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Sunday, March 9, 2025
Quotidiano Nazionale Indipendente


Fiorita sindaco a Catanzaro non lo vuole più nessuno, ma pur azzoppato e sfiduciato, privo del sostegno esterno, tira a campare mentre la Città muore!

Fiorita ha ben capito che la sua avventura politica al comune di Catanzaro è al capolinea. Sa benissimo che non gli verrà concessa un’altra chance; nel frattempo sia nell’area del centro, che in quella di destra e addirittura a sinistra si stan rimboccando le maniche per progettare il dopo-Fiorita. Qualcuno lo avvisi. La Legge gli consente, da buona “anatra zoppa” di ballare il “qua-qua” claudicando, ma su quest’andazzo… la città rischia di lasciarci le penne


di Riccardo Colao (Direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – Pomeriggi intensi, fitti di contatti per tastare il terreno e offrire qualcosa in cambio dell’aiuto e notti insonni al Comune di Catanzaro dove le ore trascorrono lente per il “sindaco ridens” (al quale va comunque l’augurio sincero di uscire indenne dal malore che lo ha colpito costringendolo al ricovero ospedaliero). Con tutta probabilità nulla “ci azzecca” l’episodio sanitario con l’annunciato ritiro del sostegno alla giunta-ter da parte dei consiglieri del gruppo di Azione; lo scossone tellurico di fatto ha reso ancor di più problematico, di quanto non lo fosse sin dall’inizio, il viatico della sgangherata avventura politico-amministrativo del movimento cambiavento (molto vento e poco cambio).

La rottura con il cons. Talerico è stata a dir poco letale per il buon Nick “anatra zoppa”; l’ex sostenitore di Fiorita, infatti, a furia di annunci sul genere di “poi te lo dico” alla fine si è deciso di non mandarla a dire e ha vomitato tutto ciò che si era dovuto bere pur di reggere il moccolo all’alleato. Il distacco ha innescato la nuova e delicatissima, forse ultima, fase che potrebbe condurre alla crisi finale. L’abbandono da parte dei calendiani dalla coalizione di governo ha ridotto ulteriormente, rendendolo pericolante il “pilastro” di “maggioranza”: i numeri disponibili a consentire al Fiorita di procedere la consiliatura sono esigui.

Nata zoppa, in virtù della vittoria mutilata, poiché Nicolino vinse al ballottaggio contro Valerio Donato; ma – caso strano – senza avere il numero di consiglieri tale da consentirgli di governare; la gestione del protagonista che balla il “Qua-Qua” ha vivacchiato claudicante con il ricorso al canto delle sirene; così sono stati affascinati personaggi, noti agli aventi diritto al voto, che sarà bene evitare di rieleggere vista la mancanza di coerenza con la lista e gli elettori facili a gestire il bene proprio e non idonei ad amministrare il bene …comune in Comune.

Pur di governare “l’anatra zoppa” ha stretto in primis l’alleanza con l’area riferibile al consigliere regionale Antonello Talerico (che diciamo la verità, non ha lesinato proprio nulla regalandogli sostanzialmente le chiavi della città) e poi nel corso dell’ultimo trimestre del 2024, quando Talerico si è riaccasato nel gruppo di Forza Italia, con una classica capriola in voga quando i partiti erano una cosa serie, è riuscito ad attivare la T.a.c. (non fraintendete: si tratta dell’acronimo andreottiano che sta per “Tiriamo a campare”).

Il maggior danno lo sostiene il capoluogo di regione ormai ridotto in una situazione che non visse nemmeno durante l’occupazione dei saraceni sul finire dell’anno 1000. Strade dissestate, aree periferiche simili a savane; tribù di personaggi violenti e prepotenti che bivaccano a cielo aperto emulando il far-west; un’aula comunale che rimane inagibile, strade intasate, tubi che perdono acqua ed energie che volano via da tutti i quartieri ai danni dei cittadini. Non si era mai vista tanta confusione e così tale approssimazione nel governo di una città. In molti stanno lasciandola per trasferirsi altrove. Il Corso oramai è un triste ricordo degli anni in cui la città …fioriva e molte delle ipotesi future lasciano prevedere che pur s…Fiorita se il “lord…mayor” riuscisse nel suo principale obiettivo che è quello di restare in sella per altri 30 mesi, non basteranno altre due legislature per restituire ai “Tre Colli” la visione di una capitale calabrese.

Lui – lo ricordiamo è il sindaco meno votato d’Italia catapultato sulla poltrona di primo cittadino nonostante non abbia mai avuto, né prima delle elezioni e neppure dopo, una maggioranza di consiglieri eletti nelle liste che lhanno supportato. Tuttavia grazie alle Leggi “ad capocchiam” (non ci sono state solo quelle “ad personam” legate al cognome Berlusconi) si è resa praticabile la situazione come quella che ha punito la maggioranza silenziosa e anche pigra rea di non essersi recata alle urne sfavorendo l’affermazione dell’antagonista Valerio Donato vittorioso al primo turno con una percentuale di quasi il 47%. Poi andò in onda il ballottaggio…. e dalla farsa si è passati alle “comiche finali”. La tragedia di un comune allo sbando è sotto gli occhi anche dei non vedenti!

Nick Fiorita, forte del T.A.C. (Tiramo a campà) è riuscito a battere il record del padre che fu sindaco, al tempo in cui la Democrazia Cristiana filava, pochi mesi per poi essere sostituito dal repubblicano Antonio Bevacqua. Due anni è mezzo sulla scomoda poltrona da primo cittadino in una città dove il proverbio “megghiu fissa ‘ca sindacu” la dice tutta sul ruolo che “l’anatra zoppa” ha conquistato con la lista “cambiavento” e l’appoggio di PD e 5Stelle.

Per il bene della Città bisogna che si prenda atto del totale fallimento di un progetto che già durante la fase pre-elettorale avevamo giudicato irrealistico. Troppe, tante, una marea di promesse che hanno prodotto l’illusione agli sprovveduti che un Fiorita potesse realizzare quel che nessun altro era mai stato capace di concretizzare. Dopo aver ingurgitato le tante chiacchiere e pinzillacchere, nel periodo elettorale, sono in tanti a dichiararsi pentiti. E ancor di più coloro che oltre ad essere delusi non rivoterebbero l’uomo del cambiavento.

Fiorita ha ben capito che la sua avventura politica al comune di Catanzaro è al capolinea. Sa benissimo che non gli verrà concessa un’altra chance; nel frattempo sia nell’area del centro, che in quella di destra e addirittura a sinistra si stan rimboccando le maniche per progettare il dopo-Fiorita. Qualcuno lo avvisi. La Legge gli consente, da buona “anatra zoppa” di ballare il “qua-qua” claudicando, ma su quest’andazzo… la città rischia di lasciarci le penne

Riccardo Colao

Nella foto sottostante il sindaco Fiorita che – secondo quando riferisce nelle conferenze stampa – avrebbe sudato le sette camicie per risolvere i gravi problemi che assillano Catanzaro A quando le dimissioni che gli consentirebbero di uscire con l’onore delle armi subito, evitando in seguito di lasciare palazzo de Nobili sotto una bufera di eduardiane pernacchie?

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