Friday, April 19, 2024
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L’ex deputato Laboccetta”: “Gratteri non è Falcone e la “scorta civica” ha poco a che fare per preservarlo dai pericoli”

“Gratteri è stato bocciato non perché somigliasse a Falcone, ma forse perché non gli somiglia. Li differenziano i risultati: troppe inchieste di Gratteri sono partite con il gran pavese, e il Procuratore di Catanzaro al timone del Galeone regale, e sono finite in fiaschi processuali. Ma non è solo questione di successi, ma di metodi. Falcone non avrebbe mai ripetutamente chiesto l’arresto, senza neppure la possibilità di contraddire le accuse, di un uomo come l’ex senatore e grande avvocato Giancarlo Pittelli, triturato dal metodo Gratteri che forse non è molto pratico in “presunzione di non colpevolezza”


dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Nel capoluogo della Calabria la manifestazione a difesa delle aspirazioni del procuratore della Repubblica dott. Gratteri c’é stata e si è svolta. Non era una folla oceanica quella che si è ritrovata davanti al Palazzo di Giustizia ma solo una serie di capannelli sparpagliati di curiosi, di sindacalisti, di qualche candidato ufficiale alla carica di sindaco catanzarese in cerca di voti, di consensi e di pubblicità, di tanti cronisti, telecronisti e videoperatori. Quasi nessun comune cittadino se non passanti e pensionati alla ricerca di platee dove poter esibire il patentino di spettatore.

l’aspirante sindaco Nicola Fiorita a spasso tra i capannelli della manifestazione pro Gratteri

Tutto qui e nulla di più. Certo molta più gente che spettatori al “maxi processo Rinascita Scott” ma pur sempre poca roba in confronto alla vastità di piazza Matteotti, la stessa che quando si chiamava “Michele Bianchi” vide ben più adunate oceaniche che quella di oggi a paragone sarebbe come la classica rondine che non fa primavera.

Ad ogni buon conto tutto si è svolto in ordine… c’é chi ha potuto parlare con un megafono amplificato ribadendo il sostegno alla lotta che giustamente il dott. Gratteri sta sostenendo contro il crimine organizzato e la malavita che in Calabria si chiama “‘ndrangheta” ma bisogna dire la verità: a fronte di un paio di milioni di calabresi, duecento (a dire tanto) presenze in piazza francamente hanno deluso le aspettative di quanti speravano in una massiccia adesione di popolo. E’ stato uno strepitoso flop nonostante quanto spacciato per un “successone” da televisioni locali e dai soliti “leccaderetani” nazional popolari che agitano le loro pernacchie via web.

I poliziotti del sindacato di Polizia Siulp

A margine le visite dei Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, che hanno incontrato presso gli uffici della Procura Gratteri sul quale penderebbe un progetto criminale della ‘ndrangheta per attentare alla sua vita ed a quella dei suoi uomini di scorta. I tre segretari generali del sindacati calabresi hanno portato il saluto e la solidarietà dei Segretari generali nazionali di Cgil, Cisl e Uil e hanno espresso grande sostegno all’attività di contrasto alla ‘ndrangheta finalizzata ad estirpare definitivamente questa malapianta da tutto il territorio regionale. Durante l’incontro, durato un’ora, sono state affrontate diverse problematiche, dalla lotta alla criminalità organizzata alla promozione della cultura della legalità, passando per la necessità di mettere in sicurezza il lavoro e per il controllo della spesa dei fondi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

alcuni partecipanti sorridenti alla manifestazione pro Gratteri

Ma le manifestazioni organizzate a Catanzaro da molte organizzazioni autodefinitesi, con ampio risalto dai media, “scorta civica”, hanno poco a che fare con il ripararlo dalle minacce purtroppo reali.lo ha dichiarato senza mezzi termini l’on. Amedeo Laboccetta, ex deputato napoletano, che ha poi aggiunto I connotati di queste manifestazioni, che certo faranno piacere a Gratteri, hanno una motivazione puramente ideologica. Lo slogan Gratteri=Falcone preparato da giorni ha due caratteristiche: è una falsificazione storica, e somiglia tristemente alla glorificazione di un eroe destinato per forza a morire. Paragonare, come si sta facendo dalla stampa giustizialista e dalle fazioni politiche manettare, la mancata elezione di Gratteri a procuratore generale antimafia alla tremenda parabola di Giovanni Falcone è una operazione che non regge, delegittima anzi la figura di chi è stato scelto per meriti come Melillo, indebolendo oggettivamente il fronte della giustizia contro le mafie. Giovanni Falcone fu sì bocciato come Gratteri dal Csm, ma contro Falcone pesarono soprattutto la campagna contro di lui ordita da Magistratura democratica, che ne decretò – insieme agli attacchi violenti di Leoluca Orlando e di buona parte della sinistra – la solitudine fino all’esito tremendo di Capaci. Diciamolo: Gratteri è stato bocciato non perché somigliasse a Falcone, ma forse perché non gli somiglia. Li differenziano i risultati: troppe inchieste di Gratteri sono partite con il gran pavese, e il Procuratore di Catanzaro al timone del Galeone regale, e sono finite in fiaschi processuali. Ma non è solo questione di successi, ma di metodi. Falcone non avrebbe mai ripetutamente chiesto l’arresto, senza neppure la possibilità di contraddire le accuse, di un uomo come l’ex senatore e grande avvocato Giancarlo Pittelli, triturato dal metodo Gratteri che forse non è molto pratico in “presunzione di non colpevolezza”.” Così ha concluso l’on. Amedeo Laboccetta, ex deputato di Napoli, Presidente Polo Sud.

Una visione d’insieme del pubblico presente all’eventi

Il dott. Enrico Seta coordinatore del Comitato Libertà Pro Pittelli, attentissimo a quanto di competenza, in merito al flop delle “scorte civiche” ha dichiarato: “C’è chi scrive che erano 200 persone, ma c’è chi dice che non arrivavano a 50. Una cosa è certa: i catanzaresi (ma direi, i calabresi, poiché alcuni arrivavano anche da fuori provincia) non hanno risposto all’appello delle “scorte”.
Questo dovrebbe far riflettere su quanto smalto abbia perso in questi anni l’idea (vecchia) di una guida giudiziaria della battaglia culturale, sociale e politica contro la criminalità organizzata o addirittura per il riscatto della Calabria
.

Se solo duecento calabresi (su 2 milioni) fossero contro la Ndrangheta sarebbe davvero una situazione tragica! Molto peggiore delle peggiori aree del Messico o della Colombia!
Coloro che (a 30 anni da Tangentopoli) continuano a non capire che, nel nostro ordinamento, i magistrati devono (e possono) fare solo i magistrati, andranno sempre a caccia di complotti inesistenti.
Ormai hanno la stessa credibilità dei terrapiattisti!
“.

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