“L’arcobaleno di Marisol” – l’ultima fatica di Felice Foresta presentato al Marca di Catanzaro
Per Franco Cimino che abbiamo notato tra gli ospiti presenti: “É stata una bellissima serata. Il libro, che vorrei conservare con tanto di autografo, lo leggerò con rinnovata gioia. Intanto, bravo per i diversi temi in esso trattati”
di Roberto Giordano – dalla Redazione Centrale del Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Possibile parlare di successo per la presentazione del libro di Felice Foresta – l’avvocato scrittore – dal titolo “L’Arcobaleno di Marisol” presentato e accolto da una cornice di pubblico straordinariamente colta e numerosa.
E dopo tante emozioni, lui, l’avvocato scrittore ha pensato che fosse giusto ringraziare i tanti intervenuti con un post sui sociali che riportiamo nella certezza che giungerà anche a quanti hanno avuto modo e maniera di presenziare. “E se rinascessi? – si chiede Felice che è dotato di una umana fortissima sensibilità – Vorrei fare il ciabattino, per dare un calzare alle emozioni. O, forse, l’ambulante al mercato del sabato mattina, per comprare un orcio e nasconderci i ricordi. No, vorrei fare il capraio e il contadino, per vedere spuntare il sole, quando gli altri lo sognano soltanto. Tanto lo so, non farò nulla.
E continuerò a nascondermi fra le mie notti insonni, per cucire i dubbi del mio oggi ai desideri di un bambino E continuerò a rubare le parole, a osservare la loro ombra, a sentire il profumo dei loro seni.
E proverò a salirci su, come in un cavallo a dondolo. Ad abbracciarle in un grande girotondo. A farmi cullare sino al cielo, dove prenderò per mano una stella, la luna e la pioggia che non c’era. Grazie a tutti. Serberò per sempre la bellezza greca di Arianna Fermani, il suo pensiero che redime e si fa universo.
E serberò la commozione di Francesco Kostner perduta negli elogi di un accanto che mi fa sentire fra i vicoli del vero. Ascolterò nel sonno il talento di Salvatore Venuto che di un bricco di cartone sa fare un vassoio di cristallo. E m’incanterò di meraviglia ancora negli occhi di Luigi Patitucci che danno un verso anche alla polvere. E busserò al portone di Francesco Galeota per chiedere come si fa a masticare tra i rovi e non farsi male. Siete stati tanti, tanti, tanti. E c’era tanta Calabria, ma così tanta da sembrare una.
Ero frastornato, lo so ed ho mancato. A qualcuno ho dato un abbraccio, ad altri solo un sorriso, a qualche altro uno sguardo appena. Confido nel cuore degli altri, però. Perché sono io. E mi basterà un arcobaleno, anche solo la sua coda, per incontrare Marisol e portarle la vergogna del dolore”.
Per tornare al libro possiamo riferire ai nostri lettori che: “L’arcobaleno di Marisol” è la storia di una bambina di cinque anni di St. Anneau, un paese della Francia meridionale. Un giorno di aprile, viene giù di colpo dallo scivolo dell’asilo. Una caduta apparentemente banale, una come tante per i bambini della sua età. Quella caduta, invece, segna un confine. “L’arcobaleno di Marisol” è il racconto di un padre, Daniel Galeotier, che, dal giorno in cui la figlia viene divelta dalla sua quotidianità, sperimenta una lacerazione intima, una rivisitazione di sé stesso, un conflitto con la propria fede. Daniel si frange in una galleria di personaggi, in gran parte femminili, che incrocia sul proprio percorso di speranza e di sofferenza. Ognuno di loro, ciascuno a modo suo e, forse, senza neppure saperlo, si fa custode di un pezzo dell’amore di una madre. Quel sentimento unico e universale che anima, sino alla profondità delle sue fibre, Martine Luxon, la mamma di Marisol. Nello sfondo, Nanette Garillon, la deliziosa e anziana fioraia che Daniel conosce da quando è bambino. Nanette Garillon, assiepata fra i colori dei suoi foulard, è un po’ oracolo e un po’ provvidenza”.

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E per concludere una panoramica dell’evento di presentazione che ha avuto luogo venerdì 30 maggio alle ore 18:00 presso il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro
L’evento ha visto oltre la presenza dell’autore, l’intervento di due ospiti d’eccezione: il giornalista Francesco Kostner e la professoressa Arianna Fermani, docente di Storia della filosofia antica all’Università di Macerata. Un dialogo aperto e profondo ha accompagnato sino al termine dell’evento il pubblico nella scoperta di un’opera intensa e toccante, che scava nel dolore, nella fede e nella resilienza umana. Complimenti vivissimi all’autore Felice Foresta
Per Franco Cimino che abbiamo notato tra gli ospiti presenti: “É stata una bellissima serata. Il libro, che vorrei ricevere autografato, lo leggerò con rinnovata gioia. Intanto, bravo per i diversi temi in esso trattati“


Felice Foresta si intrattiene con un lettore




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