Friday, April 19, 2024
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Lega Pro. Tanti brividi ma nessun gol tra J. Stabia e Palermo

Per Camin brother: “Un talento raffinato come Silipo, nato e cresciuto per fare il finisseur ai confini dell’area di rigore avversaria,è stato “costretto” (le virgolette sono tutt’altro che casuali) specie nel secondo tempo quasi a fare il terzino per “coprire”, così come tanto piace al suo allenatore, le avanzate dell’esterno sinistro di casa. E Silipo si è applicato con dedizione e spirito di sacrificio anche se appariva palese a tutti che quell’ arretrare e contrare non era… mestiere suo”.


di Benvenuto Caminiti (per il Quotidiano l’Italiano)

Tutto si potrà dire e scrivere del pareggio a reti bianche di ieri al “Menti” di C/mare di Stabia tra le “Vespe” gialloblù e i rosanero di Filippi, tranne che è stata una partita brutta e noiosa, come ho letto da qualche parte su FB.

La Juve Stabia ha la tempra del suo allenatore, quel Walter Novellino, vecchia volpe del calcio nostrano, allenatore di antica data, che pratica e insegna calcio all’italiana come ormai si usa sempre più raramente: il tutto gettando in campo tutto il furore possibile pur di annichilire anche psicologicamente l’avversario. E disponendo Novelllino di giocatori prestanti che basano (quasi) tutto sul fisico e la grinta, ieri contro il Palermo hanno picchiato duro, ogni entrata era off limits e impostato, almeno per tutto il primo tempo, la partita su difesa attenta e contropiede, perché così giocano sempre le squadre allenate dal’ex fantasista di Milan e Perugia. Solo che stavolta ha trovato un Palermo altrettanto battagliero e manovriero, tant’è vero che per la prima mezzora, per quanto le “Vespe” picchiassero, era  il Palermo a creare le (poche) occasioni pericolose per la porta dei  padroni di casa.

Nella ripresa, invece, rimescolando un po’ le carte con i cambi ( tre tutti in una volta), Novellino ha aggiunto al “picchiate duro” inizile anche un saggio e avveduto: “Però dateci dentro, non contate più solo sul contropiede!”.

E così si è vista una partita ancora più equilibrata: da una parte, i padroni di casa fisicamente  arrembanti e, dall’altra, un Palermo costretto a guardasi un po’  più dietro e, soprattutto un Silipo – l’arma in più dei rosa perché l’unico dotato di quel guizzo, chiamalo se vuoi colpo d’ala, che con un tocco, un’idea, un assist, cambia il volto alla partita.

Insomma, dal 45’ in poi la Juve Stabia ha preso in mano ( o a tentato di farlo) il centrocampo, lo ha fatto incrementando  corsa e tackle senza però creare effettivi pericoli e/o vere azioni da gol: solo mischie furibonde un po’ più dentro l’area nella speranza che il “casalingo” direttore di gara ci cascasse e assegnasse loro un calcio di rigore. E tuttavia, per quanto i ragazzi di Novellino si prodigassero, non cavavano un ragno dal buco: Pelagotti non era quasi costretto neanche sporcarsi i guantoni e, di contro, in un paio di contropiedi il Palermo si faceva minaccioso: non ultimo un affondo di Brunori, che scagliava da un metro scarso dall’area di rigore, un secco destro a filo d’erba che sfiorava il palo alla destra del portiere campano, ormai battuto.  

Ed era proprio subito dopo questo quasi gol di Brunori che Filippi lo sostituiva con Soleri, suscitando in chi scrive stupore e disapprovazione, ma, si sa, gli allenatori, anche quando sbagliano, lo fanno sempre e solo per il bene della squadra.

La mia, quindi, non è una critica al mister, che ha tutto il diritto (e la responsabilità) delle scelte che opera e tampoco io voglio sostituirmi a lui; io, da cronista ( forse un po’ troppo) tifoso mi limito a esprimere, magari anche solo d’impulso, le mie sensazioni, i miei stati d’animo. E uno di questi, ieri, è stato messo a dura prova nel dover constatare che un talento raffinato come Silipo, nato e cresciuto per fare il finisseur ai confini dell’area di rigore avversaria, sia stato “costretto” (le virgolette sono tutt’altro che casuali) specie nel secondo tempo quasi a fare il terzino per “coprire”, così come tanto piace al suo allenatore, le avanzate dell’esterno sinistro di casa. E Silipo si è applicato con dedizione e spirito di sacrificio anche se appariva palese a tutti che quell’ arretrare e contrare non era… mestiere suo.

E chiudo con un peana dedicato ad Alberto Pelagotti che al 63’, quando anche l’over time era praticamente finito, salvava il Palermo con un intervento prodigioso su colpo di testa ravvicinato, che sembrava destinato in fondo al sacco. Sarebbe stata un’ingiustizia ma si sa come sa essere infido il calcio: gli basta la minima occasione per colpirti a tradimento.

Benvenuto Caminiti

JUVE STABIA (3-5-2): Sarri; Tonucci, Troest, Caldore (54′ Esposito); Donati, Schiavi (71′ Stoppa), Squizzato (58′ Berardocco), Altobelli, Rizzo; Panico (71′ Bentivegna), Evacuo (54′ Eusepi). A disp.: Russo, Lazzari, Todisco, Guarracino, Scaccabarozzi, Della Pietra, Lipari. All. Novellino.

PALERMO (3-4-2-1): Pelagotti; Buttaro, Marconi, Perrotta; Doda, De Rose, Dall’Oglio (46′ Luperini), Valente; Silipo (83′ Giron), Fella (58′ Floriano); Brunori (71′ Soleri). A disp.: Massolo, Marong, Lancini, Peretti, Corona. All. Filippi.

ARBITRO: Carella di Bari (Ricciardi-Pedone)

NOTE: ammoniti Dall’Oglio, Altobelli, Squizzato. Espulso al 92′ Buttaro (Pal).

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