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Saturday, November 30, 2024
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Micol Incorvaia: la vogliono fuori dal Grande Fratello perché intona “Faccetta Nera”

Per l’accaduto il mio pensiero è quello di rivedere con il filtro della storia tutto ciò che è successo da circa 100 anni fa e fino alla nascita della Repubblica. Non è concepibile che ci siano ancora oggi dualismi “politici” senza una giusta conoscenza da parte di tutti di cosa accadde in quegli anni. La ragazza la lascerei al suo posto.


di Aristide Anfosso per il Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Ci può essere “par condicio” tra “Faccetta Nera”, canzoncina che ripropone un periodo triste della nostra storia, condannato universalmente, e “Bella Ciao” canzoncina impropriamente attribuita al movimento partigiano ma che in realtà ha fatto il suo debutto ufficiale negli anni ’50? “Bella Ciao” a differenza di quanto si crede, è una canzone contro l’ invasore tedesco. Non compaiono nel testo infatti né la parola fascista né la parola comunista. Proprio per essere una canzone contro l’invasore è stata adottata da tutti i Movimenti di Liberazione del mondo. Ricordo che le Brigate Partigiane erano costituite da persone appartenenti a tutte le forze politiche italiane e che vi erano molti soldati italiani già inquadrati nell’Esercito Fascista, che decisero, caduto il Fascismo, di combattere contro l’invasore tedesco. La canzone Faccetta nera celebra la colonizzazione e la cessazione dello sfruttamento del popolo abissino.

Nel 1935, mentre lo Stato maggiore dell’Esercito italiano prepara le operazioni militari in Abissinia, l’odierna Etiopia, incominciano a essere pubblicate notizie relative allo sfruttamento della schiavitù a cui era sottoposta la popolazione abissina, ed è appunto la liberazione dalla schiavitù il tema che la propaganda italiana vuole attribuire all’occupazione dell’Etiopia.

Pur essendo, insieme a Giovinezza (in realtà “lanciata” all’epoca della conquista di Fiume da parte del Vate, alla fine della Prima Guerra Mondiale), la canzone più nota del ventennio fascista, è da sottolineare come al Regime questo brano non piacque. Benito Mussolini detestava Faccetta nera e tentò di farla bandire perché essa sembrava favorire il meticciato poiché inneggiava all’unione tra razze, cosa non concepibile nella sua “Italia Imperiale” che presto avrebbe varato le leggi razziali. Tuttavia, ormai il motivetto era divenuto troppo popolare e così il dittatore dovette accontentarsi di censurarne qualche verso: venne espunta una strofa che definiva faccetta nera «sorella a noi» e «bella italiana».

Per l’accaduto il mio pensiero è quello di rivedere con il filtro della storia tutto ciò che è successo da circa 100 anni fa e fino alla nascita della Repubblica. Non è concepibile che ci siano ancora oggi dualismi “politici” senza una giusta conoscenza da parte di tutti di cosa accadde in quegli anni. La ragazza la lascerei al suo posto.

Micol Incorvaia. Monta la protesta sui social contro l’influencer, con diversi utenti che chiedono alla produzione del programma Mediaset di squalificarla per «apologia del fascismo»
Testatina rossa

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