Il segreto di Pulcinella- L’incredibile storia di Leonardo Vinci, ultimo libro di Maria Primerano
Un Pulcinella vissuto nel Settecento, dondolandosi a perdigiorno sull’altalena del Tiepolo, ammicca ai presenti, racconta loro storie bellissime e affascina…
Un Pulcinella vissuto nel Settecento, dondolandosi a perdigiorno sull’altalena del Tiepolo, ammicca ai presenti, racconta loro storie bellissime e affascina i passanti ricordando l’incredibile storia di Leonardo Vinci il calabrese. E lo fa spaziando tra piazze e teatri, vagando fra torri e castelli, andando per valli sconfinate, fiumi limacciosi e torrenti vorticosi, percorrendo a piedi nudi lunghe spiagge battute dai Turchi ed estese campagne abbandonate, mentre il signore del luogo, in una Calabria arcaica ove lo ius primae noctis freme e fa paura, compie i suoi gesti efferati in una torre maledetta, la torre di Melissa, che ancora oggi si erge in cima a un dirupo e si affaccia a picco sul mare….da: Il segreto di Pulcinella- L’incredibile storia di Leonardo Vinci, Helicon Edizioni.
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Un castello, una torre, una rupe, campagne percorse da fiumi limacciosi, un conte pazzo, una tomba di marmo distrutta e ridotta in mille pezzi, un fanciullo ramingo, un grande operista del Settecento. Forse il più grande.
È un omaggio alla Calabria e a uno dei suoi figli più illustri, anche se dimenticati, Leonardo Vinci, appunto, l’ultimo libro, il quinto, che sancisce la vena creativa dell’Autrice, la scrittrice catanzarese nonché cardiologa Maria Primerano.
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Così scrive all’inizio del libro l’Autrice:
Leonardo Vinci era nato a Strongoli, in Calabria,nel cuore del marchesato crotonese, terra dei Principi Pignatelli, tra il 1695 e il 1696, più probabilmente nel 1690.
Difficile risalire a più precise notizie a causa della scarsa documentazione per lo più andata perduta nel tempo, al punto che del Vinci non si conosce nemmeno il nome dei genitori, presumibilmente mezzadri nelle terre dei Pignatelli.
C’è chi, addirittura, negherebbe la sua nascita a Strongoli, visto che l’atto di battesimo è introvabile nella circoscrizione ecclesiastica del luogo, lasciandonea tal proposito, nella biografia, un punto interrogativo o chi la stabilisce piuttosto a Napoli, luogo in cui crebbe e manifestò il suo genio musicale, luogo in cui incontrò la morte, avvenuta, e questo si sa invece, il 27 o 29 maggio del 1730.
Avviato agli studi musicali nel Conservatorio della Pietà dei Turchini in Napoli e distintosi come allievo modello, inizia una carriera artistica che lo porta a essere considerato tra i maggiori rappresentanti del teatro operistico del suo tempo, musicando sei libretti di Pietro Metastasio: Didone abbandonata, Siroe re di Persia, Catone in Utica, La Semiramide riconosciuta, Alessandro nell’Indie e Artaserse. Acclamato, poi, nei maggiori teatri italiani così come a Vienna e a Londra, lascia una ricca produzione musicale tra arie sparse, commedie per musica, cantate, ora disseminata nelle biblioteche del mondo.
Molte persone sono portate superficialmente a identificarlo con Leonardo da Vinci pittore, quest’ultimo, nella sua genialità, pure musicista, oltre che ingegnere, scienziato, scultore e quindi gigante multiforme del Rinascimento.
Il grossolano abbaglio è di fatto determinato dal nome di battesimo che accomuna entrambi nonché dal luogo di origine del secondo che coincide con il cognome del primo, inoltre la genialità di tutti e due contribuisce alla confusione e induce in errore.
Un’allure di mistero, dunque, avvolge la figura di Leonardo Vinci, figura impenetrabile, dalla nascita alla morte che, avvenuta in circostanze non chiare, pure ne alimenta percettibilmente la curiosità.
Il seguente testo intende, dunque, celebrarne il genio, attingendo alle pochissime verosimili fonti recuperate, proponendone passi della vita e squarci sull’ingegno, nella ricostruzione creativa, affidata alla fantasia, del mondo rurale, primitivo e agreste in cui visse da bambino, di quello contegnoso, ligio ed educativo dell’orfanotrofio in cui visse da ragazzino, quindi del mondo popolare cui si affacciò da giovane compositore alle prime armi e infine di quello aristocratico che frequentò da affermato musicista, quest’ultimo un mondo pregno di teatro barocco, il mondo dello stupore e della meraviglia, che rimane tra i più affascinanti periodi della storia della musica e dell’arte.
La narrazione è affidata a un Pulcinella del Settecento, che saltando e ciondolando da una corda all’altra nel famoso quadro del Tiepolo, guardando con ironia l’umanità dall’alto, ammicca ai passanti e narra storie fantastiche. E tra queste, consegna ai posteri anche il vissuto del nostro, lo tramanda con enfasi, ne partecipa sentimentalmente alle circostanze, sbeffeggia irriverente padroni e potenti, cerca di risolvere in maniera bizzarra intrecci apparentemente inestricabili, senza sottrarsi dal sottolineare, con irrisione e dileggio, che la cattiveria del mondo non è mai mutata, ciò nondimeno interpretando gli eventi da semplice qual è e sempre in linea con la sua immutata bontà d’animo.
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Maria Primerano, cardiologa, pianista classica, giornalista nel settore della cultura e dello spettacolo per testate e riviste tra le quali Gazzetta del Sud e L’Opera, è scrittrice assai originale che ama riproporre storie vere in veste particolarmente creativa.
Ha pubblicato per la narrativa:
L’anello stregato di Mozart Divertissement Tullio Pironti Editore, 2013; Le Indemoniate racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu, Tullio Pironti Editore, 2018; Rossini Lo Stravagante, Helicon Edizioni, 2020; Pergolesi Anima scurdata Opera Buffa, Helicon Edizioni, 2020.
I suoi libri sono vincitori di moltissimi premi letterari nazionali e internazionali e catalogati nelle più prestigiose biblioteche internazionali.
E’ Autrice del Mozarteum di Salisburgo, l’università dedicata a Mozart ove sono conservati i manoscritti autografi del musicista.
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