Due numeri: 3 e 56 – L’opinione di Francesco Chiucchiurlotto
Vogliamo dare un voto? Un bel 4, che col il 3 ed il 56, potrebbero essere un fantastico terno al lotto sulla ruota di Roma
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano
VITERBO – Dopo le leggi di riforma di Franco Bassanini, non tutti gli obiettivi voluti di semplificazione, decentramento, sussidiarietà, risultarono raggiunti, ma anzi si produsse una superfetazione burocratico amministrativa, innanzitutto nella Presidenza del Consiglio che sin dalla l. n°400/88 aveva raddoppiato i propri organici, ancora intenzionata a proseguire.
Le quattro leggi di riforma quadro, la 59/97, la 127/97 con la 191/98 e la 50/99, operarono una revisione profonda degli istituti istituzionali fondamentali della Repubblica, o della Nazione, ma con alcune marce indietro esiziali, come la riduzione a 12 dei Ministeri che il governo Berlusconi aumentò di nuovo.
Non solo, i ministeri si arricchirono di Agenzie e Direzioni, inzeppate dai soliti noti parentali, amicali, sodali, che operarono una sorta di disintermediazione nei confronti delle Regioni che a loro volta applicarono la stessa aumentata, su Province e Comuni.
Ma il danno notevole si ebbe con la politicizzazione della Dirigenza cui era stata affidata la parte esecutiva della PA: con la nomina e revoca di essa da parte degli organi politici e con la sua giurisdizione affidata al Giudice del lavoro, che ne indebolirono la terzietà ed esaltarono la cultura dell’adempimento, piuttosto che quella del risultato.
Ma con è con l’art.116 della revisionata Costituzione, legge n°3/2001, da parte di governi di sinistra, che prevedeva l’Autonomia Differenziata per le Regioni a statuto ordinario, da concordare poi direttamente con il Governo in carica, che si raggiunse il massimo dell’eterogenesi dei fini, cioè risultati non previsti e non voluti, tant’è che di recente si sono raccolte firme per un referendum abrogativo di essa.
Ora è anche controverso che si possa abolire una legge che ha la natura di un adempimento costituzionale e che quindi trova proprio nella Costituzione la sua ragione di essere.
“Mi permetto di dire che nutro forti dubbi che la Corte di Cassazione possa approvare un quesito, che è stato formulato nella fretta di una spinta polemica e non meditato in una articolazione puntuale, probabilmente più congrua alla rispondenza di legittimità richiesta.”
Infine la legge DELRIO: la n°56/14 che istituisce il dettaglio applicativo delle Città Metropolitane, un pasticcio di contorsioni funzionali che finiscono per ingigantire i difetti delle già sfortunate Province, ridotte ora, da essa, a simulacri sia di efficacia che afflato democratico, lontano dai cittadini e soprattutto dai loro problemi.
Non solo, con l’aggiunta, all’art.32, delle Unioni di Comuni Montani, alle Unioni di Comuni, ha portato confusione e sovrapposizione con il modello delle Comunità Montane, ( che Dio le abbia in gloria) seguendo il pessimo senso comune indotto dal libro/inchiesta LA CASTA, che le aveva elette a caprio espiatorio universale.
Insomma la Storia, quella che col tempo giusto sarà poi tracciata con più calma e meditazione di oggi, non credo sarà tenera con gli uomini che a sinistra hanno messo le mani sull’ordinamento istituzionale italiano, alcuni dei quali sono ancora baldanzosamente ed irriducibilmente operativi.
Vogliamo dare un voto? Un bel 4, che col il 3 ed il 56, potrebbero essere un fantastico terno al lotto sulla ruota di Roma.
Francesco Chiucchiurlotto *
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.
Foto sotto: una manifestazione anti guerra Russia-Ucraina
Ma con è con l’art.116 della revisionata Costituzione, legge n°3/2001, da parte di governi di sinistra, che prevedeva l’Autonomia Differenziata per le Regioni a statuto ordinario, da concordare poi direttamente con il Governo in carica, che si raggiunse il massimo dell’eterogenesi dei fini, cioè risultati non previsti e non voluti, tant’è che di recente si sono raccolte firme per un referendum abrogativo di essa
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