Eugenio Bennato si esibisce a Catanzaro e il nostro Anfosso gli strappa un’intervista esclusiva
“Sono fermamente convinto del grande potere della musica e di quanto la musica possa contribuire a contrapporre alla logica del profitto la logica della fratellanza e del grande valore dei rapporti umani ed aiutare così l’unione dei popoli”.
di Aristide Anfosso – Intervista Esclusiva per il Quotidiano l’Italiano dalla Redazione Cronaca e Cultura
CATANZARO – Incontro Eugenio Bennato, per una veloce intervista vis-à-vis, qualche minuto prima della sua performance nell’evento “La Notte delle Stelle”, voluto dalla Vicesindaco Giusy Iemma, al Parco Gaslini di Catanzaro Lido.
Eugenio Bennato, Laurea in Fisica con una tesi sulle “Alte energie”, agli inizi della sua carriera artistica fonda la “Nuova Compagnia di Canto Popolare”. “Negli Anni Settanta, da ragazzo,- racconta – mi inventai la ”Nuova Compagnia di Canto Popolare”, una band musicale che partiva dai modelli degli sconosciuti cantori del Sud e che cominciò a girare per il mondo. Dopo i cantori fu la volta dei modelli musicali ispirati ai briganti della storia meridionale, poi vennero i migranti del Mediterraneo e poi ancora venne Taranta Power, altra mia invenzione, che segnò l’ingresso della Musica Etnica Italiana nella World Music”. La Musica Etnica, detta anche popolare o folcloristica, rispecchia le usanze, le tradizioni, il pensiero di un popolo e viene utilizzata nelle occasioni più importanti della vita come la nascita, il matrimonio, la morte, oltre che in celebrazioni sociali politiche, sportive, lavorative e religiose, ricorrenze e festività. Nasce con le prime manifestazioni di sonorità musicale delle prime comunità tribali umane. Già presente negli antichissimi riti sciamanici dove si utilizzava ed ancora oggi si utilizza, attraverso un suono monotono e percussivo dovuto al famoso tamburo sciamanico e con i sonagli ad esso associati.
“Da sempre la Musica Etnica è una musica delle minoranze, una musica che conta poco nel business della civiltà globale” – ci ricorda Bennato.
Eugenio Bennato, nel suo lunghissimo percorso etnomusicale, ha scelto di far sua la voce degli oppressi, voce che esprime emozioni legate agli eventi importanti della vita ma anche alla necessità della inclusività degli uomini e delle culture pur nel rispetto delle loro diversità.
“Sono fermamente convinto del grande potere della musica e di quanto la musica possa contribuire a contrapporre alla logica del profitto la logica della fratellanza e del grande valore dei rapporti umani ed aiutare così l’unione dei popoli”.
Ed alla mia ultima domanda: “Cosa sarebbe stata la tua vita senza la musica” Bennato mi risponde: ”Non riesco ad immaginare un altro modo di vivere la mia vita se non così come l’ho vissuta, con un lato scientifico, razionale, strutturato dagli studi in Fisica ed un altro lato artistico, speculativo, che poi è diventato preponderante, costruito con la passione, con la ricerca, con gli studi che ho realizzato per saperne di più sui popoli e sulle tradizioni popolari tramandate attraverso la musica, il canto, il ballo e l’utilizzo degli strumenti musicali dei luoghi che ho conosciuto.
A tal proposito devo dire che sono molto affascinato dalla chitarra battente calabrese”.
Nel salutarlo, a concerto che stava per iniziare, un flashback, un inserto della mia memoria, mi riporta indietro di qualche anno quando stavo per finire i miei studi di medicina e tra un esame e l’altro mi capitò di leggere un libro di Paulo Freire, avvocato ma docente di Pedagogia in una Università Brasiliana, libro in cui affermava che l’educazione è un atto politico. Egli credeva che l’educazione dovesse andare oltre la mera trasmissione di conoscenze e incoraggiare la consapevolezza critica e la partecipazione attiva nella lotta per la liberazione sociale. Eugenio Bennato al pari di Paulo Freire, in un cammino che li tiene uniti dalla loro rivoluzione pedagogica e musicale a favore degli oppressi.
Bennato in compagnia del nostro Aristide Anfosso che ha avuto l’occasione ed il merito di intervistarlo. Nella foto precedente e in quella sottostante il cantante durante la sua esibizione
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