Il Palermo subisce la “taranta” e al Jacovone di Taranto finisce a tarantella e vino
Il Palermo scivola a Taranto e becca tre gol segnandone solo uno! ritorno amaro per i rosanero in Trinacria
di Benvenuto Caminiti (Corrispondenza da Palermo, in trasferta a Taranto -per Quotidiano l’Italiano)
Taranto – Avrei dovuto scriverlo ieri il “pezzo” sulla partita, ma non ce l’ho fatta: me l’ha impedito la nausea.
La nausea che mi ha provocato la penosa prestazione del Palermo all’”Erasmo Iacovone” di Taranto.
Perdere sì può, ci mancherebbe, ma perdere come ha fatto ieri la “squadra” (le virgolette sono tutt’altro che casuali) di Filippi no, non si può perché, al di là della cattiva giornata (che può capitare a tutti, anche ai migliori della classe, figurati al Palermo) quello che non si può tollerare è l’approccio tenuto dai rosanero. Un approccio sbagliato, come sette giorni prima a Messina, un atteggiamento da “ ecchisenefrega” come se la partita fosse un fastidio e non un impegno da onorare con tutte le energie fisiche emotive e mentali possibili.
Fischio d’inizio, baricentro avanzato e pressione incessante dei padroni di casa, difesa rosa già in pieno bailamme, così che al 10’, al primo calcio d’angolo l’ex dal dente avvelenato, Andrea Saraniti, sigla di testa il gol del vantaggio. Che festeggia in modo perfino sguaiato ma, visto come s’è “lasciato” l’estate scorsa con la squadra della sua città natia, da capire se non giustificare.
“Ora si riscattano subito”, ho pensato più da tifoso che da cronista, “perché peggio di così non possono fare!… E invece, siccome al peggio non c’è mai fine, il Palermo, dopo aver subito il gol, invece di reagire, almeno solo nervosamente, si è ancor più rattrappito in difesa come avesse paura perfino di pensarlo, un contrattacco.
E così il Taranto, ennesima squadra neo promossa dalla serie D (la terza in tre partite di campionato) capitata al Palermo, dopo Latina e ACR Messina, si è letteralmente “trasferito” nella metà campo rosanero e se non è andato subito al raddoppio è perché, pur dominando in lungo e in largo, ha sbagliato l’ultimo passaggio.
E c’è voluto un altro calcio d’angolo perché ci riuscisse, anche se, nella fattispecie, il gol di Benassai meritava essere annullato dall’arbitro perché il difensore pugliese, anticipando la sonnolenta difesa rosanero, aveva segnato intervenendo a gamba tesa.
2-0 per il Taranto e… la nausea ( non solo del tifoso ma anche del cronista) che sale e stringe stomaco e gola al punto da aver voglia di porre fine allo spettacolo indecoroso che stavano offrendo i giocatori di Filippi. Che ricorre ai cambi per tentare di uscir fuori dall’impasse, anche se siamo sotto di due gol e il Palermo sul piano del gioco se non è tabula rasa, poco ci manca.
Entrano Fella e Valente, quest’ultimo reduce da un fastidioso infortunio che gli ha precluso le prime tre partite ufficiali della stagione e quindi non può ancora essere al meglio della condizione.
E infatti il suo ingresso non si nota nemmeno, anche se il Palermo per una decina di minuti ha come un sussulto di ribellione e avanza di una ventina di metri il suo raggio d’azione costringendo il Taranto a giocare (sempre pericolosamente) di rimessa.
Arriva così il gol della speranza, siglato con un bel destro d‘esterno dal limite dell’area da Almici e , siccome manca una ventina di minuti al 90’…
Invece, poco dopo ci si rende conto che quel gol è stato solo il frutto di un colpo riuscito all’esterno del Palermo e non di una ritrovata vene, di un soprassalto del gioco di squadra, l’unico che avrebbe potuto riportare in linea di galleggiamento la disastrata “barca” rosanero.
E finalmente Filippi si gioca la carta-Silipo, che in tanti auspichiamo trequartista fisso del Palermo perché l’unico in possesso dei “titoli” necessari per occupare non abusivamente quel ruolo così prezioso, se non essenziale, nel modulo di gioco scelto dall’allenatore.
E’ un mistero questo ostracismo al ventenne ex primavera romanista, a parole indicato sempre come il più talentuoso della squadra e poi regolarmente relegato in panchina, dove lo teneva pervicacemente Boscaglia e dove continua a farlo disperare anche Filippi.
E Silipo si esibisce in un paio di assist al bacio e altrettanti dribbling che creano superiorità numerica, quella che ti spalanca davanti la luce della porta avversaria. E nascono, così, un paio di occasioni-gol che il duo Soleri-Brunori sbaglia d’un soffio. Poteva essere il pareggio e invece al’ennesimo contropiede Lancini, già ammonito, commette fallo e si fa espellere…
10 contro 11: come dire: addio ultime speranze….
E la nausea, se possibile, aumenta quando il Taranto sigla il gol 3-1: Diaby, in ripartenza, uccella (come diceva il grande Brera) tre difensori rosanero, simili a tre belle statuine e trafigge l’incolpevole Pelagotti.
(n.d.d.) – Avevamo sperato sino a tarda sera inoltrata di ricevere l’articolo di Benvenuto Caminiti, firma di punta (ma pure di tacco) del nostro quotidiano. Nonostante le tre “pere” consegnate, dallo scoppiettante Taranto che, ieri allo Jacovone, pungeva come una Tarantola, al prode Filippi, tutti gli amici della Redazione Sportiva dell’Italiano confidavano che che il nostro irriducibile Benny riuscisse a inviarci, (sia pure con estremo patimento e costernazione) il suo (come sempre fantastico pezzo). Poi avvisato che era giunto in tarda mattinata non mi è rimasto che prendere carta, penna e calamaio per aggiungere l’augurio sincero a che i rosanero possano “ripijasse” – come dicono qui nella Capitale d’Italia infestata da mille problemi.
Il torneo di Serie C (soprattutto quello del Girone C) è una miniera di continue sorprese e la vita non è facile per nessuna squadra. Nemmeno per quelle blasonate che poi quando subiscono sconfitte sono sempre quelle più rumorose. Tuttavia siamo appena all’inizio e il tragitto può assumere correzioni, dunque certi schiaffoni è preferibile prenderseli in viso alle prime battute, perché possono essere salutari e quindi offrire indizi per cercare e trovare soluzioni.
Coraggio Benvenuto (“il peggio deve ancora venire”, mi suggerisce un “infingardo” collega, giovane da fare invidia, ma tifosissimo della Roma tanto da sostenere che: “forza Roma, forza Lupi, son finiti i tempi cupi).
A noi poco importa della serie A… Siamo in C e che “ci vogliamo fare?”… Coraggio prima o poi le Aquile del Sud (rosanero e giallorosse) torneranno a volare! Ciao Benny! Un saluto anche a Cettina!
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