Thursday, April 25, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Il palcoscenico del Teatro Lo Spazio accoglie dal 18 al 20 novembre Coffeeshop un dramedy psichedelico scritto e diretto da Andrea De Rosa, che narra l’incontro e lo scontro di tre persone in un Coffeeshop di Amsterdam.

“Ho voluto raccontare una storia di fuga dalla realtà –annota De Rosa – in quello che per antonomasia, è un luogo di fuga: il coffeeshop. Lo spettacolo ha l’intenzione di farvi cullare in questo limbo, insieme ai protagonisti, sul filo sottile che divide il bene dal male.”


di Gianfranco Simmaco per il Quotidianol’Italiano

ROMA – COFFEESHOP è un luogo reale che contiene storie di fantasia. É una chiacchierata per passare il tempo.E’ il gioco delle parti. É una ricerca della verità, attraverso la fuga dalla realtà. Fuga come salvataggio, almeno in apparenza. Fuga come quella di un avvocato sessantenne e una prostituta romantica. Il loro sommergibile è un coffeeshop.

Gli strumenti per l’evasione sono spinelli e funghetti. I nemici da affrontare sono i propri demoni.

La carta vincente è un Jolly, che si materializza in carne e ossa. Uno di quelli che “devi essere fortunato a incontrare, ma intelligente a usare”.

Il Jolly, come un “Cicerone” psicotropo che accompagna i due personaggi in un viaggio dentro se stessi. Li spaventa, li irrita e li commuove, lo fa per risvegliare la loro coscienza e far calare la loro maschera, in un gioco di specchi, dove le carte in tavola si possono sempre capovolgere.

“Ho voluto raccontare una storia di fuga dalla realtà –annota De Rosa – in quello che per antonomasia, è un luogo di fuga: il coffeeshop. Lo spettacolo ha l’intenzione di farvi cullare in questo limbo, insieme ai protagonisti, sul filo sottile che divide il bene dal male.”

Il palcoscenico del Teatro Lo Spazio accoglie dal 18 al 20 novembre “Coffeeshop”, un “dramedy psichedelico” scritto e diretto da Andrea De Rosa, che narra l’incontro e lo scontro di tre persone in un Coffeeshop di Amsterdam.

COFFEESHOP è un luogo reale che contiene storie di fantasia. É una chiacchierata per passare il tempo.E’ il gioco delle parti. É una ricerca della verità, attraverso la fuga dalla realtà. Fuga come salvataggio, almeno in apparenza. Fuga come quella di un avvocato sessantenne e una prostituta romantica. Il loro sommergibile è un coffeeshop.

Gli strumenti per l’evasione sono spinelli e funghetti. I nemici da affrontare sono i propri demoni.

La carta vincente è un Jolly, che si materializza in carne e ossa. Uno di quelli che “devi essere fortunato a incontrare, ma intelligente a usare”.

Il Jolly, come un “Cicerone” psicotropo che accompagna i due personaggi in un viaggio dentro se stessi. Li spaventa, li irrita e li commuove, lo fa per risvegliare la loro coscienza e far calare la loro maschera, in un gioco di specchi, dove le carte in tavola si possono sempre capovolgere.

“Ho voluto raccontare una storia di fuga dalla realtà –annota De Rosa – in quello che per antonomasia, è un luogo di fuga: il coffeeshop. Lo spettacolo ha l’intenzione di farvi cullare in questo limbo, insieme ai protagonisti, sul filo sottile che divide il bene dal male.”

Testatina rossa

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