ius soli invece, consente di acquisire la cittadinanza semplicemente per il luogo di nascita, come avviene per esempio nella gran parte degli stati americani, dove si applica in automatico per il XIV emendamento di quella Costituzione.
Anche in questo caso varie normative condizionano l’attribuzione con il decorrere del tempo di permanenza, in Francia 5 anni.
In Italia vige lo ius soli soltanto per specifici ed estremi casi ma vige lo ius sanguinis temperato dalla possibilità di naturalizzazione ai sensi della legge n°91 del 1992, per cui il cittadino straniero nato in Italia non ottiene la cittadinanza automaticamente, ma dopo 10 anni di residenza regolare ininterrotta; in questo caso l’hanno anche i suoi figli.
Altrimenti, i minori l’acquisiscono al compimento del 18° anno di età, con procedure particolari di comunicazione e richiesta.
La legge n°91/92 fu adottata dal governo di Giuliano Amato che portò da 5 a 10 anni la necessaria residenza ininterrotta; ecco quindi che le firme raccolte l’altra settimana per un referendum abrogativo che ripristini in 5 anni il requisito, vanno a correggere un provvedimento della sinistra che con il senno del poi si è rivelato evidentemente sbagliato.
Amato promosse quel provvedimento, probabilmente non per questioni di merito, ma per allineare il suo governo al clima di rigore ed antipolitica diffusosi in Italia dopo Tangentopoli (Chinati giunco che passa la piena!). Il perché ci fu quell’inasprimento poi, credo che sia dovuto ad una costante del modo di governare della sinistra e del PD pre/Schlein, che attribuisce alle questioni istituzionali un carattere tattico e non strategico, che presuppone l’attitudine a manipolare questioni importanti e gravi, con leggerezza, come per esempio Matteo Renzi dimostrò con la sua “sventata”, in ogni senso, riforma costituzionale.
Francesco Chiucchiurlotto *
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.
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