Mario Tassone (nCDU): “il 25 aprile e la Resistenza. 65000 cattolici e 180 brigate parteciparono alla Liberazione”
Chi in nome della pace manifesta non con i ragionamenti, ma con cotrapposizioni ottuse cariche di odi, persegue non la pacificazione degli animi ma si contrappone a tutto quello che il 25 Aprile 1945 fu e rappresenta; una occasione di riflessione per comprendere che senza unità non c’è sviluppo.
I confronti sono il lievito della democrazia, gli estremismi intolleranti sono macchine infernali dove la ragione è umiliata e l’umanità negata.
di Mario Tassone * per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – La ricorrenza del 25 aprile è stato quasi sempre un giorno di divisione.
La Resistenza invece fu un grande momento di unità del Paese: le Brigate Garibaldi e le Brigate Bianche (costituite da oltre 65000 cattolici in 180 Brigate) e gli altri Movimenti scacciarono i nazi-fascisti dal Paese.
Il ricordo della liberazione dal nazi-facismo, della conquista delle libertà civili disperse negli anni della dittatura, si è sbiadito.
La ricorrenza è “utilizzata” per riproporre divisioni in un clima arroventato e di violenza.
Gli antichi odi prevalgono e offuscano fino a rendere impercettibile il significato di un evento in cui l’Italia ritrovo’ la strada della dignità e dell’onore.
Gli incidenti che puntualmente avvengono nelle manifestazioni sono un oltraggio, un tentativo di far prevalere la pratica della violenza.
Chi in nome della pace manifesta non con i ragionamenti, ma con contrapposizioni ottuse cariche di odi, persegue non la pacificazione degli animi ma si contrappone a tutto quello che il 25 Aprile 1945 fu e rappresenta; una occasione di riflessione per comprendere che senza unità non c’è sviluppo.
I confronti sono il lievito della democrazia, gli estremismi intolleranti sono macchine infernali dove la ragione è umiliata e l’umanità negata.
Le tante guerre di oggi con ll carico di dolori immani, sono il segno di un declino della civiltà.
Il nostro Paese con la forza della sua cultura umanistica, che con il Rinascimento segnò una stagione ricca di geni e spiriti eccelsi, può contribuire a fare uscire dalle strettoie di oggi, un mondo lacerato e diviso?
Io ritengo di sì.
Cosi come può essere fondamentale quello dell’Europa che ritrovi le sue origini cristiane.
Il 25 Aprile è una occasione per ritrovarci, per rendere onore ai tanti martiri che hanno segnato le nostra storia e lasciato scritti struggenti di coraggio e di amore per la libertà.
Si è lottato per un mondo migliore, per la giustizia contro la sopraffazione.
Costruiamo realmente la pace, che si ottiene non con la forza o sistemi di governo liberticidi.
I governi dell’Uomo forte hanno portato distruzioni e lutti.
Con il 25 Aprile si ripristinarono le regole della democrazia, distrutte dalla dittatura.
Oggi è in atto un disegno eversivo che minaccia le conquiste di quel 25 Aprile, manomettendo la Costituzione in una disinvolta corsa verso l’autoritarismo.
Celebriamo degnamente la liberazione per rinnovare il patto per difendere la libertà contro ogni avventura.
La scelta per un futuro di pace deve essere vera, lontana da strumentalizzazioni ingannevoli.
La pace è Vita.
La lotta per la pace e la libertà sono, dunque,la scelta per la Vita.
Mario Tassone *
Mario Tassone * è un politico italiano, segretario nazionale del partito da lui fondato: il Nuovo CDU. È stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Fanfani V, sottosegretario di Stato al Ministero dei Lavori Pubblici nei governi Craxi I, Craxi II e Fanfani VI e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nei governi Berlusconi II e Berlusconi III.

PILLOLE DI STORIA – L’anniversario della liberazione d’Italia, noto anche come festa della Liberazione (o semplicemente il 25 aprile), è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo (che però diciamolo francamente senza la “mano” dell’esercito anglo-americano difficilmente si sarebbe potuta concretizzare). È un giorno fondamentale per la storia d’Italia, come simbolo della lotta condotta dai partigiani e dall’esercito a partire dall’8 settembre 1943 (giorno in cui gli Italiani furono informati dal comunicato radiofonico dell’armistizio di Cassibile, appena firmato con gli Alleati); esso ha assunto un significato propriamente politico e militare. Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Parallelamente il CLNAI emanò alcuni decreti: uno relativo all’assunzione di poteri da parte del CLNAI, «delegato dal solo Governo legale italiano, in nome del popolo italiano e dei Volontari della Libertà»; un altro relativo all’amministrazione della giustizia, che all’articolo 5 stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti


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