Il Palermo le becca pure dal Sud Tirol e perde in casa!
A cominciare da sabato prossimo a Terni: quattro sconfitte in sette giornate sono tante, sono troppe: se con la Ternana dovesse arrivare la quinta, a Manchester non la prenderebbero affatto bene… E chissà a quali drastici provvedimenti ricorrerebbero.
di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano
PALERMO – Si vede che l’aria di Manchester non gli ha giovato: il Palermo che perde in casa contro il Sud Tirol è una squadra senza nerbo, senza idee, senza gioco.
In una parola, senz’anima.
E siccome ho sentito troppe volte dire che il Palermo ha perso per la papera di Pigliacelli son qui a dire che questa è una solenne panzana: il Palermo ha perso perché Bisoli ha ci ha “preso” e Corini no; perché Bisoli ha trasmesso ai suoi ragazzi la sua grinta e il suo carattere e, invece, Corini non è riuscito ancora – e non sono bastate sette partite – a dare un’identità di gioco alla sua squadra. Che ancora squadra non ci sembra, ma un “agglomerato” di buone individualità che cercano un copione comune che evidentemente l’allenatore non è ancora riuscito a scrivere per loro.
Passato in svantaggio per un infortunio di Palpacelli, il Palermo ha reagito con rabbia e di nervi ma senza quel minimo di lucidità (leggi azioni manovrate e verticali) necessario per portare reali pericoli alla porta difesa da Poluzzi . L’unica volta che c’ è riuscito era il 42’: assist al bacio di Stulac (ancora una volta ben lontano dal suo standard) e indecente ciabattata di Brunori sopra la traversa.
Davvero un primo tempo deprimente, tant’è che se c’era una squadra che poteva segnare ancora, stavolta per suoi esclusivi meriti, era il Sud Tirol.
Nella ripresa Corini dava subito fondo ai cambi: sin dal primo minuto entravano Damiani, Sala e Soleri, rispettivamente per Stulac, Buttaro e Floriano. E l’avvio sembrava promettente, e in effetti lo era almeno sotto il profilo dell’aggressività perché sotto quello del gioco, cioè del palleggio e delle manovre avvolgenti, cambiava poco: Di Mariano, dalla sinistra, si batteva con impeto e generosità ma i suoi affondo si spegnevano prima di arrivare sul fondo e scoccare il cross al centro. Un po’ meglio, a destra, Elia, con il suo pezzo forte, il dribbling stretto e guizzo nel cuore dell’area di rigore. Dove, appena al terzo minuto di gioco, entrava in contatto con Berra e l’arbitro prima indicava il dischetto degli 11metri e poi, su suggerimento del Var, presa visione dell’azione sul monitor, tornava sui suoi passi.
E se l’erroraccio di Pigliacelli li aveva frastornati, il rigore prima concesso e poi negato, diventava per i giocatori rosanero del tutto simile a un avverso segno del destino. Tant’è che poco dopo (11’) il Sud Tirol non raddoppia solo perché Pigliacelli compie un autentico miracolo su Carretta, ormai solo davanti a lui.
Entrano poi Valente per Marconi e Vido per Elia (69’ e 83’) con inevitabile, ulteriore cambio di modulo e qualcosa di più “concreto” finalmente il Palermo riesce a combinare: doppia conclusione Vido-Di Mariano; paratona sulla stoccata dell’ex Spal e traversa piena sulla ribattuta di Di Mariano. La partita era ormai ai titoli di coda e, quindi, sarebbe stato pareggio, del quale però ci sarebbe stato ben poco di cui menar vanto, data la prestazione davvero mediocre dei rosanero.
Sconfitta giusta, quindi quella del Palermo e vittoria meritata del Sud Tirol, che si è guadagnato i tre punti in palio mettendo sul campo gioco e grinta, come da dettami del suo allenatore. Che, da quando è alla guida dei bolzanini, ha impresso la svolta giusta, trasmettendo alla squadra il suo piglio da combattente indomito, com’è oggi da allenatore e com’era – me lo ricordo bene – da giocatore.
A fine partita, nella conferenza di rito, Corini con la sua innata onestà ha ammesso colpe e peccati, insistendo soprattutto sul termine “lucidità”: “Attaccare non basta se non lo fai con manovre ficcanti e verticali. Approccio sbagliato e assoluta mancanza di lucidità. S’è sbagliato troppo. Tutti. A cominciare dall’allenatore!”.
E , come sempre, gli unici con la coscienza pulita, sono i tifosi, che hanno sostenuto la squadra sino all’ultimo minuto: con passione incontaminata e senza un attimo di trtegua. Solo a fine partita, hanno sfogato con rabbiose bordate di fischi l’animo esulcerato, la delusione e l’amarezza per la brutta sconfitta rimediata contro un avversario sicuramente all nostra portata.
Adesso basta con le belle parole, adesso servono I fatti.
A cominciare da sabato prossimo a Terni: quattro sconfitte in sette giornate sono tante, sono troppe: se con la Ternana dovesse arrivare la quinta, a Manchester non la prenderebbero affatto bene… E chissà a quali drastici provvedimenti ricorrerebbero.
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