INCONTRO CON PADRE IBRAHIM
“Il muro, come gli Israeliani l’hanno costruito, possono distruggerlo! Si possono fare degli scambi di terreni per liberare gli insediamenti; se c’è la volontà politica di uno stato per ciascun popolo, le soluzioni si trovano.”
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano
VITERBO – Ho conosciuto Padre Ibrahim Faltas nel 2000, durante il mio primo viaggio in Palestina; era il periodo pasquale e la situazione politica volgeva al meglio dopo gli accordi di Oslo e la preparazione di quelli di Camp David con Bill Clinton, e si dava come certa la firma di un trattato tra Yasser Arafat ed Ehud Barack.
Da allora è cambiato il mondo ed anche nei miei viaggi successivi, al seguito del più caro ed intimo amico di Padre Ibrahim, Stefano Cimicchi, già Sindaco di Orvieto, vidi la nascita e lo sviluppo del muro che circonda in modo strategico ampie zone del WEST BANK, il controllo militare asfissiante dopo gli attentati a Gerusalemme e Tel Aviv e la seconda Intifada, l’evoluzione di una storia tragica o meglio di una tragedia storicamente irrisolvibile.
Parliamo anche con altri amici della situazione dell’Iran dopo la morte di Ebrahim Raisi, e dell’attuale stallo dopo l’attacco sventato e la blanda reazione israeliana: ci sono rapporti in corso, si stanno parlando, mi dicono.
Si ribadisce che la creazione di Hamas in funzione anti Al Fatah e poi contro Abu Mazen, il Presidente dell’Autorità Palestinese, fu ad opera dei servizi israeliani, in parallelo con quanto avvenuto in Afghanistan con Al Qaida e la CIA; sul 7 ottobre di morte e terrore, qualcuno fa notare la coincidenza con il compleanno di Vladimir Putin.
Riesco ad infilare una domanda nella conversazione tra addetti ai lavori di laggiù:
“Ma l’opzione DUE POPOLI DUE STATI è davvero realistica, dopo Gaza e gli insediamenti dei coloni messianici? E’ davvero praticabile dopo decenni di morti, di odio, di vendette sospese, di radicalizzazione reciproca?”
Padre Ibrahim mi guarda severo e mi dice assertivo:
“Certamente! Il muro, come gli Israeliani l’hanno costruito, possono distruggerlo! Si possono fare degli scambi di terreni per liberare gli insediamenti; se c’è la volontà politica di uno stato per ciascun popolo, le soluzioni si trovano.”
Si sottolinea poi come le posizioni politiche di Netanyahu ed Hamas si sorreggano a vicenda e che entrambi siano stati finanziati dal Qatar; che anche la caduta di Bibì potrebbe non rappresentare un avvio di soluzioni, stante la maggioranza fondamentalista alla Knesset israeliana: 64 seggi a 56.
Pongo una domanda sui massacri che hanno portato a 35/40.000 vittime e su Hamas:
“Quanti sono i terroristi di Hamas e quanti ne sono stati uccisi, da sottrarre al computo delle vittime?”
“Si stimano circa 45.000 guerriglieri operativi, ai quali vanno aggiunti quelli della Jihad Islamica, circa 15.000; ne sono stati uccisi dall’esercito israeliano 8/10.000; ma non si vuole capire da parte di Netanyahu “ dice secco Padre Hibrahim” che l’attacco ed i massacri ne fanno arruolare molti di più! ”
“ La situazione di Gaza è il punto di faglia delle contrapposizioni internazionali e credo da profano, che solo una soluzione internazionale potrà portare la pace; ma Padre, non c’è proprio speranza per questa terra?”
“Abu Mazen dice che si risolverà con il tempo, quando ci sarà un cambio generazionale degli ebrei e quelli di derivazione europea, che hanno conservato caratteristiche colonialiste, diverranno minoranza nella determinazione della politica israeliana.”
In fondo Israele è una democrazia liberale, e l’ascesa di Netanyahu, liberamente contestato anche in tempo di guerra, è avvenuta con il voto, ma il tempo sarà galantuomo per questi due popoli?
Il sorriso di Padre Ibrahim è disarmante e come al solito infonde coraggio e speranza!
Francesco Chiucchiurlotto*
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.
Il sorriso di PADRE IBRAHIM
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