Metti una domenica mattina in quel di Caravaggio, in provincia di Bergamo, e scopri che…
Nel 1601, l’artista uscendo dalla galera, ritornò a dipingere ma anche nel perseverare nei suoi atti di violenza che culminarono nella sera del 28 maggio 1606, quando a Campo Marzio (Roma), a causa di una violenta discussione durante una partita di pallacorta, Caravaggio fu inizialmente ferito per poi colpire mortalmente tal Ranuccio Tommasoni da Terni, con il quale, il pittore, aveva già avuto in precedenza varie occasioni di contrasto personali.
di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

Mi ero già prefissato di visitare Caravaggio, città della bergamasca, e così, di recente, una domenica mattina, anche se il tempo non era dei migliori, mi sono recato presso questa città che conta circa 16.000 abitanti e che, secondo il Centro Studi Sintesi di Venezia, studio pubblicato da Panorama nel 2009, in merito ai Comuni italiani con abitanti superiori ai 10.000, è risultata al 53° posto nella nostra nazione e 1° nella provincia di Bergamo, per la qualità della vita.
Tanto tempo è passato da questa pubblicazione, ma di certo, da quel che mi risulta, è piuttosto attiva la partecipazione, in questo centro, alla vita pubblica di molti dei suoi cittadini anche tra le varie forme di volontariato.
Tra le architetture religiose, che ho visitato, scattando qualche foto, troviamo il Santuario di Caravaggio e la Chiesa dei Santi Fermo e Rustico.

Questa città è nota, soprattutto, per aver dato il soprannome a Chiesa dei Santi Fermo e Rustico, Caravaggio (BG) – ipg, pittore italiano, appunto conosciuto internazionalmente con il nome di Caravaggio.
Merisi, si pensava che fosse nato in questo comune bergamasco, ma quando fu ritrovato il suo certificato di battesimo, nel 1573, si appurò che, in realtà, nacque a Milano il 29 settembre 1571.
Di sicuro, pero’, i genitori del pittore, Fermo Merisi e Lucia Aratori, erano nativi di Caravaggio.

Riteniamo, quindi, corretto, e non potremmo dire altrimenti, chiamare quest’artista anche con il nome di Caravaggio.
Era il 14 gennaio 1571, quando i suoi genitori si sposarono e, probabilmente per motivi di lavoro, si trasferirono in quel di Milano.
La storia racconta, però, che la famiglia Merisi, per sfuggire alla peste, nel 1577, ritornò nella cittadina bergamasca. Purtroppo, il padre del pittore morì, dopo un po’ di tempo, contraendo questa malattia.
Terminata l’epidemia in città, a soli 13 anni, Caravaggio fu mandato a lavorare a Milano, presso il laboratorio del pittore Simone Peterzano (artista del manierismo lombardo) con il quale, Caravaggio, rimase per quattro anni. Il contratto di lavoro tra Peterzano e Caravaggio fu firmato per quest’ultimo, da sua madre il 6 aprile 1584.

Si narra che dopo la morte della madre, avvenuta a Milano nel 1590, Caravaggio lasciò la città lombarda per recarsi a Roma, dove crebbe sia come artista che come uomo, tanto che la sua fama raggiunse i salotti dell’alta borghesia romana.
In seguito, l’artista divenne un importante punto di rifermento per un’intera generazione di pittori.
Nel 1599, il pittore ricevette, grazie anche all’intermediazione del Cardinale Francesco Maria del Monte, la prima commissione pubblica per tre grandi tele da collocare all’interno della Cappella Contarelli, nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma.
Le opere che doveva effettuare riguardavano episodi di vita di San Matteo: la Vocazione, il Martirio e San Matteo e l’angelo.
Poiché non siamo qui a parlare esclusivamente ed esaustivamente della biografia del Caravaggio, possiamo riassumere dicendo che i suoi anni a venire furono costellati sia da successi che da vicissitudini.

L’11 settembre 1599 è testimone, nella piazza di Castel Sant’Angelo, della esecuzione di Beatrice Cenci.
Il tema della decapitazione rimarrà indelebile nell’artista ritrovando celebri esempi nelle opere come Giuditta e Oloferne e Davide con la testa di Golia.
Nel 1868, Caravaggio malmenò con un bastone tale Girolamo Stampa da Montepulciano.
Purtroppo, questo episodio non rimarrà un caso isolato per Caravaggio, che spesso fu arrestato e messo in prigione.
Nel 1601, l’artista uscendo dalla galera, ritornò a dipingere ma anche nel perseverare nei suoi atti di violenza che culminarono nella sera del 28 maggio 1606, quando a Campo Marzio (Roma), a causa di una violenta discussione durante una partita di pallacorta, Caravaggio fu inizialmente ferito per poi colpire mortalmente tal Ranuccio Tommasoni da Terni, con il quale, il pittore, aveva già avuto in precedenza varie occasioni di contrasto personali.
Poiché il pittore fu condannato, per questo reato, alla decapitazione, fuggì da Roma per giungere a Napoli, per poi soggiornare a Malta da dove dovette fuggire, anche da qui, a causa di un litigio.
Rinchiuso nel carcere di Sant’Angelo a La Valletta, riuscì ad evadere per trovare, in seguito, riparo in Sicilia.
Alla fine dell’estate del 1609, Caravaggio tornò a Napoli.
Da rimarcare che, in tutti questi anni turbolenti della sua vita, la sua attività di pittore non venne mai meno.
Nel 1610, quando ricevette la notizia che papa Paolo V stava preparando una revoca della sua condanna a morte, da Napoli si mise in viaggio verso la Città eterna.
Ma Caravaggio, durante il viaggio, giunse stanco e malato fino a Porto Ercole, dove mori, alla sola età di 38 anni, il 18 luglio 1610.
Il valore artistico di Caravaggio è indiscusso tanto che André Berne-Joffroy, autore di Le Dossier Caravage, disse di lui ” ciò che inizia con l’opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna”.
Tutti gli artisti, che si ispirano alla pittura del Caravaggio, fanno parte della corrente denominata del Caravaggismo, tra questi Mattia Preti, altro noto pittore italiano, nato a Taverna, in provincia di Catanzaro, il 25 febbraio del 1613 e che ebbe in comune, con Caravaggio, anche un soggiorno a Malta ma conclusosi in modo differente.
E di Mattia Preti, il pittore calabrese, ne parleremo prossimamente, accennando sempre a Caravaggio.
Pittore di fama internazionale che richiama una città bergamasca che vuole sempre progredire socialmente, culturalmente ed umanamente e che abbiamo scoperto ha un legame artistico, culturale ed umano con la terra di Calabria.
Romano Scaramuzzino
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