I Tuoni, Tommaso Giagni incontra i lettori delle Librerie Ubik
Catanzaro, 24 Aprile – Connessioni, il ciclo di incontri on line con gli autori dei nuovi libri in uscita, gestito…
Catanzaro, 24 Aprile – Connessioni, il ciclo di incontri on line con gli autori dei nuovi libri in uscita, gestito dalle Librerie Ubik di tutta Italia, ha ormai raggiunto un grande successo. Per ogni presentazione sono migliaia le visualizzazioni ed è molto apprezzata dai lettori la possibilità di poter interagire proponendo le proprie domande.
Ieri sera è stato proposto il libro di Tommaso Giagni “I tuoni”, edito da Ponte alle Grazie. Hanno dialogato con l’autore Nunzio Belcaro della Libreria Ubik di Catanzaro e Alexandrina Scoferta della libreria Ubik di Reggio Calabria.
Dopo l’importante affermazione che ha ottenuto con i romanzi “L’estraneo”(2012) e “Prima di perderti”(2016), Giagni torna in libreria con un’opera che è “straordinaria in ogni piccolo dettaglio che racconta”, come ci ha tenuto a precisare Belcaro.
“In una periferia romana fra il Grande Raccordo e l’Aniene, Manuel, Flaviano e Abdou vivono una formazione inquieta e oppressa. Hanno diverse origini, diverse aspirazioni, vite precedenti di cui parlano poco. Per loro il centro storico è solo uno sfondo e la vita quotidiana è incastrata nella gerarchia feroce del Quartiere, dov’è chiara la differenza fra chi può coltivare qualche ambizione e chi è condannato senza appello alla marginalità. L’amicizia che li lega è l’unico punto fermo, almeno fin quando non arriva l’amore a sparigliare le carte: Donatella, i cui genitori hanno venduto radici e identità per una villetta anonima in una zona residenziale che confina col Quartiere; la sua rabbia sarà il detonatore per il giro di vite che tutti si aspettano. E quando la violenza arriverà inevitabile, reclamerà le sue vittime e concederà uno spiraglio di salvezza”.
“Un salto in avanti strepitoso, anche a livello di narrativa. Ci sono dei passaggi poetici. La grande qualità della scrittura denota un grande rispetto per ciò che narra” ha detto Alexandrina nel presentarlo.
Qualità confermate da Nunzio che ha aggiunto: «in questo libro, in cui il lettore si immerge in un grande lirismo, Tommaso mi ha insegnato il principio dell’autoesclusione delle periferie. Una cosa di cui non si parla mai, perché la puoi vedere soltanto se ci si accosta ad esse con grande attenzione».
Giagni, sollecitato dai due interlocutori e dalle domande dei lettori, ha spiegato che lo scopo del suo racconto è il conflitto tra gli storici quartieri popolari, fatti di case popolari, garage e cantine occupati, e le nuove periferie che sorgono accanto, intorno ad un centro commerciale, abitate da persone che prima vivevano al centro e gli erano stati promessi tanti servizi e una qualità della vita all’altezza delle loro aspettative. L’interazione tra la periferia storica e un nuovo modo di viverla genera un conflitto completamente nuovo. La rabbia di chi si sente di non appartenere a quei posti si mescola alla frustrazione e al disagio delle periferie storiche, sempre più lontane dal centro. Questa miscela esplosiva genera una serie di dinamiche che l’autore ha voluto vivere personalmente prima di poterle narrare.
“Raccontare le due parti di una frontiera ha sempre rappresentato per me la cosa che più mi interessa. Ho frequentato un quartiere di Roma dal 2015 per altri motivi e ad un certo punto ho capito che doveva essere la casa di questo romanzo. È stato fondamentale per me frequentare quelle persone, entrare in quelle dinamiche, capirne i meccanismi. Il mio impegno è stato quello di non strumentalizzare quello che vedevo, di non ferire le persone che ci vivono. Ho sempre cercato di fare un racconto che facesse bene a ciò che vedevo” ha spiegato.
Per i personaggi si è ispirato al film “L’odio” del 1995, vincitore per la miglior regia al Festival di Cannes. Sono quattro ragazzi. Tre maschi frutto di strati differenti del quartiere popolare, e una ragazza del nuovo quartiere sorto accanto che crede che l’unica via per l’emancipazione sia lo studio, e per questo cerca di scuotere gli altri. Come abbiamo letto nella tra, “la sua rabbia sarà il detonatore per il giro di vite che tutti si aspettano”.
Nel racconto il quartiere non ha un nome, perché ha voluto che fosse universale, che raccontasse tutte le periferie e tutte le marginalità.
Un’ora di interessante e gradevole dialogo in cui l’autore e i suoi interlocutori hanno avuto modo di parlare anche delle loro letture preferite.
Prossimo appuntamento con “Connessioni”, lunedì 16 Aprile alle 18:30 sulla pagina Facebook Ubik Librerie con Sabina Guzzanti che presenterà “2119. La disfatta dei Sapiens”.
Saverio Fontana
Comments