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Morta per un’infezione: medici a giudizio

Sono state rinviate a giudizio otto persone tra il personale medico della Casa di Cura Villa Pia di Roma per il decesso della 75enne Elena Lucà, avvenuto l’11 aprile 2018. L’udienza preliminare si è celebrata avanti al G.U.P. del tribunale di Roma, la dott.ssa Francesca Ciranna. Dovranno ora affrontare il processo e rispondere di concorso per omicidio colposo.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Rubriche , at 8 Luglio 2021 Tag: , ,

A processo 8 medici della Casa di Cura Villa Pia di Roma

Il Pm: “condotte colpose e negligenti”

sono state rinviate a giudizio otto persone tra il personale medico della Casa di Cura Villa Pia di Roma per il decesso della 75enne Elena Lucà, avvenuto l’11 aprile 2018. L’udienza preliminare si è celebrata avanti al G.U.P. del tribunale di Roma, la dott.ssa Francesca Ciranna. Dovranno ora affrontare il processo e rispondere di concorso per omicidio colposo.

I familiari della vittima sono assistiti in questa fase da Giesse Risarcimento Danni, primario gruppo in Italia specializzato in materia di risarcimento danni derivanti da responsabilità medica con sedi in tutta Italia.

Era il 25 gennaio 2018 quando Elena Lucà giungeva al Pronto Soccorso dell’ospedale S. Camillo Forlanini di Roma per febbricola, mancanza di appetito e spossatezza in generale. Da qui, stante l’assenza di posti letto disponibili per il ricovero, veniva trasferita alla Casa di Cura Villa Pia per gli accertamenti del caso. Il 29 gennaio, i medici scoprivano che sulla paziente era in atto un importante fenomeno infettivo. Il primo esame colturale disponibile agli atti, per comprendere la tipologia di batterio che aveva colpito la donna, risaliva però solo al 12 febbraio e alla signora Elena continuava a venire somministrata la stessa terapia antibiotica che già era risultata inefficace nei giorni precedenti. Il 21 febbraio la paziente veniva sottoposta ad un intervento chirurgico, a seguito del quale, però, inspiegabilmente non venivano eseguite le opportune analisi microbiologiche per comprendere quale fosse la terapia antibiotica corretta e, malgrado la situazione non migliorasse, continuavano a somministrare una terapia antibiotica non utile, senza procedere con un nuovo intervento chirurgico né ad esami più approfonditi. Quando il 10 aprile la paziente veniva trasferita all’Ospedale San Camillo, per un’insufficienza respiratoria acuta dettata dal diffondersi dell’infezione, era ormai troppo tardi. Elena moriva il giorno successivo.

Il dott. Fabio De Giorgio, medico legale, e il dott. Innocenzo Bertoldi, specialista in chirurgia d’urgenza e pronto soccorso, i due consulenti nominati dal PM, confermano, nella loro perizia, che, una volta scoperto che sulla paziente era in atto un ascesso nella parte destra dell’inguine, la condotta del personale della Casa di Cura Villa Pia sia stata superficiale e “almeno imperita ed imprudente”. Il decesso “sarebbe stato evitabile a fronte di tempestivi trattamenti chirurgici e di terapia antibiotica/antimicotica”, concludono a chiare lettere i due consulenti.

Andrea, il figlio di Elena, pochi giorni dopo la morte della mamma ha sporto denuncia nei confronti del personale medico della struttura Casa di Cura Villa Pia allegando tutta la documentazione medica relativa alla vicenda.

“Non è ammissibile leggere tra le conclusioni della consulenza tecnica che la scomparsa di Elena Lucà si sarebbe potuta evitare semplicemente applicando le adeguate condotte suggerite dalle linee guida molto chiare sul punto – commenta Paolo Ciceroni, responsabile della sede Giesse di Roma – I familiari vogliono ora capire cos’è successo durante la sua degenza nella Clinica Villa Pia e perché il personale medico non abbia agito tempestivamente. Oggi Elena potrebbe essere ancora viva”.

La prossima udienza avrà luogo nel giugno 2022.


(notizia fornita da

GIESSE Risarcimento Danni

Sede di Belluno (BL)

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