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Nasce la molecola “Pac Man” che “cattura e mangia” il Covid

Nasce  la molecola “Pac Man” che “cattura e mangia” il Covid É la scoperta italiana sull’Indolo-3 Carbinolo di due ricercatori…

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Rubriche , at 26/03/2021 Tag: , , , ,

Nasce  la molecola “Pac Man” che “cattura e mangia” il Covid

É la scoperta italiana sull’Indolo-3 Carbinolo di due ricercatori italiani che hanno capito come un composto ottenuto dalle piante possa potenzialmente contrastare il Coronavirus

Attualmente sono conosciuti ventiquattro potenziali trattamenti farmacologici contro il Covid-19. Ma la maggior parte si trova nelle prime fasi di approfondimento della ricerca. L’attenzione dei ricercatori si basa sulla concezione di vaccini nuovi e riposizionati e sugli anticorpi monoclonali. Essi pur essendo efficaci, potrebbero non esserlo in futuro, per via delle mutazioni che il Virus stesso genera pur di mantenersi vitale.

Altre opzioni di trattamento prevedono la somministrazione passiva di anticorpi tramite trasfusione di plasma iperimmune. Il plasma utilizzato con successo in passato come profilassi post-esposizione e nel trattamento terapeutico di altri focolai di coronavirus, come la SARS-1, la MERS, sindrome respiratoria del Medio Oriente, e altre malattie infiammatorie autoimmuni e croniche. Sebbene  siano stati riportati alcuni risultati promettenti, al momento non è stata documentata l’efficacia clinica significativa nei pazienti trattati.

Ma vediamo cos’è l’Indolo-3 Carbinolo (I3C) e perché potrebbe catturare e mangiare il Covid? Sono partiti da tali presupposti i due italiani che hanno scoperto come un composto ottenuto dalle piante possa contrastare il Coronavirus. È un farmaco già utilizzato contro alcune patologie rare che sembra essere in grado di impedire al virus Sars-CoV-2 di uscire dalla cellula e diffondersi a tutti i tessuti dell’organismo.

A scoprirlo è stato uno studio internazionale coordinato da Giuseppe Novelli dell’Università di Tor Vergata e Università del Nevada, e Pier Paolo Pandolfi dell’Università di Torino e Università del Nevada, in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù, l’Istituto Spallanzani, l’Università San Raffaele d iRoma e diverse istituzioni Usa, quali Harvard, Yale, Rockfeller, NIH, Mount Sinai, Boston University, canadesi (University of Toronto) e francesi (INSERM Parigi, Hopital Avicenne). I risultati, pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease, gruppo Nature, seppur iniziali appaiono promettenti.

Pier Paolo Pandolfi

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