Lo scrittore Caminiti ricorda per noi la figura di Armando “Armandino” Zamparini improvvisamente scomparso a Londra a soli 23 anni!
Un ricordo di Armandino Zamparini dipinto dalla penna di Benvenuto Caminiti che ebbe la fortuna ed il piacere di conoscerlo quando il papà alla guida del Palermo lo conduceva agli allenamenti dei rosanero.
di Benvenuto Caminiti (da Palermo per il Quotidiano l’Italiano)
PALERMO – Era l’estate del 2009 ed era il mio secondo “ritiro” col Palermo, a Bad, in Austria: preparazione ad una stagione cominciata (male) da Zenga e finita benissimo (fino alla Coppa Uefa, oggi, Uefa League) da Delio Rossi.
Fu all’ultimo giorno di quella settimana trascorsa en plein aire con i “miei” giocatori che incontrai per la prima volta e per la prima volta parlai vis à vis con il presidente Maurizio Zamparini.
Fu incontro spassosissimo pieno di frizzi e lazzi, battute e pacche sulle spalle, come succede tra vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo… Solo che quella era la nostra “prima volta”.
Quello fu l’anno d’oro del Palermo, il più luminoso dei suoi centoventuno anni di storia e le risate, quel pomeriggio a Bad tra me e il presidente, risuonarono come squilli di tromba e occhiate piene di stupore (e malcelata) invidia dei giovani inviati al seguito.
La prima cosa che mi disse Zamparini aprendo le braccia per tirarmi a sé furono: “Finalmente un giornalista della mia generazione e che sa di calcio, almeno quanto me!”. E, così dicendo, deflagrò in una risata delle sue, quelle che gli servivano per chiarire meglio un concetto o chiuderlo definitivamente.
L’impressione che ricavai da quel primo impatto fu di immediata sintonia, come se io e il presidente – entrambi classe 1941 – fossimo amici da sempre, e invece quella era la prima volta che … ci guardavamo negli occhi.
Che stia dicendo il vero, com’è mio inguaribile “vizio”, si può dedurre anche dalla foto qui sotto riprodotta che mi ritrae a colloquio col presidente.
Alle sedute di allenamento di quel ritiro lui si presentava sempre per primo e si congedava sempre per ultimo. Quella volta portava spesso al campo moglie e figlio, Laura e Armando, che lui chiamava “Armandino””, 11 anni scarsi, due occhi grandi come fanali spalancati sulla vita.
Una volta Armandino, allontanandosi per un attimo da mamma Laura, capitò accanto a me, che ero sistemato sulla prima filiera di sediolini, cioè ad un paio di metri dal terreno di gioco: il ragazzo voleva vedere da vicino i suoi campioni.
E fu in quell’occasione che io lo salutai facendogli una carezza sulla zazzera scura e chiedendogli banalmente: “Chi è il tuo giocatore preferito?”. Lui si girò, sembrava un tantino infastidito ma scoprii subito che era solo timidezza perché, un po’ arrossendo e poi abbassando il viso, rispose: “Tutta la squadra, papà dice che stavolta non ci ferma nessuno!”.
Ecco, tutta qui la mia “testimonianza” sul piccolo Armando, che quel pomeriggio al campo di allenamento di Bad stava seduto accanto a me: non è molto ma quanto basta perché io stanotte più del solito stentassi a prender sonno e, nel dormiveglia, avessi la sensazione di vedere quegli occhioni e di sentire ancora sulla mano il tepore di quella carezza sul suo capo.
“Ti rivedrò e quel giorno per me sarà bellissimo, figlio mio… Il mio è un dolore atroce, lacerante, un vuoto incolmabile, la resa a una vita cattiva, che ha voluto separarmi da te…”.
Queste, le prime accorate parole di Zamparini: sono l’urlo di dolore di un padre che non capisce, e tanto meno si rassegna, davanti a uno “scippo” come quello che lui ha appena subito. Un figlio strappato via da un destino crudele che brutalmente infrange una “regola” di vita regina: sopravvivere a un padre è nella natura delle cose, il contrario, invece, è un abominio che niente e Nessuno dovrebbe permettere.
Benvenuto Caminiti
(n.d.d.) Ci associamo al dolore dell’amico presidente Maurizio Zamparini per la perdita del giovanissimo figlio Armando. Era un giovane promettente che si trovava a Londra per ragioni di studio e di perfezionamento della sua già prestigiosa conseguita laurea in marketing. Non è una notizia felice quella comunicataci dall’altrettanto amico Benvenuto Caminiti ma la legge dell’informazione ci obbliga a riferirla se pur triste, se pur mai non avessimo voluta riceverla. Siamo certi che tante bandiere dei singoli club che hanno visto papà Zamparini, presidente, hanno esposto le bandiere dei loro sodalizi a mezza asta. Da parte nostra esprimiamo le condoglianze sincere, sentite e appassionate assieme a tutti i membri (giornalisti e poligrafici, amm.vi e impiegati) che operano nella grande famiglia del Quotidiano l’Italiano e della Titani Editori
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