LA FABBRICA DELLE LEGGI – L’opinione di Francesco Chiucchiurlotto
Nella XVIII legislatura durata 4 anni, sono state approvate 315 leggi, di cui 104 di conversione di decreti e 120 di ratifica di trattati internazionali; quindi solo 91 di iniziativa parlamentare. (Mi viene da dire: chè non trovate il tempo per una legge sul fine vita?)
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano

VITERBO – LA FABBRICA DELLE LEGGI
Se c’è una fabbrica, un opificio, uno stabilimento che in Italia non andrà mai in crisi, è quella delle leggi: quella della sterminata produzione di norme che ci pone in testa ad ogni classifica.
Ce lo dimostra un capitolo di un importante volume di recente conio, GOVERNARE LE FRAGILITA’, che Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella, hanno edito da Mondadori, e che esplora le trasformazioni delle politiche pubbliche e gli effetti sulle strutture amministrative: dalla sicurezza, all’economia; dal capitale umano, appunto alla produzione di leggi.
Ne abbiamo troppe e quindi alimentiamo una burocrazia elefantiaca che frena il Paese? In Europa siamo i primi per numero ed anche per decretazione d’urgenza o governativa?
Ebbene si’ : l’ultimo calcolo serio fatto nel 2007 ci porta a 21.691 leggi in vigore, proprio quando il Ministro Calderoli si fece pubblicità davanti ad una caterva di faldoni da incenerire, con in mano un specie di lanciafiamme.
Naturalmente lo spot si esaurì subito nei suoi effetti, tanto che oggi abbiamo il doppio di leggi della Francia ed il quadruplo di quelle vigenti in Germania.
C’è poi la produzione normativa delle 20 Regioni, che con la sciagurata riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, si sono viste aumentare competenze, materie, ambiti d’intervento (sprechi!) che necessitavano nel 2022 di ben 16.758 leggi in vigore.
Impossibile poi registrare i regolamenti amministrativi che ne derivano e che influiscono nella vita e nel lavoro dei cittadini, per i quali è impossibile non essere fuorilegge!
C’è infine la normativa europea che ormai si fa sempre più pervasiva con il procedere dell’integrazione tra stati: oltre 25.000 atti tra regolamenti, direttive, decisioni, da cui detrarre il numero delle direttive oggetto di recepimento legislativo nazionale.
C’è anche un aspetto qualitativo da non trascurare nella “Fabbrica”, ed è il continuo affermarsi del ruolo normativo del potere esecutivo su quello del Parlamento: il Governo infatti attraverso la decretazione d’urgenza, a scadenza d’approvazione di 60 gg, ed i decreti legislativi delegati, rende il Parlamento, già ridotto nei componenti, un simulacro del tempo che fù.
Nella XVIII legislatura durata 4 anni, sono state approvate 315 leggi, di cui 104 di conversione di decreti e 120 di ratifica di trattati internazionali; quindi solo 91 di iniziativa parlamentare. (Mi viene da dire: chè non trovate il tempo per una legge sul fine vita?)
C’è poi l’aspetto di tecnica parlamentare che elude un buon numero di provvedimenti dal computo complessivo:
- le leggi omnibus, in cui si inzeppano una varietà di provvedimenti di dubbio rango parlamentare;
- leggi di bilancio e similia, di un solo articolo con centinaia di commi della più varia specie;
- leggi Mancia, in cui i Gruppi Parlamentari soddisfano clientes et laudatores;
- il famoso Milleproroghe di Capodanno, un pasticcio di rinvii e procrastinazioni, che contrassegna l’incapacità di sintesi e di accordo della nostra politica.
In definitiva si conferma il ruolo preponderante del governo nella produzione legislativa con un piglio che attraversa tutti i partiti e che, anche strano, non ha incontrato correttivi da tutti i recenti Presidenti della Repubblica promulgatori. (Altro che Premierato!)
L’ ”inflazione legislativa”, come concludono gli autori, si può limitare con il ricorso a fonti secondarie, alla raccolte di codici e testi unici, come in Francia che ne ha 70; l’altro difetto da colmare poi, sta in quella spece di “spoil system” nostrano che mette a fare leggi personale di passaggio, che spesso non ha nè competenze né memoria della legislazione pregressa, a scapito della stessa loro leggibilità e comprensione.
Su ciò che accade poi in termini di ritardi, inciampi ed equivoci interpretativi, nell’applicazione di “tanta roba”, stendiamo un velo pietoso: GOVERNARE LA FRAGILITA’ del nostro sistema infatti, temo che non sia difficile, ma inutile!
Francesco Chiucchiurlotto *
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.



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