Come cambia il Palermo con Filippi
di Benvenuto Caminiti (Corrispondenza da Palermo) Nel passaggio della guida tecnica Boscaglia-Filippi il Palermo migliora non tanto in partita quanto…
di Benvenuto Caminiti (Corrispondenza da Palermo)
Nel passaggio della guida tecnica Boscaglia-Filippi il Palermo migliora non tanto in partita quanto dopo la partita, nel senso che Filippi, in conferenza stampa, non si sottrae mai alle domande dei giornalisti, per quanto sottili e insidiose possano essere.
Intanto, l’atteggiamento: aperto e sempre rispettoso: ad ogni domanda, prima di rispondere, saluta: “Buonasera!” (non se lo scorda mai).
Insomma, sappiamo bene quanto possano essere noiose e ripetitive le conferenze stampa del dopopartita: a qualsiasi livello, dalla massima serie ai dilettanti. Così spesso assistiamo a domande scontate e a riposte altrettanto scontate, il tutto in un’atmosfera quasi surreale di frasi fatte, di disquisizioni tecniche, di ricerca affannosa di alibi, se la partita è andata male e di manifestazioni di finta umiltà, se si è vinto: “Il merito è tutto dei giocatori!”.
Ebbene, se una cosa di positivo è subentrata con l’avvento di Filippi è l’evidente, quasi palpabile, “piacere” che il neo allenatore del Palermo mostra durante le conferenze post partita: sembra addirittura che rappresentino il momento più bello e godibile della sua nuova avventura da allenatore in prima.
E infatti, Filippi sta vivendo, solo ora col Palermo, la sua prima esperienza da allenatore, dopo aver fatto per oltre dieci anni, il secondo di Boscaglia: questo potrebbe spiegare la sua gentilezza e, ancor di più, la sua sincerità quando affronta il nugolo dei giornalisti in conferenza post partita, specie se questa è andata male: lui non batte ciglio e resta tale e quale, nella buona e nella cattiva sorte.
Per esempio, ieri dopo la rocambolesca vittoria sul fanalino di coda Cavese, durante la quale si è visto, in versione “super”, tutto il bello e tutto il brutto del Palermo (occasioni-gol fallite, gol regalati, strafalcioni difensivi da far rizzare i capelli), ad ogni cronista e ad ogni sua domanda, ha fatto precedere il rituale immancabile saluto: “Buonasera”, per poi spiegare, minuziosamente e con la più disarmante sincerità, gli errori commessi, quelli tecnici e gli altri, ben più gravi a suo dire, di atteggiamento. E ha pure detto, senza che il tono della voce ne risentisse: “Sono arrabbiato con i ragazzi perché per una settimana intera avevo spiegato quali erano le insidie di questa partita…”.
“Quali, mister – ha chiesto, petulante, un cronista – visto che i due gol glieli ha regalati il Palermo?”.
”Soprattutto quello – è stata la sua risposta – di non capire che noi avevamo tutto di perdere e loro, invece, con la canna del gas alla bocca, si giocavano l’ultima chance per i play out. Sì, sono arrabbiato, perché la Cavese ha giocato con la rabbia e la determinazione che volevo vedere io nei miei ragazzi! Beh, ma la colpa è anche mia: si vede che non sono stato capace di trasmettere la mia di rabbia!”.
E qui si è chiusa una conferenza stampa che per una volta su dieci mi è sembrata tutt’altro che un “deja vu” e mi ha confortato, sia come tifoso che come cronista, sulla tempra non solo dell’uomo Filippi ma anche dell’allenatore: “ Di essere più forti degli avversari, come dice, se non altro la classifica, i miei lo dimostravano solo nella fase di possesso, perché quando la palla l’aveva l’avversario, stavano lì a guardarli, invece di lottare col sangue agli occhi per riconquistarla!”.
E facevano pure di peggio, aggiungerei, perché i due gol della Cavese sono stati graziosi omaggi dei nostri difensori: il primo (quello del provvisorio vantaggio cavese) frutto di un liscio clamoroso di capitan Accardi e il secondo, quello del 2-2, a solo un quarto d’ora dal termine, su una palla galeotta rinviata dia testa da Marong sul groppone dello stesso Accardi.
Meno male, che anche la difesa ospite non è stata da meno: all’83’, Russo, portiere subentrato al titolare Kucich, infortunatosi in occasione dell’1-1 di Valente, calciava un rinvio dalla sua porta direttamente sulle spalle di Luperini: palla che schizza sui piedi di Rauti che, stavolta, mette dentro.
Ed è così che il Palermo si porta via i tre punti e arpiona, sia pure in condominio col Foggia, il settimo posto in classifica, più che utile, in vista dei play off.
C’è un’ultima partita, domenica contro la Virtus Francavilla, e un solo risultato possibile: la vittoria.
“Andremo a Francavilla – annuncia, bellicoso, a fine conferenza Filippi,– per vincere. Prepareremo al meglio la partita e sono sicuro che la faremo nostra. Anche perché riavremo Palazzi e Corrado in difesa e, pur se diffidato, di certo non rinuncerò a Santana”.
Benvenuto Caminiti
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