Wednesday, April 24, 2024
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Lega Pro. Accesso allo Scida di Crotone: i tifosi Catanzaresi facciano come quelli di Lecce e ricorrano al Tar per assistere al derby

Derby tra Crotone e Catanzaro la “penalizzazione” inflitta ai tifosi giallorossi catanzaresi, sino ad oggi, un raro esempio di sportività per aver esportato in tutti gli stadi del centro sud del Paese unicamente la fede che hanno nel cuore e nell’anima, costituisce un grave attacco alla libertà personale dei cittadini. Non è possibile infatti discriminare i residenti nella provincia di Catanzaro appioppando a tutti gli effetti un “daspo” temporaneo e consentendo così alla sola squadra di casa di poter contare sull’incitamento del proprio pubblico. Facciano ricorso i tanti avvocati, professionisti di valore, che pullulano nei meandri dei tribunali e dintorni, che sotto la toga portano la maglia giallorossa, al TAR regionale e chiedano per ottenere,, come è avvenuto a Milano, la libertà per i catanzaresi di assistere (nei settori riservati e magari scortati debitamente) all’Ezio Scida nel prossimo match di lunedì sera 13 marzo.


di Riccardo Colao (L’editoriale sportivo del direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – Se c’é un “giudice a Berlino” lo si cerchi anche in Calabria. Facciano ricorso al TAR i tanti tifosi catanzaresi che rischiano di non poter assistere al derby per cervellotiche decisioni approvate negli antri dei soliti “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”.

I tifosi giallorossi, quelli leccesi sono riusciti a spuntarla e saranno presenti sugli spalti al Meazza a Milano La società del Lecce si è sapientemente inserita tra Tar e Prefetto di Milano nella problematica attivata sulla vendita dei biglietti del match tra la compagine giallorossa e l’Inter. La Prefettura del capoluogo lombardo – a singolar parere e potere – era arrivata alla determinazione di proibire la trasferta ai tifosi leccesi per “imprecisabili motivi d’ordine pubblico”. Il club, stella ed amore del Salento, non si era lasciata intimorire e aveva prodotto ricorso al provvedimento monocratico, presentando le sue ragioni al Tribunale Amministrativo Regionale.

La prefettura era stata indotta alla determinazione di vietare la presenza dei tifosi giallorossi per via delle scaramucce registrate con quelli atalantini. ma il TAR ha annullato l’ordinanza prefettizia giacché – ha scritto il giudice amministrativo – «risalendo da un episodio circoscritto e circostanziato nell’ambito di una diversa manifestazione sportiva ne fa conseguire un pericolo di scontri violenti nella partita tra il Lecce e l’Internazionale, laddove la stessa logica seguita condurrebbe alla inammissibile conclusione di ritenere la tifoseria del Lecce pericolosa in quanto tale e non in relazione alle sole circostanze nelle quali sono avvenute gli scontri».

Orbene ritornando alla questione legata al derby tra Crotone e Catanzaro la “penalizzazione” inflitta ai tifosi giallorossi catanzaresi, sino ad oggi, un raro esempio di sportività per aver esportato in tutti gli stadi del centro sud del Paese unicamente la fede che hanno nel cuore e nell’anima, costituisce un grave attacco alla libertà personale dei cittadini. Non è possibile …non ha legittimità… non è costituzionalmente consentito … infatti discriminare i residenti nella provincia di Catanzaro appioppando a tutti gli effetti un “daspo” temporaneo e consentendo così alla sola squadra di casa di poter contare sull’incitamento del proprio pubblico.

Non che la squadra di Vivarini non possa dimostrare di essere superiore a quella del Crotone sul campo, priva del sostegno di pubblico amico, ma il provvedimento prefettizio è qualcosa che ricorda divieti che potevano esistere ed essere concepiti unicamente in altri tempi quando tra “alalà” e “saluti al duce” non si poteva nemmeno protestare.

Eleviamo una forte e vibrante protesta contro questo provvedimento che è del tutto ingiustificato e denota la non capacità di saper gestire situazioni forse non più pericolose di tante altre ed esortiamo i catanzaresi, gli sportivi e persino i crotonesi a ribellarsi, utilizzando tempi e modalità previste dalla Legge, contro questo provvedimento “apartheid” che mortifica tutta la Calabria relegandola alla stregua di un territorio di frontiera dove si temono faide che nn hanno ragione di attendersi.

Se è vero che prevenire è sempre meglio che curare, se è vero che una parte della tifoseria rossoblù, nella veste di qualche buffone, ci fu chi andò sopra le righe è altrettanto vero che a Catanzaro (entro la cerchia delle tribune e delle curve) non accadde nulla da poter essere considerabile o equiparabile a scontri fisici tra ultras di fede opposta.

Se c’é (come per l’appunto c’é) chi ritiene che Crotone – Catanzaro possa essere o rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico e l’anticamera dell’inferno dei rapporti tra opposte tifoserie organizzate allora la si faccia disputare a porte chiuse o in campo neutro come accadde al Catanzaro quando nel corso della guerriglia scatenata a Reggio, per la battaglia del capoluogo, il derby fu disputato a Firenze.

Facciano ricorso i tanti avvocati, professionisti di valore, che pullulano nei meandri dei tribunali e dintorni, che sotto la toga portano la maglia giallorossa, al TAR regionale e chiedano per ottenere,, come è avvenuto a Milano, la libertà per i catanzaresi di assistere (nei settori riservati e magari scortati debitamente) all’Ezio Scida nel prossimo match di lunedì sera 13 marzo.

Riccardo Colao

Le foto del servizio sono concesse dall’Area Stampa US Catanzaro 1929
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